Tenere insieme la tutela della biodiversità e l’inserimento professionale dei richiedenti asilo. A questo punta la partnership tra due realtà, un’associazione e un’impresa, che operano nel settore dell’apicoltura.
Le nostre città possono essere descritte come mosaici di tessere di vari colori. Accanto alle varie sfumature del grigio e del nero, strade, parcheggi, edifici, ponti, linee dei trasporti e varie tipologie di infrastrutture, ci sono, più o meno ampie e diffuse, quelle verdi.
Sono giardini, parchi, boschi, aree interstiziali, tessere che ospitano spesso un numero sorprendente di specie animali e vegetali, che ci arrivano dalle aree extraurbane, a volte anche distanti, o vi vengono collocate per scelta deliberata.
Questa seconda eventualità prende spesso la forma degli alveari urbani, quelle file di casette colorate che, oltre a rallegrare il panorama delle nostre città e rappresentare una fonte di reddito integrativo, costituiscono anche un prezioso serbatoio di biodiversità.
In più, negli ultimi anni, l’apicoltura urbana è stata declinata anche come strumento per favorire l’inclusione di rifugiati e richiedenti asilo. È quanto fa dal 2015 Bee My Job, un progetto di apicoltura sociale ideato dall’Aps Cambalache di Alessandria, premiato come best practice di inclusione lavorativa e replicato in Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Sicilia, Lazio e Piemonte.
Negli anni Bee My Job ha formato oltre 200 apicoltori stranieri e ha promosso nel nostro Paese più di 150 tirocini formativi in aziende apistiche etiche, con l’obiettivo di contrastare il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura.
Di recente, Cambalache ha annunciato di aver stretto un accordo con ApicolturaUrbana.it, azienda che punta sull’apicoltura urbana come strumento di sensibilizzazione sui temi ambientali e che offre i propri servizi ai privati, a cui mette a disposizione kit apicoltura e video guide, e alle imprese.
In particolare, Apicolturaurbana.it propone il pacchetto Bee as a Service, un servizio rivolto alle imprese di ogni settore che decidano di indirizzare sulle alle api mellifere almeno parte dei propri investimenti dedicati alla Corporate Social Responsibility.
Il servizio comprende l’allestimento e la gestione dell’apiario, workshop di sensibilizzazione sul tema della biodiversità e l’importanza delle api e la comunicazione dell’iniziativa su vari canali.
Inoltre, sono inclusi il reporting sul biomonitoraggio effettuato dalle api (le api coprono un raggio di oltre 3 chilometri dal proprio alveare ed effettuano circa 10.000 micro campionamenti giornalieri tra le varie matrici ambientali – aria, acqua, suolo). E, naturalmente, la produzione di miele.
La partnership punta a coinvolgere proprio le aziende che hanno installato gli alveari nell’ambito di Bee as a Service, che potranno sostenere la formazione dei nuovi apicoltori stranieri.
La partnership prevede l’attivazione di percorsi con il coinvolgimento di professionisti esperti, con l’obiettivo finale di arrivare all’inserimento dei ragazzi già formati nelle passate edizioni di Bee My Job in tirocini nelle principali aziende apistiche italiane.
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