La corsa al recupero del Pet è iniziata e anche gli operatori di distributori automatici non si tirano indietro. Ma perché si usa ancora la plastica in questi contesti, a cominciare dai bicchieri del caffè, e come fare per non inquinare? Lo spiega in questa nuova puntata di Pink&Green Erika Simonazzi parlando del progetto RiVending
Agli italiani piacciono i distributori automatici: da questi bevono caffè, the, acqua, bevande gassate, oltre a potre comprare snack di tutti i tipi.
802mila sono le vending machine installate nel nostro Paese. Le troviamo in azienda, presso gli uffici pubblici, ospedali, stazioni, aeroporti, metropolitane, centri sportivi e ricreativi. E spesso ormai fanno capolino anche sulla strada come bar automatici.
Più di 3.000 le imprese della distribuzione automatica in Italia, con un indotto occupazionale di oltre 30mila persone. I dati sono di Confida, l’associazione italiana distribuzione automatica. Che però ha ben presente che da questi distributori si genera tanta plastica.
Plastica tecnica, spiega in questa nuova puntata di Pink&Green Erika Simonazzi, imprenditrice e direttore marketing di Flo, azienda di Fontanellato (Parma) che produce bicchieri per il vending, sia di polistirolo (quello usato nei distributori), ma anche di carta e bioplastica.
Plastica buona che i trasformatori di plastica si leccano le dita a dover gestire. Il progetto RiVending – firmato da Confida, Corepla e UnionPlast – punta proprio a recuperare questa plastica e per farlo sta da qualche tempo installando il più possibile cestini appresso ai distributori.
Già 10.000 i cestini RiVending (caratterizzati da tubi rigidi che accompagnano la caduta dei bicchieri favorendone l’impilamento uno dentro l’altro) sono stati dunque posizionati ed entro la fine del 2022 è previsto un ulteriore e deciso incremento del loro numero su tutto il territorio nazionale.
Il progetto prevede che ogni cestino permette in media possa raccogliere circa 1.250 bicchieri ogni mese, cui ora si aggiunge il recupero delle bottiglie in plastica. Questo significa che l’intero progetto è già in grado di gestire circa 150 milioni di bicchieri all’anno, pari a oltre 450 tonnellate di polistirolo.
E proprio come sottolinea la Simonazzi l’obiettivo ora è averne una buona quantità per far nascere, direttive premettendo, nuovi bicchierini.
Ora sta a noi scegliere come comportarci quando inseriamo la moneta nei distributori automatici: ricordiamoci che è importante non disperdere il supporto in plastica che ci permette di bere la nostra bevanda. Conferirlo adeguatamente è una buona azione di economia circolare. Che dipende anche dalle nostre scelte.
La Direttiva Ue sulla plastica monouso – fanno notare da Venditalia Servizi, realtà che gestisce il progetto RiVending – impone agli Stati membri di riciclare entro il 2025 almeno il 77% di bottiglie in Pet, che dovranno essere prodotte almeno per il 25% da Pet riciclato. La corsa al recupero del Pet è già cominciata.
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