Home Eco Lifestyle Esperienze estreme – tra sport e viaggi – a favore dell’ambiente

Esperienze estreme – tra sport e viaggi – a favore dell’ambiente

eventi estremi
Immagine da Depositphotos

Gli scienziati che studiano il clima ne sono sempre più convinti: i dati e i numeri non bastano a smuovere le persone e a convincerle ad agire. Serve altro e lo sport e i viaggi possono dare un contributo importante a far crescere attenzione e consapevolezza sui temi dell’ambiente. Dando l’esempio e lavorando per azzerare rifiuti ed emissioni

I paesaggi sono da sogno, tra colline sotto cieli di un azzurro infinito e distese di sabbia a perdita d’occhio, spazi di silenzio in cui è possibile incontrare civiltà nomadi e tradizioni millenarie.

Tutta questa bellezza, però, non deve però trarre in inganno: la Marathon des Sables è, prima di tutto e soprattutto, fatica, e i 250 chilometri da percorrere nel deserto del Marocco, in una settimana, portano al limite la capacità di sopportazione dei partecipanti.

I runner della 36sima edizione, provenienti da 51 Paesi, devono infatti compiere il percorso in completa autosufficienza, caricandosi nello zaino il cibo, l’occorrente per dormire e poche altre cose.

Per il nostro Paese partecipava Daniele Barbone, imprenditore e ultramaratoneta novarese, stava partecipando all’edizione di quest’anno della Marathon des Sables portando la sua esperienza come referente italiano di SandSi, un’organizzazione che in tutto il mondo si occupa di sport e sostenibilità e si è data l’obiettivo di far diventare il settore sportivo a emissioni e rifiuti zero entro il 2030.

Purtroppo però a gara avviata Barbone ha dovuto prendere la decisione più sofferta, a causa delle condizioni davvero estreme. Una terribile tempesta di sabbia si è abbattuta sul percorso di questa competizione leggendaria, che si corre in totale autosufficienza.

Nella seconda tappa, 38 chilometri su terreno misto, si alza il vento dopo il primo check point, al dodicesimo chilometro. Inizia un vero e proprio calvario, con il vento che rinforza fino a toccare i 55 km orari. La barriera bianca di sabbia che solleva rende estremamente pericoloso fermarsi, ma anche proseguire comporta grandi difficoltà. In breve tempo aumenta il rischio di disidratazione, con la temperatura che si alza e l’umidità complessiva che invece crolla. Nei chilometri successivi si sono ritirati ben 57 atleti, vista anche l’impossibilità di far alzare gli elicotteri.

Barbone, consapevole delle scelte difficili che il deserto gli avrebbe potuto presentare, ha preso l’unica decisione sensata in quel momento, ritirarsi dalla gara

Ma questa decisione non distoglie l’attenzione sulla campagna che questo super atleta sta promuovendo: perché lo sport possa diventare un’attività sostenibile e capace di avvicinare i popoli, accrescendo la consapevolezza sui temi ambientali.

Altre esperienze estreme per l’ambiente

È partito invece da Londra, con destinazione India, lo yogi Sadhguru, che toccherà 26 nazioni con l’obiettivo di lanciare il movimento Conscious planet – Salva il suolo e sensibilizzare l’opinione pubblica di tutto il mondo sulla crisi climatica e la protezione del suolo.

Anche nella prima tappa italiana del viaggio, che si è svolta a Venezia, Sadhguru ha sollecitato l’adesione al movimento, che punta a raccogliere il sostegno di 3,5 miliardi di persone al fine di cambiare le politiche ambientali e rivitalizzare i suoli attraverso l’aumento del suo contenuto organico.

Il tour di Conscious Planet arriverà poi anche Roma il 2 aprile, con un evento all’Auditorium Parco della Musica a cui sono attesi Fabio Volo, Elisa, Noemi e Giovanni Caccamo.

Al viaggio come percorso di scoperta del proprio sé più autentico è dedicato Il viaggio che ti cambia la vita, libro scritto da Jacopo Di Biase e pubblicato da Corbaccio.

Di Biase racconta il suo primo viaggio, 4.000 chilometri a piedi e zaino in spalla fino all’estremo nord dell’Europa, iniziato dopo la fine di una relazione amorosa e che si è trasformato ben presto in una scelta di vita.

Oggi Di Biase ha visitato 37 paesi del mondo, sempre a piedi e zaino in spalla e con un seguito sempre più appassionato sui social.

Crediti immagine: Depositphotos

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