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Le inclinazioni, sostenibili, del cibo italiano

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Il cibo, nelle sue diverse declinazioni, è l’elemento ideale per costruire percorsi di integrazione e valorizzare le eccellenze dei territori. Si moltiplicano, in tutta Italia, le iniziative che intrecciano questi due aspetti

Il cibo si trova al centro delle tre dimensioni della sostenibilità, quella ambientale, quella economica e quella sociale.

Di solito, quando si pensa a quest’ultima si tende a considerare gli aspetti più conviviali del cibo, lo stare assieme a tavola, o quelli legati alla sua carenza o alla sua scarsa qualità.

Di rado vengono invece valutate le potenzialità del cibo come base su cui costruire capacità di integrazione e inclusione.

La cooperativa sociale Il desiderio di Barbiana, specializzata nella gestione di situazioni di disagio psichico ed emarginazione sociale, ha deciso di rispondere a questa sfida e ha annunciato l’apertura, all’interno della riserva naturale regionale Nazzano Tevere-Farfa, in Lazio, di FarFood, bistrot con cucina con 90 coperti.

La struttura è stata realizzata grazie al supporto della diocesi di Civita Castellana, della Regione Lazio e di diverse fondazioni private, a cui si sono aggiunti i contributi di svariati sostenitori.

Il servizio sarà gestito dai ragazzi ospitati dalla cooperativa, che serviranno i piatti preparati da uno chef con prodotti biologici e a km0, con portate adatte anche ai vegani e senza glutine.

Che il cibo sia il motore dei progetti che puntano a superare la frammentazione e l’isolamento delle comunità sui territori è confermato anche in occasione di Sana Slow Wine Fair, appuntamento che si è tenuto a Bologna e a cui hanno preso parte 100 cuochi membri dell’Alleanza Slow Food.

L’obiettivo dell’incontro era capire come creare comunità resilienti intorno ai cuochi, in grado di rispondere con una strategia condivisa ai principali problemi che stanno vivendo oggi la ristorazione e la filiera che la rifornisce, in particolare nel settore della carne.

I 100 cuochi che hanno partecipato (su un totale di 470 iscritti all’Alleanza Slow Food) hanno ribadito che l’elemento centrale è la qualità delle relazioni e della cooperazione tra i cuochi e chi produce e fornisce le materie prime. Solo concentrandosi sulla qualità è possibile garantire che i clienti mangino cibi sani, sostenibili e prodotti rispettando gli animali e la biodiversità.

Elaborata dalla Federazione italiana pubblici esercizi con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra ristoratori, produttori, agricoltori e città, la Carta dei valori della ristorazione è stata di recente sottoscritta dal sindaco di Milano Giuseppe Sala e da Alessia Cappello, assessore allo sviluppo economico e alle politiche del lavoro.

La Carta indica agli 8.750 pubblici esercizi (di cui 4.100 ristoranti) di Milano un percorso possibile per valorizzare le eccellenze enogastronomiche del nostro Paese, rafforzando nel contempo la sostenibilità delle produzioni e delle filiere distributive.

Crediti immagine: Depositphotos

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