Nonostante il picco dei prezzi energetici sia passato, il problema per le aziende rimane: i costi sono ancora elevati e rischiano di mettere in crisi il nostro settore produttivo. Come attenuare il problema? Con le rinnovabili e l’efficienza energetica…
La situazione per le aziende – soprattutto quelle più energivore – rimane critica, nonostante dal 14 aprile i costi del metano siano passati da 107 euro al Mw/h a 92 euro, ma a causa di costi che lo scorso anno erano un quinto degli attuali è necessario trovare un ripiego.
Visti i costi energetici insostenibili, servono interventi da parte del Governo più sostanziosi rispetto agli attuali, ritenuti insufficienti; infatti, il decreto energia dello scorso 21 marzo prevede un aumento dei crediti di imposta per le aziende energivore dal 20 al 25% e per quelle con elevati consumi di gas dal 15 al 20%.
Troppo poco, soprattutto in un’ottica di sviluppo sostenibile della nostra economia. Servirebbero, soprattutto per lo sviluppo di impianti di produzione energetica dal solare, “programmi di liquidità a tassi agevolati, restituibile in un lasso di tempo adeguato, garantita da logiche che prendano in considerazione il valore della produzione di energia che il fotovoltaico ha rispetto ai fabbisogni complessivi della comunità” ci racconta Alessandro Villa, amministratore delegato di Elmec Solar e membro del consiglio di Italia Solare.
Ma si deve innescare anche un cambiamento culturale per costruire una cultura ecologica che faccia conoscere agli imprenditori i benefici e i vantaggi dell’installazione di un impianto fotovoltaico.
Infine, si deve agire con maggiore efficacia nell’efficientamento energetico e nella messa a punto di buone pratiche di consumo sostenibile. Come quelle che Nikolaus Widmann, Ceo e founder della Esco certificata inewa ci spiega.
Come le aziende possono limitare i loro consumi energetici
L’aumento dei costi di energia ha cause riconducibili a vari fattori geopolitici, economici, ambientali e sociali che sono destinati a riproporsi ciclicamente nei prossimi anni.
Le aziende che vogliono ridurre la propria esposizione alle fluttuazioni del mercato energetico e realizzare in modo sostenibile la propria transizione energetica devono puntare decisamente sull’efficienza energetica.
Infatti, anche negli scenari più ambiziosi, c’è un limite fisico alla capacità di produrre energia in Europa e per questo è fondamentale ridurre gli sprechi. Un processo che è anche una grande opportunità per il sistema economico e produttivo italiano ed europeo.
Ecco i 5 suggerimenti per le imprese che puntano a ridurre i propri consumi.
Calcolare i consumi e l’impronta di CO2
L’impronta di CO2 è il parametro che permette di calcolare le emissioni di gas serra nell’atmosfera prodotte da un’organizzazione espressa in tonnellate di CO2 equivalente.
La carbon footprint è importante perché consente di valutare gli impatti emissivi delle proprie operazioni e della propria supply chain e anche perché aiuta a monitorare la propria efficienza energetica.
Quindi, conoscere la propria carbon footprint è il punto di partenza per rendicontare e valorizzare le proprie attività e le proprie azioni di responsabilità verso la società e l’ambiente.
Definire un piano di azione ambizioso, ma realistico e sostenibile
Non basta raccontare la favola della sostenibilità o intervenire semplicemente con azioni di greenwashing, sono necessarie azioni concrete, trasparenti e misurabili, che devono essere inserite in una strategia integrata di sostenibilità.
Questa pianificazione deve essere ambiziosa ma allo stesso tempo realistica, deve stabilire obiettivi sia nel breve, che nel medio e lungo periodo ed essere sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale.
Azzerare gli sprechi e ridurre i consumi
Ci sono diversi modi per ridurre i consumi e azzerare gli sprechi. Il primo passo è l’analisi del sistema energetico e la realizzazione di interventi di efficienza energetica per l’upgrade di sistemi inefficienti con tecnologie e soluzioni più performanti e innovative.
A seconda del settore di attività e del sistema energetico si applica un mix di soluzioni diverse. Meglio quindi non lavorare con chi propone soluzioni standardizzate, ma affidarsi a partner che sviluppano soluzioni energetiche su misura.
Produrre energia da fonti rinnovabili
Le aziende devono diversificare le fonti di approvvigionamento e coprire una quota rilevante dei propri consumi producendo autonomamente l’energia di cui hanno bisogno attraverso fotovoltaico e biomasse.
Inoltre, bisogna realizzare sistemi condivisi di storage, per superare i rischi di variabilità e intermittenza nella produzione.
Questo permette alle aziende di ridurre la dipendenza da combustibili fossili di importazione e di essere meno esposte alla volatilità del mercato energetico, garantendo allo stesso tempo una maggiore pianificabilità economica della spesa per l’energia.
Trasparenza nel comunicare i risultati ottenuti
Attraverso un’azione regolare di monitoraggio, in linea con i principali standard internazionali di rendicontazione di sostenibilità, è necesario comunicare i risultati ottenuti, puntando sulla coerenza per evitare di essere esposti a rischi di greenwashing.
Una comunicazione trasparente ha anche un impatto importante sulla reputazione dell’azienda e contribuisce a diffondere la cultura della sostenibilità come un valore.
Investire nel fotovoltaico, senza farsi distrarre dalle false informazioni
Importante, oltre a conoscere e programmare un piano di riduzione dei propri consumi e della propria impronta di carbonio, alla fine, è anche attrezzarsi per produrre autonomamente l’energia che serve a un’azienda.
Il fotovoltaico è certamente la via migliore e più sostenibile; ma ci si deve informazre e, soprattutto, non dare retta alle false informazioni che circolano. Elmec Solar ci aiuta a fare chiarezza su alcuni punti chiave.
L’impatto sul conto economico degli investimenti fotovoltaici
Il costo del fotovoltaico è spesso considerato una barriera all’investimento: in realtà, i costi di realizzazione vengono ammortizzati completamente nei primi 4-6 anni, su 40 di durata di un impianto.
Si devono inoltre considerare i vantaggi immediati che un impianto fotovoltaico può dare, a partire dalla risparmio in bolletta, per arrivare al valore che porta con sé rispetto all’immagine di azienda responsabile.
Gli impianti fotovoltaici diventano obsoleti e inutilizzabili in breve tempo
Non è esatto: chi investe oggi non deve preoccuparsi né di una rapida obsolescenza, né nella perdita di rendimento di un impianto solare, che si attesta oggi tra lo 0,25% e lo 0,5% l’anno.
La resa dell’impianto, inoltre, cala dal 100% al 90-80% alla fine del ciclo di vita.
Le aziende non possono sopperire alle esigenze energetiche con le fonti rinnovabili
Anche questo non è corretto: è necessario, ovviamente, calcolare bene il fabbisogno energetico che un’azienda ha e metterlo in rapporto allo spazio disponibile per l’installazione dei moduli fotovoltaici e il momento di utilizzo dell’energia.
Inoltre, se anche si coprisse una frazione del fabbisogno, per esempio il 10-20%, si risparmierebbero risorse economiche che possono essere utilizzate per investire nel rinnovamento della produzione, in piani di welfare o in investimenti core.