I boschi e le foreste, oltre a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, sono fondamentali per lo sviluppo della bioeconomia e dell’economia circolare nel nostro Paese. Stanno crescendo, ma vanno gestiti con cura, per evitare fenomeni di impoverimento sociale e per proteggerli dagli effetti dei cambiamenti climatici
Vista dal satellite, l’Italia è un mosaico di colori che si mescolano tra loro: il bianco della neve sulle Alpi (quando ce n’è), il marrone delle pianure e lungo le coste, il verde dei boschi e delle foreste.
A guardare bene, però, di verde ce n’è davvero parecchio: secondo i dati dell’ultimo Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio, sono poco più di 11 milioni gli ettari di territorio che nel nostro Paese sono coperti da alberi.
Un dato che equivale al 36,7% della superficie e che fa dell’Italia il secondo Paese in Europa per copertura boschiva, dopo Spagna (55,4%) e davanti a Germania (32,8%) e Francia (32,1%).
Negli ultimi decenni, il patrimonio forestale italiano è andato costantemente crescendo a causa dei fenomeni di spopolamento delle campagne e delle aree montane.
Questo fenomeno, se da un lato fa aumentare la quantità di carbonio sequestrato nelle piante, dall’altro evidenzia la necessità di intervenire sul patrimonio esistente per evitare che i cambiamenti climatici vadano a danneggiarlo, riducendo così proprio la sua capacità di assorbire carbonio.
Il progetto OneForest, finanziato nell’ambito di Horizon2020, riunisce in un consorzio 19 organizzazioni da 8 paesi europei con l’obiettivo di definire nuove modalità per gestire le foreste individuando metodi di semina e piantagione innovativi e applicando sistemi di copertura del terreno con fibre di legno.
Inoltre, OneForest punta a ridefinire le operazioni forestali e industriali del legno sulla base di criteri di sostenibilità ambientale e socio-economica, grazie anche all’apporto degli enti pubblici e delle aziende della trasformazione del legno.
Tutti i risultati di OneForest saranno poi implementati nelle nuove foreste modello, che diventeranno parte di una Rete internazionale.
Per l’Italia partecipa l’Università di Trento, che sotto la guida di Lorenzo Brusetti dovrà verificare sia le possibilità di miglioramento dell’attività microbica del suolo tramite diverse pratiche selvicolturali, sia la sostenibilità dei biocomposti derivanti dagli scarti della lavorazione del legno, sviluppati dai partner del progetto e utilizzati per proteggere dal gelo le piante in crescita nei vivai forestali.
Le foreste non crescono però sole nelle aree abbandonate e nei luoghi isolati: sempre più spesso, infatti, le città piantano alberi e riforestano aree abbandonate.
I vantaggi sono parecchi: le piante contribuiscono a ridurre l’inquinamento e a contrastare l’effetto isola di calore e in più rafforzano la resilienza agli eventi meteo estremi e migliorano di chi in città ci vive.
Nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Ministero della transizione ecologica ha messo a disposizione 22 milioni di euro: la Città metropolitana di Milano si è attivata chiedendo ai comuni delle otto zone che fanno riferimento alla sua area di competenza di presentare progetti di riforestazione.
Il termine per presentare le proposte scade il 13 maggio 2022 e l’obiettivo è piantare 536.000 piante in tre anni, da raggiungere attraverso progetti per la formazione di boschi nei territori dei Comuni della Città metropolitana, con priorità alle aree destinate alla rigenerazione urbana, alle zone industriali e commerciali, alle aree dismesse e già oggetto di bonifica e alle aree agricole non più inserite nel processo produttivo.
Uno dei tasselli fondamentali dell’economia del legno sono i protocolli di certificazione, che servono a garantire che il legname provenga da foreste gestite in modo sostenibile e non sia stato oggetto di contrabbando o altre pratiche illegali.
Tra gli standard più conosciuti c’è senz’altro il Forest Stewardship Council, che promuove in tutto il mondo la gestione responsabile delle foreste.
Fsc Italia, nato nel 2001, dopo il blocco imposto dalla pandemia ha di recente scelto l’Orto botanico di Padova per celebrare il ventennale delle proprie attività nel nostro Paese.
I risultati sono significativi: in Italia ci sono oggi oltre 75.000 ettari di foreste certificate, con un aumento del 10% nell’ultimo anno e a oggi sono 22 i proprietari o i gruppi di gestori forestali che hanno scelto la certificazione Fsc.
Sempre nell’ultimo anno sono aumentate del 12,2% le certificazioni di filiera (carta, editoria, legno, arredo, imballaggi, sughero e tessile), a conferma della crescente attenzione per la sostenibilità di una parte importante del comparto produttivo del nostro Paese.