Non è certamente un buon periodo per l’industria italiana e la congiuntura economica lo dimostra, nonostante segnali positivi in certe aree – leggi Lombardia – e in un futuro di medio-lungo periodo anche nel settore energetico.
Secondo l’analisi congiunturale di Confindustria non ci troviamo in un buon periodo: il continente europeo è frenato dalla guerra in Ucraina, subendo contraccolpi nel settore energetico e delle materie prime, mentre Usa e Cina sono alle prese con inflazione ed emergenza sanitaria.
Inoltre, l’Europa sconta una forte incertezza sul futuro, che causa sfiducia dei mercati e lascia presagire un rincaro dei tassi di interesse, come già avveuto negli Stati Uniti.
Prima le buone notizie: la congiuntura economica in Lombardia
Secondo i dati della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi nel primo trimestre 2022 rispetto all’anno precedente, si è verificato un trend di crescita per produzione, fatturato e ordini.
A Milano, il quadro delinea nel primo trimestre 2022 un aumento congiunturale rispetto al quarto trimestre 2021 della produzione industriale e del fatturato milanese (+1,7% e +4,3% destagionalizzato). La crescita del fatturato lombardo è +1,7% destagionalizzato.
Per gli ordini interni la progressione congiunturale è ancora più marcata per l’industria milanese rispetto alla manifattura lombarda (rispettivamente +3,9% e +2,7% destagionalizzato), allo stesso modo degli ordini esteri per cui la performance milanese è migliore (+5,9% e +4% destagionalizzato).
Nel primo trimestre 2022, l’area metropolitana milanese è cresciuta in un anno del 9,6% per la produzione, meno del dato lombardo (+10,7% in un anno).
Se si considera la crescita netta del fatturato, sempre raffrontata al primo trimestre 2021, l’aumento è di 19,1% sia a livello regionale che locale.
Prosegue la crescita congiunturale anche a Monza e Brianza: il primo trimestre 2022 fa registrare un aumento rispetto al quarto trimestre 2021 sia della produzione industriale (+2,7% destagionalizzato), sia del fatturato (+1,2% destagionalizzato), così come le commesse acquisite dai mercati interni (+3,4% destagionalizzato) ed esteri con +1,1%.
Anche a Lodi la crescita congiunturale nel primo trimestre 2022 prosegue, grazie a un aumento rispetto al quarto trimestre 2021 della produzione industriale (+0,5% destagionalizzato), accompagnato dalla crescita del fatturato (+1,9% destagionalizzato) e dalle commesse acquisite dai mercati interni (+1,5% destagionalizzato) mentre gli ordini esteri risultano in calo di -1,5%.
La congiuntura industriale in Italia
Le notizie a livello nazionale non sono buone: lo scenario è in peggioramento a causa del rincaro dell’energia e dell materie prime. Per l’industria peggiorano tutti gli indicatori e l’export è atteso debole.
Il conflitto in Ucraina amplifica i rincari di energia e altre commodity, accresce la scarsità di materiali e l’incertezza. Sommandosi agli effetti dei contagi, ciò riduce il Pil nel 1° trimestre 2022 e allunga un’ombra sul 2°: l’andamento in aprile è compromesso e le prospettive sono cupe.
Il prezzo del petrolio ha raggiunto un picco di 133 dollari al barile a marzo e poi si è assestato in aprile a 105 (da 74 a dicembre).
Profilo simile per il gas naturale in Europa: picco a 227 euro/mwh a marzo e assestamento a 104 in aprile, che significa ancora +698% sul pre-Covid.
Il prezzo dell’elettricità in Italia continua a risentirne molto (+523% nello stesso periodo). I prezzi delle altre materie prime, con il conflitto, hanno accentuato i rincari: metalli +86%, cereali +77% a marzo da fine 2019.
Peggiorano tutti gli indicatori dell’industria: a marzo, si è accentuata l’erosione della fiducia delle imprese manifatturiere, già in atto da fine 2021.
L’export italiano cresceva prima del conflitto: +5,8% a dicembre-febbraio sui tre mesi precedenti, ben oltre i livelli pre-Covid. Buona parte dell’aumento era dovuta al rialzo dei prezzi sui mercati esteri (+2,8%).
Le prospettive di crescita per il settore dell’energia
Le difficoltà, spesso aprono la strada a soluzioni innovative, anche in settori fortemente penalizzati; è quello che sta accadendo nel settore dell’energia che sta conoscendo un’accelerazione forzata e senza precedenti.
Secondo una ricerca del Censis commissionata da Assosomm, l’associazione italiana delle agenzie per il Lavoro, nei prossimi 3/4 anni si potrebbe aprire uno scenario lavorativo positivo capace di offrire oltre 150.000 nuovi posti di lavoro.
Occorre però attivarsi rapidamente affinché nel settore delle energie rinnovabili domanda e offerta di lavoro si incontrino.
Queste, nello specifico, le figure professionali più ricercate nell’immediato futuro:
- tecnici esperti e designer in sistemi fotovoltaici e celle fotovoltaiche, tecnici manifatturieri di scaldabagni solari, elettricisti specializzati, tecnici installatori del solare, consulenti vendite di impianti fotovoltaici
- tecnici meccanici ed elettronici, designer delle turbine eoliche, installatori e macchinisti di generazione eolica, lavoratori di lastre di metallo delle turbine eoliche, consulenti vendite di impianti eolici
- manager per le energie rinnovabili, geometri ambientali, tecnici ecologi, geochimici, assicuratori ambientale, esperti giuridico-commerciale di energia rinnovabili, manager della programmazione energetica, operatori della centrale elettrica
- figure professionali legate al risparmio energetico – manutentori e installatori di impianti per il riscaldamento e il condizionamento a bassi consumi