L’industria del fast fashion è una delle principali responsabili dell’inquinamento e dei rifiuti nell’ambiente.
Questi ultimi comprendono capi di abbigliamento scartati, avanzi di soluzioni coloranti e tessuti rovinati a causa di trattamenti impropri. Ma i problemi legati a questo mondo non finiscono qui.
Il lato oscuro della moda
Fast fashion è un termine che si riferisce alla pratica di produrre abbigliamento in grandi quantità a costi molto bassi, per poi venderlo a prezzi accessibili.
L’industria è cresciuta rapidamente negli ultimi decenni e oggi rappresenta gran parte dell’abbigliamento venduto, nonché una delle maggiori cause dell’inquinamento globale secondo il Parlamento europeo.
Mentre si potrebbe pensare che i vestiti che si acquistano siano economici e convenienti, la verità è che hanno un costo elevato. Questo tipo di produzione presenta diversi aspetti negativi: produce quantità eccessive di rifiuti e inquinamento, sfrutta i lavoratori e riduce la qualità del suolo, del cibo e dell’acqua del nostro Pianeta.
Inoltre, i capi risentono fortemente del prezzo così basso, finendo per essere creati con tessuti scadenti. Questi ultimi possono avere effetti negativi sulla pelle, creando irritazioni o aggravando problemi già presenti.
In caso di dermatite, per esempio, è necessario prediligere stoffe traspiranti, costituite da cotone e lino, mentre è meglio evitare fibre sintetiche come il poliestere.
Come si legge in pagine di settore, per la disidrosi alle mani è importante fare attenzione al contatto con il nichel, le cui tracce possono talvolta trovarsi persino nei capi d’abbigliamento.
Insomma, controllare la composizione degli abiti non è solo questione di tutela dell’ambiente, ma anche di sé stessi e della propria pelle.
Come vestire sostenibile
Vestire sostenibile significa acquistare capi e accessori che abbiano un impatto minimo sull’ambiente. Si tratta di abiti realizzati con materiali riciclati o coltivati biologicamente, in modo da non esaurire le risorse naturali o danneggiare l’ambiente.
Inoltre, nascono per durare più a lungo dei capi tradizionali e spesso possono essere riparati o riciclati alla fine della loro vita.
Quando si parla di moda sostenibile, ci sono molti modi per avere un impatto sull’ambiente. Possiamo acquistare abiti di seconda mano o di marchi specifici che utilizzano materiali riciclati.
Più ci rivolgiamo al second hand, meno rifiuti originiamo e meno risorse vengono utilizzate per produrre nuove collezioni. È un’idea relativamente semplice: se si comprano vestiti nuovi, si crea domanda di altri vestiti; ma se viene data una nuova vita a quelli vecchi questo circolo vizioso si spezza.
Tuttavia, una delle cose più importanti che possiamo fare è acquistare con responsabilità. Questo significa comprare meno in generale e indossare più volte ciò che abbiamo prima di prendere nuovi capi.
Significa anche cercare vestiti con un imballaggio minimo, dato che i packaging in plastica sono un problema in termini di inquinamento, come le camicie che vengono fornite in scatole di cartone.
I vantaggi del vestire sostenibile sono evidenti: fa bene al portafoglio, all’ambiente e al guardaroba.