Avanti sulla strada del deposito cauzionale: fa bene all’ambiente e ci fa risparmiare. La chiave di lettura di un mondo libero dai rifiuti è il riutilizzo e con una piccola cauzione, può funzionare meglio.
Il meccanismo del sistema di deposito cauzionale (Deposit Return System – Drs) è semplice e non riguarda solo il vetro, ma anche plastica e metalli.
In sostanza, al consumatore viene chiesto di pagare, al momento dell’acquisto, una piccola cauzione per il contenitore. Dopo aver consumato il prodotto, il cittadino riconsegna il contenitore al punto vendita e viene rimborsato della cauzione.
Per il cittadino la sua buona azione si conclude qui, ma per l’imballaggio il viaggio continua: viene selezionato e conteggiato; il materiale raccolto viene riciclato; infine, viene generato un nuovo materiale per ricreare dei contenitori.
E si ricomincia in maniera circolare: si ricicla, si riusa, non si spreca. In un sistema di Drs il consumatore compra il contenuto e prende in prestito l’imballaggio. Del vuoto a rendere noi di Green Planner avevamo già parlato.
È una vecchia usanza praticata anche in Italia, che consisteva nel lasciare un deposito in denaro al negoziante – parliamo ancora del periodo in cui circolava la Lira come moneta – che veniva restituito alla riconsegna delle bottiglie in vetro.
Poco importava che contenessero latte, birra o acqua: la procedura rimaneva la stessa per qualsiasi prodotto. A partire dagli anni ’60 questa virtuosa pratica si è un po’ persa e anche le bottiglie di vetro sono diventate usa e getta.
Oggi il vuoto a rendere potrebbe essere un’opportunità per contrastare i problemi della filiera del vetro. Secondo quanto attesta Certiquality, l’organismo di certificazione fondato da Federchimica e Assolombarda, il vuoto a rendere, permetterà di ridurre sia il consumo energetico sia, per oltre 1/3, le emissioni di gas serra.
Cosa pensa di fare l’Italia con il deposito cauzionale
Con l’arrivo dell’estate pensiamo a dove andare a rilassarci per trascorrere le vacanze, magari in una delle splendide località balneari che si trova tra gli 8mila km di coste italiane che hanno un grande continuo bisogno di affrontare il problema della dispersione dei rifiuti plastici nei mari.
Secondo il rapporto The Mediterranean: Mare plasticum, dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iunc), l’Italia, l’Egitto e la Turchia sono i maggiori responsabili dello sversamento di rifiuti plastici nel Mediterraneo dove finiscono circa 300mila tonnellate di rifiuti di plastica, equivalente a oltre 500 container al giorno.
Senza interventi di grande portata, questa situazione continuerà a peggiorare fino a raggiungere le 500mila tonnellate entro il 2040.
Ce lo spiega Silvia Ricci, coordinatrice della campagna A Buon Rendere – Molto più di un vuoto, intervenuta durante il convegno Allineare l’Italia alle esperienze europee per massimizzare la circolarità delle risorse.
L’Italia è uno tra i primi Paesi al mondo per consumo di acqua in bottiglia: si consumano ogni anno oltre 10miliardi di bevande contenute in bottiglie di plastica, ma quelle che vengono riciclate sono meno del 40%.
“I tempi per la legge sul deposito cauzionale sono maturi” ci dice Enzo Favoino, responsabile scientifico della campagna A Buon Rendere e lo confermano i dati del sondaggio realizzato da AstraRicerche lo scorso febbraio.
Una ricerca condotta su un campione di oltre 1.000 interviste a cittadini tra i 18-65enni residenti in Italia, da cui è emerso che oltre l’80% degli italiani vuole un Sistema Cauzionale sugli imballaggi monouso.
Ma nonostante questa consapevolezza, c’è un dato un po’ allarmante, che si rileva dallo stesso sondaggio: poco più del 40% degli intervistati afferma di non aver mai sentito parlare di sistemi di deposito cauzionale: scatta quindi la necessità di pensare a una strutturata e corretta informazione, possibilmente gestita a più voci e che coinvolga le amministrazioni pubbliche locali e nazionali, il mondo delle imprese e dell’associazionismo e tutti gli stakeholder sensibili al tema per comunicare ai cittadini, rendendoli così più responsabili e consapevolmente operativi.
Secondo un recente studio di What we waste, sono oltre 7 miliardi i contenitori di bevande che sfuggono al riciclo in Italia.
“Per i produttori di bevande – conferma Silvia Ricci – il Drs può far raggiungere gli obiettivi della direttiva europea Sup: 25% al 2025 e 30% al 2030, con in particolare un buon risultato che arriverà fino a 90% di raccolta al 2029 per le bottiglie in plastica“.
“I Sistemi Cauzionali contribuiscono a una maggiore circolarità nell’impiego delle risorse con benefici per l’ambiente e l’economia. Al contrario, posticipare delle soluzioni invece di anticiparle, genera costi e incertezza che non aiutano le aziende“.
L’Europa si è mossa quindi in direzione di un recupero del vuoto a rendere. la direttiva Sup sulla plastica monouso, prevede “un sistema di raccolta selettiva in base al quale il consumatore paga una piccola cauzione completamente rimborsabile in aggiunta al prezzo di vendita di un prodotto“.
I virtuosismi dall’Europa e dal mondo
Esempi virtuosi di economia circolare con i sistemi di deposito cauzionale arrivano in particolare dal Nord Europa, da Paesi come la Lituania e la Svezia.
La Svezia pratica il pant, che significa deposito, dalla metà degli anni ’80. In media, ogni anno, gli svedesi riciclano circa 180 lattine e bottiglie di Pet a persona, quasi 17mila tonnellate di alluminio e più di 20mila tonnellate di bottiglie in Pet, trasformate in nuove lattine e bottiglie.
“Oltre l’80% di tutte le lattine e le bottiglie in Pet vendute in Svezia vengono riciclate tramite il sistema” afferma Bengt Lagerman, Ad del Sistema svedese Returnpack-Pantamera, intervenuto al convegno, aggiungendo che è fondamentale una diffusa comunicazione ai cittadini/consumatori.
“L’obiettivo è raggiungere il 90%, ma le vendite e il consumo aumentano continuamente, i giovani adulti consumano molto, quindi dobbiamo fare di più per influenzare atteggiamenti e comportamenti“.
Al centro delle politiche europee, c’è anche l’eco-innovazione e lo sa bene la Lituania, come ci racconta Gintaras Varnas, direttore generale di Usad: “un sondaggio effettuato recentemente tra i cittadini lituani, mette in luce la loro percezione verso il sistema di deposito cauzionale, con un indice di soddisfazione di ben oltre il 90% della popolazione, della quale, oltre l’80% ha trovato utile applicare il Drs per la raccolta differenziata di altri materiali“.
Secondo i dati di Eurostat, il Paese baltico è particolarmente responsabile verso l’ambiente: è passato da una percentuale di riciclo di imballaggi in plastica, vetro e metallo, che si aggirava a poco più del 30% del 2016, a oltre il 70%, arrivando al 90% nel 2017.
Finora, sono stati raccolti circa 3 miliardi di contenitori. Secondo Legambiente, poi, in Germania il vuoto a rendere è regolamentato dagli inizi degli anni ’90, in Danimarca è obbligatorio quello delle bottiglie di vetro e in Norvegia è applicato anche alle lattine.
Se ci spostiamo poi, oltre oceano, vediamo anche lì una certa sensibilità al tema che sta dando i suoi buoni frutti. Come rileva uno studio presentato dall’associazione Comuni Virtuosi, in Canada, con la restituzione della cauzione si recupera circa l’80% dei contenitori per bevande non ricaricabili venduti.
Interessanti poi, anche i dati che arrivano dagli Stati Uniti, dove, gli Stati regolamentati dalle leggi sul deposito dei contenitori, riciclano tra il 50% e il 90% dei contenitori, mentre, negli Stati in cui non sono in vigore le norme per praticare il deposito è di circa il 30%.
Una strategia, quindi quella del sistema di deposito cauzionale che permette ai cittadini, alle amministrazioni e alle imprese di risparmiare, migliorando contemporaneamente il sistema di riciclo e riducendo l’inquinamento ambientale.
Un sistema che non costa nulla ai cittadini, perché viene gestito e finanziato dai produttori di bevande. Un sistema che permette una reale gestione circolare dei contenitori di bevande, con materiali puliti che rimangono nei cicli produttivi generando anche nuova occupazione green.
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