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Fondi per Habitat e natura: li stanzia la Commissione europea

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Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

La Commissione europea adotta un atto legislativo per il ripristino della natura in Europa che aiuti a mettere in campo azioni di riparazione degli habitat europei che versano in cattive condizioni

I cittadini europei chiedono di ridurre drasticamente i pesticidi e i fertilizzanti chimici in tutti i tipi di aziende agricole e auspicano lo sviluppo di un’agricoltura Sostenibile, che preveda il rispetto della natura e dei lavoratori.

Lo afferma la Commissione europea stessa in occasione dell’adozione di un atto normativo che non ha uguali, con l’obiettivo di ripristinare gli ecosistemi danneggiati e riportare la natura in tutta Europa, dai terreni agricoli e i mari alle foreste e agli ambienti urbani.

La Commissione ha così proposto di ridurre del 50% l’uso e il rischio dei pesticidi chimici entro il 2030. Queste proposte legislative faro – che fanno seguito alle strategie Biodiversità e Dal produttore al consumatore – dovrebbero contribuire a garantire la resilienza e la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare nell’Ue.

Con questo primo atto legislativo che mira esplicitamente a ripristinare la natura in Europa, si punta ad adottare azioni per riparare l’80% degli habitat europei che versano in cattive condizioni e a riportare la natura in tutti gli ecosistemi, dalle foreste e dai terreni agricoli agli ecosistemi marini, di acqua dolce e urbani.

In base alla presente proposta sul ripristino della natura, saranno assegnati a tutti gli Stati membri obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in vari ecosistemi, a integrazione delle normative esistenti.

L’obiettivo è far sì che le misure di ripristino coprano almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Ue entro il 2030 e si estendano infine a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.

Gli obiettivi proposti comprendono:

  • l’inversione del declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e, successivamente, l’aumento di queste popolazioni
  • nessuna perdita netta di spazi verdi urbani entro il 2030, un aumento del 5% entro il 2050, una copertura arborea minima del 10% in ogni città, piccola città e periferia europea e un guadagno netto di spazi verdi integrati negli edifici e nelle infrastrutture
  • negli ecosistemi agricoli, l’aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva per le farfalle comuni, l’avifauna nelle aree agricole, il carbonio organico nei suoli minerali coltivati e gli elementi caratteristici del paesaggio ad alta diversità sui terreni agricoli
  • il ripristino e la riumidificazione delle torbiere drenate a uso agricolo e nei siti di estrazione della torba
  • negli ecosistemi forestali, l’aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva per quanto riguarda la connettività delle foreste, il legno morto, la percentuale di foreste disetanee, l’avifauna forestale e le riserve di carbonio organico
  • il ripristino degli habitat marini quali le colture marine o i fondali di sedimenti e il ripristino degli habitat di specie marine emblematiche quali delfini e focene, squali e uccelli marini
  • l’eliminazione delle barriere fluviali in modo che almeno 25.000 km di fiumi siano trasformati in fiumi a flusso libero entro il 2030

La parola ora passa al Parlamento europeo e al Consiglio, nell’ambito della procedura legislativa ordinaria. Dopo la loro adozione, l’impatto sul terreno sarà graduale.

Le misure di ripristino della natura dovranno essere attuate entro il 2030, mentre gli obiettivi in materia di pesticidi dovrebbero essere conseguiti entro il 2030. Intanto c’è anche un budget di circa 100 miliardi di euro destinati alla biodiversità e al ripristino.

Plaudono anche i verdi europei. Anche se l’eurodeputata Eleonora Evi (co-portavoce italiana di Europa Verde) sottolinea come purtroppo dal progetto di legge siano state escluse le torbiere, o meglio “gli obiettivi sono stati annacquati all’ultimo minuto sotto la pressione dell’industria agricola. Una grave lacuna per il raggiungimento degli obiettivi climatici.

È questo il momento di promuovere e sostenere il passaggio a pratiche agricole sostenibili, supportando gli agricoltori nella fase di transizione, pertanto ci batteremo non solo per il ripristino su larga scala delle zone umide, ma anche per costruire un settore agricolo europeo resiliente che lavori non contro la natura, ma come suo alleato“.

Intanto, Stella Kyriakides, commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare  ha sottolineato che la “politica agricola comune sosterrà finanziariamente gli agricoltori per coprire tutti i costi delle nuove norme per un periodo di 5 anni. Nessuno sarà lasciato indietro“.

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