Che si tratti di cambiare vita o di superare i limiti della resistenza fisica, una cosa è certa: la sostenibilità e l’attenzione al risparmio energetico c’entrano sempre.
Vendere casa, mollare (quasi tutto) e iniziare una nuova vita. Già così non è una cosa alla portata di tutti, ma se poi ci sono tre figli piccoli in ballo, la cosa assume le proporzioni di un’impresa epica.
Eppure, c’è chi l’ha fatto e nella sua nuova vita si trova davvero bene, forse perché questa nuova vita si svolge (anche) in mare.
Protagonisti di questa storia sono Stefano, Sara, Iago, Nina e Timo, che insieme al cane Pepper compongono la famiglia Barberis, che dall’ottobre 2021 stanno navigando il Mediterraneo sulla loro barca, la Shibumi.
La scelta della famiglia Barberis fin da subito si è caratterizzata per l’attenzione alla scienza e alla sostenibilità: la Shibumi è infatti un vero laboratorio tra le onde, in cui, oltre a monitorare attentamente i consumi, vengono utilizzate e studiate le energie rinnovabili.
Non solo: a bordo della Shibumi sono stati installati un telescopio per la rilevazione dei raggi cosmici – Stefano è un fisico dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – e un sensore che misura l’inquinamento luminoso.
Inoltre, un viaggio in barca consente di dare una testimonianza di prima mano delle condizioni dei mari, in particolare rispetto al tema delle plastiche e dei detriti galleggianti.
Della loro esperienza, degli aspetti personali, famigliari e scientifici di una scelta così inusuale i Barberis parleranno in un evento che si terrà mercoledì 29 di giugno presso l’ex Fornace Gole, al 16 dell’Alzaia Naviglio Pavese a Milano.
Se c’è chi cambia vita e mette tutto in una barca, c’è poi chi mette tutto quello che gli serve per sopravvivere a 560 chilometri di corsa non stop in uno zaino sulle spalle, impresa riassunta nella formula ultramaratona By Packing.
Simone Leo, ambassador di Oprey, azienda specializzata nella produzione di zaini di altissima qualità e completamente sostenibili, partirà il 9 luglio per un trail di 7/8 giorni potendo portare con sé solo lo zaino e un rilevatore Gps.
Una sfida che segna l’esodio nelle gare senza assistenza personale di Leo, che ha già concluso 9 gare sopra i 200 chilometri, tra cui la Badwater nella caldissima Death Valley e la Arrowhead tra i ghiacci del Minnesota.