Nel Consiglio Ambiente dell’Unione europea si discuterà della richiesta di 5 Paesi membri, tra i quali l’Italia, di rinviare al 2040, invece che al 2035, il blocco delle vendite di auto con motore endotermico; per tutti un grave errore!
Se l’Europa vuole rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, fermare la vendita di auto a motore endotermico nel 2035 è già tardi… figuriamo rimandare la decisione 5 anni più tardi. Non si vedono già oggi gli effetti di un’economia basata sulle fonti fossili?
Gli argomenti di chi ostacola il phase out si limitano alla perdita di posti di lavoro e a una crisi dell’indotto economico ma, al contrario, per Federico Spadini di Greenpeace Italia “Rimandare ulteriormente la transizione del settore automotive è un grave errore, perché danneggerebbe il clima e anche la nostra economia.
Chiediamo al governo italiano e ai governi europei di non perdere l’occasione di mettere fine all’era delle auto inquinanti e di vietare le vendite ben prima del 2035. Dobbiamo accelerare la transizione all’elettrico, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e delle relative infrastrutture e le forme di mobilità alternativa“.
Questo tsunami economico, che porterebbe alla perdita di posti di lavoro e di competitività per la nostra industria automobilistica, infatti, è smentito da diversi studi specialistici (per esempio Is e-mobility a green boost for european automotive jobs?).
Molto dura la reazione di Eleonora Evi e Angelo Bonelli di Europa Verde per i quali la decisione dell’Italia di chiedere di posticipare al 2040 lo stop della auto a diesel e benzina “è l’ultimo atto di un dramma che va avanti da troppo tempo e che ignora l’emergenza climatica che ci travolge, come dimostrano anche le sconsiderate parole di Cingolani sull’allarmante fenomeno della siccità, da lui ritenuto quasi ineluttabile.
Come si fa a non capire che il problema delle emissioni è strettamente legato a quello climatico? Chiedere la proroga per i veicoli a combustione significa, di fatto, ostacolare la transizione ecologica e quindi la creazione di milioni di nuovi posti di lavoro e condannare i cittadini a soccombere alla crisi climatica e sociale in corso.
Il Ministro Giorgetti che rivendica con orgoglio di essere stati i primi a non firmare per la Cop26 di Glasgow il documento Full Electric e che ringrazia Cingolani per il supporto che gli sta fornendo, è l’emblema di un Paese allo sbando, che non solo imbocca contromano l’autostrada europea della transizione ecologica, ma che addirittura se ne compiace, rivelando una miopia politica che non è più tollerabile“.
Per Veronica Aneris, direttrice di Transport & Environment Italia, Mario Draghi deve essere chiaro su questo punto: “il governo che sta guidando è impegnato sul fronte delle questioni climatiche o no? Sarebbe uno scandalo per un governo nato all’insegna degli impegni in favore della transizione ecologica allearsi con Bulgaria e Romania sulle questioni climatiche“.
Anche perché l’industria e il mercato guardano decisamente verso la mobilità elettrica e la politica – quella ancorata alle fonti fossili – invece rischia di restare indietro e di frenare la transizione ecologica e i suoi benefici ambientali ed economici.
Per esempio la startup GasGas – che si occupa dell’installazione di colonnine di ricarica elettrica – che un anno fa annunciava l’apertura della sua prima campagna di equity crowdfunding, conclusasi con successo.
A cui è seguito un aumento di capitale ha portato in società una serie di investitori professionali che non erano riusciti a entrare in campagna, chiudendo il capitale raccolto nel corso del 2021 a 700mila euro. Segno che all’elettrico si guarda con favore.
Ma anche le case automobilistiche non sono rimaste ad aspettare le scelte della politica. Dopo i tanti miliardi investiti da Volkswagen sull’elettrico, arriva l’annuncio di Jaguar di vendere soltanto auto elettriche a partire dal 2025, dieci anni in anticipo sulla normativa europea.
“Una scelta in linea con il nostro spirito pioneristico e innovativo e con la strategia Reimagine; puntiamo a stabilire nuovi parametri di riferimento in termini di qualità, tecnologia e sostenibilità” ha dichiarato Marco Santucci, Ceo Jaguar Land Rover Italia.
Per il manager la salvaguardia dei posti di lavoro non può che avvenire con il sostegno dei governi, ma è impensabile che si cerchi di salvare posti di lavoro bloccando il progresso e la diffusione delle nuove tecnologie.
Lo dimostrano gli investimenti previsti per la mobilità elettrica nell’ambito dell’American Jobs Plan da 2.000 miliardi di dollari: 174 miliardi per vincere la corsa globale dei veicoli elettrici contro Cina ed Europa.
Se perdiamo questa corsa, allora sì sarà catastrofe; non solo economica ma anche climatica!