Abbiamo chiesto ai giovani rappresentanti di Europa Verde e Sinistra Italiana di entrare nel merito dell’alleanza in vista delle elezioni del 25 settembre, per approfondire cosa vuol dire impegnarsi per una politica verde con nuove energie.
Eleonora Evi ha anticipato a Greenplanner.it l’elaborazione di un programma per organizzare un tour di Nuove Energie in tutta Italia.
Quali sono e perché sono fondamentali?
“Le nuove energie sono sempre fondamentali quando ci accorgiamo di vivere un periodo buio della nostra vita, così io credo sia anche nella politica italiana degli ultimi anni, immobile di fronte alle grandi crisi del nostro tempo, da quella climatica a quella sociale” spiega Luca Testoni, responsabile territori Unione dei Giovani di Sinistra.
“Abbiamo bisogno di convertire il nero del carbone con il verde delle rinnovabili. Abbiamo bisogno di nuovi e rinnovati trasporti pubblici, per dare aria fresca e pulita alle nostre città. Abbiamo bisogno di nuovi modi di interpretare l’agricoltura, diminuendo il consumo di acqua e aumentando la produzione con tecniche innovative.
Abbiamo bisogno di nuove energie nel campo sociale, nel mercato del lavoro dove troppi giovani scappano per salari irrisori e contratti troppo precari (1/3 dei contratti dura meno di un mese)“.
“E poi – continua Testoni – abbiamo bisogno di Nuove Energie in un Parlamento troppo vecchio, che deve iniziare a rappresentare i giovani in una sfida, quella climatica e sociale, intergenerazionale“.
Francesca Cucchiara, consigliera al Comune di Milano di Europa Verde, in merito a una partecipazione politica rinnovata ha le idee chiare: “Non possiamo pensare di porre rimedio alla crisi con lo stesso sistema che l’ha generata, cioè con un modello capitalista estrattivista che sfrutta le persone così come le risorse naturali“.
“Questo – continua Cucchiara – vuol dire ammettere che dobbiamo ripensare a un modello nuovo, che potremmo definire ecologista, che antepone gli interessi della collettività a quelli personalistici, che tutela le nuove generazioni, che non lascia indietro i più fragili e che rispetta gli altri esseri viventi (a volte ce ne dimentichiamo ma non siamo i soli su questa Terra). Tutto questo deve tradursi in una proposta politica, era quello che mancava ed è quello che vogliamo portare avanti“.
Per elaborare un nuovo modello politico, capace di rispondere alle esigenze del nostro tempo, è indispensabile coinvolgere e mobilitare giovani e meno giovani. Serve un progetto aperto e inclusivo. Da dove si parte?
“È importante raccogliere le energie del civismo, anche perché non sono solo i partiti che fanno politica. Alla fine ciò che ci deve accomunare al di là dei nomi, dei loghi e degli slogan è la condivisione di idee, proposte e soprattutto di valori”, spiega Francesca Cucchiara.
Inoltre, le reti civiche portano con sé un valore aggiunto: la conoscenza diretta del territorio. Dunque, facilitano la connessione tra persone e istituzioni e offrono la possibilità di far sentire la propria voce a chi non si sente integrato nelle decisioni politiche.
“Noi – aggiunge Testoni – crediamo in un diverso modello di sviluppo, partecipato e collettivo. Un esempio? Il caso della provincia di Foggia che ha riprogettato i trasporti pubblici, sviluppando direttamente con i cittadini, le associazioni, quelle reti civiche, i nuovi trasporti per la Provincia. Diventando oggetto di studio da parte delle Università italiane“.
Tra le sfide della giustizia sociale c’è l’intercettazione dei più fragili, quell’elettorato che afferma di non riconoscersi nella rappresentanza politica.
“Leggevo che l’elettorato della Meloni è composto in gran parte dalle casalinghe. Se ci pensiamo è paradossale che un ceto sociale così fragile non riesca a essere intercettato dalla sinistra, che per tradizione ha sempre guardato ai più vulnerabili.
Le soluzioni delle destre estreme sono semplicistiche, parlano al ventre delle persone, sono sempre pronte a innescare una guerra fra poveri.
Questo, in parte mi spaventa, in parte mi porta a pensare che se vogliamo vincere la Meloni e compagnia, la composizione delle alleanze è cruciale. Dobbiamo saper comunicare e dare risposte alle fasce sociali più fragili e più povere, sulle quali attecchiscono i discorsi dell’estrema destra“, spiega Cucchiara.
Del resto, come specifica Erica Soana dell’esecutivo nazionale dei Giovani Europeisti Verdi, “la campagna più vincente è proprio quella che lavora sui temi e non sulla mera ricerca di un’alternativa alla destra“.
Oggi le categorie più vulnerabili sono in aumento, complice anche la pandemia che ha inasprito le differenze sociali già esistenti. I dati Istat parlano chiaro: nel 2021 sono circa 1,9 milioni le famiglie italiane in povertà assoluta. In crescita anche i lavoratori che, nonostante lo stipendio, faticano ad arrivare a fine mese.
“Per questo – sottolinea Luca Testoni – vogliamo introdurre il salario minimo a 10 euro l’ora, per togliere coloro che lavorano dalla povertà. Oltre ciò, è necessario eliminare il part-time involontario per le donne del nostro Paese, una condizione di subalternità inaccettabile.
Noi vogliamo agire su più fronti partendo da una riforma complessa del sistema fiscale, oggi regressivo (cioè paga meno tasse chi è super ricco), anche attraverso una patrimoniale all’1% più ricco del Paese per finanziare la scuola gratuita, dalla culla all’università, perché quello è il motore dell’emancipazione”.
Per un Italia che corre senza lasciare indietro nessuno “vogliamo disboscare la selva di contratti precari per dare dignità al lavoro e aumentare i posti, come fatto in Spagna. Vogliamo investire in una filiera industriale sulle rinnovabili che dia lavoro a chi un lavoro non ce l’ha“.
Si parla spesso dei giovani e del loro rapporto con la politica. Pensate che lo sguardo di un under30 possa dare un valore aggiunto nell’interpretazione delle necessità del Paese? Qual è la vostra opinione da insider?
“Vorrei che i giovani non se ne andassero dal nostro Paese. Viviamo in una società che ci propone infinite possibilità per poi non avere nessuna certezza. Chissà se riuscirai ad avere la pensione, chissà se riesci ad avere una casa, chissà se trovi un lavoro, chissà se ti rinnovano il contratto.
Credo sia importantissimo tornare a parlare di salario minimo e di diritto alla casa e del tempo. Non è possibile lavorare dodici ore al giorno e pensare che questo sia normale. Credo che la partecipazione dei giovani sia fondamentale, portiamo prospettive diverse e, credo, riusciamo a dialogare di più con i movimenti giovanili che hanno portato e stanno portando avanti, le battaglie sul clima.
E soprattutto, credo possiamo parlare meglio con quello che, ahimè, chiamano il primo partito d’Italia: quello dell’astensionismo, che purtroppo in gran parte è composto da giovani“, conclude Francesca Cucchiara.
Una riflessione confermata anche dalle parole di Luca Testoni: “penso a chi fa politica nelle piazze scioperando per il clima, i nostri vecchi politici si sarebbero resi conto della catastrofe che stiamo attraversando?
Penso a chi sciopera per il lavoro, spesso sono giovani che chiedono una cosa semplice: un lavoro stabile e dignitoso, per crearsi un futuro. Penso ai giovani che combattono in Università e nelle scuole per migliorare il sistema scolastico.
Insomma, un lungo elenco di azioni che i giovani, con la loro mente fresca e le loro nuove energie, sono in grado di mettere in campo per segnalare problematiche che i più navigati della politica non riescono a vedere“.
Per le sfide che verranno, dunque, la parola chiave è intergenerazionalità. Perchè per una politica inclusiva servono esperienza e comunicazione innovativa. E, per questo, anche il ruolo dei più giovani è centrale: con passione e partecipazione possono riaccendere la fiamma della speranza del cambiamento.