L’Italia va a fuoco e non solo per le temperature bollenti: lo si nota calcolando le uscite dei vigili del fuoco per domare gli incendi. Una mappa virtuale ora permette la visulazzazione e lo spettacolo è inimmaginabile
A guardare la Mappa degli incendi nel pianeta – resa disponibile dal Greenpeace Italia su dati satellitari acquisiti dal sensore Modis a bordo dei satelliti Terra e Aqua della Nasa – viene da stare male: l’Italia brucia sempre di più.
Il dubbio è che ci si possa abituare come quando vedi i roghi in tv: succede agli altri… Eppure gli incendi fanno male molto male anche a chi li respira a chilometri di distanza.
Nell’ultimo mese, complice anche la siccità che da tempo affligge il nostro Paese, migliaia di roghi hanno devastato diverse zone dell’Italia.
Gli interventi dei Vigili del Fuoco per domare incendi boschivi e di altre aree di vegetazione ammontano a oltre 33 mila dal 15 giugno a oggi: un numero di gran lunga superiore a quelli svolti nello stesso periodo dello scorso anno.
A pagare le spese – lo denunciano Lndc Animal Protection, Leidaa e Oipa – sono anche gli animali selvatici che vedono andare in fumo quella che fino a ieri era la loro casa e il loro habitat. Un disastro ambientale ogni anno più grave che mette a serio rischio la biodiversità.
Visualizzare in tempo reale i focolai attivi nel mondo, secondo GreenPpeace, permette a chiunque di capire l’immenso problema dove le attività umane sono attualmente responsabili della stragrande maggioranza degli incendi.
Spesso vengono appiccati per rimuovere in maniera rapida ed economica la foresta o altri ecosistemi e fare spazio a pascoli e piantagioni, in gran parte monoculture di alberi per la produzione di carta, di palma da olio, oppure di soia per la produzione di mangimi.
Inoltre, miniere e megaprogetti (dighe, autostrade, ferrovie per trasporto merci…) frammentano la foresta e alterano l’ambiente rendendolo più vulnerabile ai cambiamenti climatici e quindi a incendi sempre più frequenti e intensi. Più una foresta è degradata, maggiore è il rischio che possa bruciare.
Fondamentale – sempre secondo Greenpeace Italia – sarà dedicare più risorse non solo al controllo, ma soprattutto alla prevenzione degli incendi, che provocano ingenti emissioni di gas serra e drammatiche perdite di vite umane e di biodiversità.
Per farlo, dobbiamo innanzitutto rafforzare, su scala globale, la resistenza e resilienza degli ecosistemi forestali, proteggendoli e favorendone la capacità di trattenere e assorbire carbonio.
È inoltre necessario aggiornare e migliorare il modello di lotta agli incendi, passando da un approccio emergenziale a uno di prevenzione e governo dei roghi.
Leidaa, Lndc Animal Protection e Oipa hanno scritto al Ministro della Transizione Ecologica e a tutti i presidenti di Regione ricordando l’importanza degli animali selvatici e della biodiversità, sancita anche dall’articolo 9 della Costituzione, e chiedendo che vengano particolarmente tutelati in questo periodo così difficile.
In particolare, le associazioni animaliste hanno chiesto che venga sospesa ogni attività venatoria nei mesi a venire sia nei territori direttamente coinvolti dagli incendi sia in quelli limitrofi, perché gli animali che hanno perso il loro habitat devono poter trovare un rifugio sicuro senza doversi anche preoccupare di scappare dai cacciatori.
Speriamo che anche se il Governo è in scadenza prenda a cuore il tema. Intanto la Commissione europea ha presentato il Wildfire Risk Assessment una valutazione paneuropea del rischio di incendi boschivi Lo strumento punta a fornire dati armonizzati e permette una valutazione comparabile dei rischi di incendio boschivo nei Paesi della regione paneuropea.
Grazie a un metodo armonizzato, lo strumento aiuterà l’UE, gli Stati membri e altri paesi della regione paneuropea a proteggere vite e ambienti rurali.
Avvalendosi dei dati degli ultimi 20 anni, lo strumento, che è frutto della collaborazione tra la Commissione e specialisti antincendio di 43 paesi, offre una panoramica dei rischi strutturali attuali e apporta una soluzione alla diversità dei metodi di valutazione degli incendi applicati per diversi territori, cosa che di per sé può costituire un ostacolo alla valutazione dei rischi in certe regioni, specie quelle in cui scoppiano incendi transfrontalieri che coinvolgono più paesi.
A livello nazionale lo strumento può aiutare i governi e le autorità preposte alla gestione delle catastrofi a integrare gli indicatori di valutazione dei rischi nei piani di prevenzione, mitigazione e preparazione, aspetto particolarmente importante per i paesi a rischio di incendio.
La valutazione dei rischi d’incendio sosterrà iniziative dell’UE quali il meccanismo di protezione civile, il Fondo di solidarietà dell’UE o l’attuazione del regolamento sullo sviluppo rurale nell’individuare le aree più soggette a rischio di incendio medio e elevato.
Quest’estate l’Unione europea ha mobilitato aerei, personale ed elicotteri antincendio, attivando il meccanismo di protezione civile e RescEU, per aiutare gli Stati membri e i paesi vicini a combattere incendi boschivi dagli effetti devastanti.
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