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Energia, ambiente e digitale, ecco come affrontare il futuro prossimo

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aree montane
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Il prossimo 25 settembre si voteranno i nuovi rappresentanti politici che dovranno governarci guardano al futuro: non servono più piani a breve respiro ma occorre costruire l’Italia dei prossimi 10 anni. Come? Con iniziative per l’energia, l’ambiente, la digitalizzazione e l’attenzione alle comunità

Non servono più sterili polemiche su argomenti che non risolvono i problemi strutturali del nostro Paese: l’ambiente, le energie rinnovabili, le comunità locali e la transizione ecologica e digitale.

Serve uno sguardo di ampio respiro per costruire l’Italia dei prossimi 10 anni… quella dei prossimi 3 mesi serve giusto per le polemiche elettorali e non portano – come vediamo ormai da anni – a nessun risultato.

Siccità, cambiamenti climatici, energie pulite, mobilità a misura d’uomo e meno impattante sull’ambiente, tutela del suolo, attenzione alle persone e ai loro diritti – salute in primis – sviluppo del lavoro.

Tanti temi pratici a cui il Pnrr può fornire la copertura economica per realizzare progetti che aiutino a creare un Paese più moderno e Green.

Proposte concrete per un’Italia degli enti locali più Green

Le comunità montane e gli Enti locali sono, in questa visione prospettica, strumenti decisivi per la creazione di nuove opportunità di sviluppo socio-economico, per mettere a terra i progetti di innovazione e, soprattutto, per agire laddove è necesario ridurre le differenze e i divari.

Equità, non solo uguaglianza: per questo vanno estesi i diritti e non limitati, vannno aiutate le persone che non ce la fanno economicamente, vanno creati nuovi servizi a tutela di anziani e persone con disabilità. C’è tanto da fare.

Soprattutto, servono maggiori investimenti e impegno politico per i piccoli comuni e i territori montani e le comunità che li vivono, lavorando per fermare il loro abbandono, lo spopolamento e la desertificazione.

Perché sono così importanti i piccoli comuni e i territori montani? Perché il 58,2% del territorio italiano è montano e ha una popolazione di 14milioni di abitanti, in oltre 4.200 Comuni.

I piccoli Comuni italiani (con meno di 5mila abitanti) sono 5.552 e rappresentano il 69,7% dei 7.960 Comuni del Paese. La densità imprenditoriale nei piccoli Comuni italiani è di 10,4 imprese per 100 residenti contro una media del Paese di 8,5.

Qui però mancano i servizi: un paio di esempi su tutti. La diffusione della banda ultralarga copre soltanto il 17,4% delle utenze servite contro una media nazionale del 66,9. I laureati sono soltanto 7,1 ogni 100 abitanti contro una media nazionale del 10,8.

Inoltre, nei piccoli Comuni c’è una casa vuota ogni due occupate: solo il 15% di quelle disponibili ospiterebbero 300mila abitanti e le opere di adeguamento edilizie potrebbero valere 2 miliardi di euro nella rigenerazione.

Utilizzando un quarto delle superfici coltivate abbandonate negli ultimi 20 anni, avremmo 125mila nuove aziende agricole di 12 ettari ciascuna.

Per questo Uncem, che rappresenta da 70 anni queste realtà, propone cinque punti su cui la Politica dovrebbe riflettere e mettere a punto proposte concrete per lo sviluppo di territori fondamentali per la crescita italiana.

Le cinque parole chiave della ripresa degli enti locali

Autonomia: responsabilità civile e amministrativa, sobrietà, cooperazione, solidarietà. Autonomia nelle forme di autogoverno, che partendo dal diritto di esistenza delle municipalità, conviene che l’esistenza di Enti montani sovracomunali, con funzioni proprie, strumento possibile per le politiche di sviluppo montano e di ottimizzazione ed efficienza dei servizi resi ai cittadini.

Libertà: di costruire un progetto d’insieme per il proprio territorio. Temi come ambiente, agricoltura, allevamento, turismo, artigianato declinati alle specificità montane devono essere elementi centrali di un piano strategico che riporti economia e presenza umana nelle aree interne. Libertà culturale e identitaria per ricostruire un processo politico collettivo.

Partecipazione: le comunità devono poter prendere parte al processo di crescita del proprio territorio. Si deve pervenire a una rappresentanza politica che consideri come, oltre agli abitanti, pure il territorio va governato in tutte le sue specificità fisiche, a vantaggio anche delle aree urbane, in un patto tra Enti e territori oggi imprescindibile.

Energia: la valorizzazione delle risorse endogene (acqua, legno, aria, clima) della montagna deve passare attraverso le Istituzioni della montagna declinata in concetti di sostenibilità economica, sostenibilità ambientale e prossimità territoriale. La valorizzazione dei servizi ecosistemici ambientali che i territori esprimono è decisiva, all’interno di Green Community che aprono una via per tutti.

Sussidiarietà: secondo il dettame costituzionale della leale collaborazione tra gli Enti attraverso la costruzione di un sistema di interazione nel quale non vi sia nessun atteggiamento egemone da parte delle Istituzioni sovraordinate ma un rapporto funzionale e sussidiario che permetta di rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini all’interno di un costante rapporto con le comunità, specie in fase decisionale.

Dal Pnrr fondi per realizzare i progetti

Ci sono 130 milioni di euro a disposizione con almeno 30 aree da finanziare in Italia; Uncem, dal 2021, spingeva per avere almeno 140 milioni di euro da investire sulle green community.

Oggi, ci sono già le tre prime aree pilota partite a maggio 2022 – le Terres Monviso, il Parco Sirente Velino, l’area dell’Appennino reggiano – e almeno trenta approvate dopo la valutazione dei progetti arrivati.

Per Marco Bussone, presidente Uncem, “Ora dovremo lavorare politicamente per spingere le Regioni a usare bene quanto hanno ricevuto da Roma a valere sul Fondo nazionale Montagna, per finanziare altre aree oltre le trenta del Pnrr.

E sullo stesso Piano nazionale di Ripresa e Resilienza dovremo trovare altri spazi per estendere i territori ammessi a finanziamento. Nella prima rimodulazione utile del Pnrr si dovranno aumentare le risorse per la componente Green Community.

È importantissimo che ogni area montana e rurale italiana dica come vuole stare nella transizione ecologica ed energetica, coinvolgendo i Comuni, le imprese, le intere comunità“.

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