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Cambiamenti climatici, a rischio il ruolo di mitigazione delle foreste

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foreste cattura co2
Foto di Andrew Coelho da Unsplash

Siccità, incendi e trasformazione dell’ecosistema minacciano le foreste e mettono a rischio la loro capacità di assorbimento del carbonio e la tutela del nostro Pianeta. Lo conferma il nuovo studio pubblicato su Science, A climate risk analysis of Earth’s forests in the 21st century

I ricercatori dell’Università di Birmingham in collaborazione con gli esperti dell’Università dello Utah hanno identificato tre dimensioni del rischio a cui sono soggette le foreste e le hanno così classificate.

Immagazzinamento del carbonio: il team ha utilizzato i risultati di decine di modelli climatici e di modelli di vegetazione che simulano la risposta di diversi tipi di piante e alberi a climi diversi.

Hanno quindi confrontato il clima del passato recente (1995-2014) con quello della fine del XXI secolo (2081-2100) in scenari di emissioni di anidride carbonica sia alte che basse.

I ricercatori hanno riscontrato un rischio maggiore di perdita di carbonio nelle foreste a sud dell’Artico e nelle regioni più secche dell’Amazzonia e dei tropici africani.

Biodiversità: i risultati dello studio suggeriscono che le foreste delle regioni boreali e dell’America settentrionale occidentale corrono il rischio maggiore di perdita di biodiversità.

Questo perché non c’è garanzia di conservazione degli ecosistemi che, a causa dei cambiamenti climatici, sperimentano uno spostamento da una zona vitale a un’altra. È quanto potrebbe riscontrarsi nell’attuale transizione tra foreste temperate e boreali.

Disturbi: gli esperti indicano così gli eventi quali siccità, incendi e infestazioni di insetti che potrebbero sterminare ampie aree di foresta.

Utilizzando i dati satellitari e le osservazioni dei disturbi registrati tra il 2002 e il 2014, i ricercatori hanno poi fatto delle previsioni per il futuro, utilizzando le temperature e le precipitazioni previste, per vedere quanto più frequenti potrebbero diventare questi eventi disturbanti. Le foreste boreali, così come quelle tropicali, manifestano un alto rischio.

Il progetto di ricerca, guidato da William Anderegg, direttore del Wilkes Center for Climate Science and Policy dell’Università dello Utah, vuole cogliere – grazie ai tre modelli di analisi – i diversi aspetti della resilienza e della vulnerabilità delle foreste.

Infatti, per garantire il ruolo delle foreste nella mitigazione del clima è fondamentale approfondire lo studio della resistenza di quelle soggette ai disturbi che ne intaccano la biodiversità e la capacità di immagazzinamento del carbonio.

Se le foreste devono svolgere questo ruolo, è necessario chiarire meglio quando e dove saranno resilienti ai cambiamenti climatici nel XXI secolo” ha aggiunto Thomas Pugh, coautore dello studio.

Foreste, ecco perché possono contrastare il cambiamento climatico

Le foreste rappresentano una soluzione naturale al cambiamento climatico proprio per la loro capacità di assorbire l’anidride carbonica dall’atmosfera e immagazzinarla nel tronco e nel suolo.

Infatti, la CO2 – tra i gas effetto serra che contribuisce maggiormente al riscaldamento globale – viene usata dalle piante per nutrire foglie e radici e, quando un albero muore o lascia cadere sul suolo alcune sue parti, il carbonio viene trasferito e decomposto da insetti, funghi e altri organismi.

È chiaro, quindi, il ruolo delle foreste: assorbendo fino a un quarto dell’anidride carbonica emessa nell’atmosfera risultano fondamentali per la mitigazione del clima. Tuttavia, questo compito – importante alleato per rispettare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici – è minacciato.

Le foreste sono sempre più spesso soggette a climi diversi rispetto a quelli cui sono abituate, a causa di incendi e siccità. Sebbene adattabili, non c’è garanzia che, una volta adeguatesi alle nuove condizioni climatiche, riescano a immagazzinare le medesime quantità di carbonio o che possano accogliere gli stessi livelli di biodiversità.

Da qui, il bisogno di nuovi sforzi scientifici per comprendere e migliorare nuovi modelli di ecosistema su larga scala, così da favorire la resistenza delle foreste dopo gli elementi di disturbo.

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Nell’immagine i dati delle aree forestali a rischio ottenuti dalla media percentile tra le rilevazioni ottenute in merito a capacità di assorbimento di carbonio, mantenimento della biodiversità e variazioni climatiche. Fonte: Wilkes Center, Università dello Utah

Estate 2022, la stagione degli incendi

In Europa, gli incendi boschivi dell’estate 2022 hanno causato il livello di emissioni più elevato degli ultimi 15 anni. Lo riferiscono gli scienziati di Copernicus, che hanno monitorato quotidianamente l’intensità delle emissioni dovute agli incendi e le ricadute sulla qualità dell’aria.

Secondo i dati distribuiti da Cams Global Fire Assimilation System, le emissioni totali per gli incendi d’Europa – tra il 1° giugno e il 31 agosto 2022- sono pari 6,4 megatonnellate di carbonio (un milione di tonnellate). Il dato più alto dall’estate del 2007.

Non solo in Unione Europea e Regno Unito: anche le regioni più centrali e occidentali della Russia hanno rilevato un numero maggiore di incendi boschivi, con un conseguente peggioramento della qualità dell’aria.

Così come in Alaska e nel nord-ovest del Canada. Tra agosto e settembre, la stagione degli incendi è iniziata anche nella regione amazzonica.

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