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Elezioni 2022, gestione efficiente dei rifiuti e aiuti alle microimprese

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Manca ormai poco al 22 settembre e alle elezioni politiche: ecco allora le ultime proposte di Assoambiente e di Confartigianato per invitare i partiti a considerare il tema di una gestione efficiente dei rifiuti e per aiutare concretamente le micro e le piccole imprese italiane.

Gestione dei rifiuti e aiuti concreti per le microimprese: due temi che nella campagna elettorale non sono stati affrontati adeguatamente.

Ecco allora gli interventi di Assoambiente – associazione delle imprese private che svolgono servizi ambientali – e di Confartigianato Imprese di Firenze, che indicano i punti su cui serve una presa di attenzione, per risolvere situazioni che, altrimenti, potrebbero diventare critiche.

Manifesto per un gestione circolare ed efficiente dei rifiuti

Un manifesto in 12 punti per una gestione circolare ed efficiente dei rifiuti, che evidenzia come il contesto nel quale operano oggi le imprese del settore presenti gravi lacune e ritardi che frenano gli investimenti e gli interventi indispensabile per rispondere alla situazione generata da due anni di pandemia e aggravata dalla crisi energetica e delle materie prime.

Chiediamo al mondo della politica l’impegno ad affrontare il tema della gestione dei rifiuti e delle bonifiche con una visione globale di breve, medio e lungo periodo e un approccio pragmatico, funzionale al rafforzamento di un comparto industriale in grado di imprimere slancio e competitività al nostro Sistema Paese” dichiara Chicco Testa, presidente di Assoambiente.

Ecco le principali richieste alla politica, per assicurare al Paese una corretta ed efficace gestione dei rifiuti e per garantire un supporto effettivo alla politica ambientale ed energetica italiana:

  • limitare gli interventi sulla normativa quadro, eliminando le disomogeneità territoriali e semplificando, per quanto possibile, gli adempimenti a carico delle imprese
  • semplificare i procedimenti autorizzativi degli impianti rendendo perentori ed effettivi i termini per il rilascio di pareri da parte delle Amministrazioni con la previsione del silenzio-assenso o di poteri sostitutivi in caso di inerzia
  • prevedere, in questa fase critica, ulteriori misure a tutela dei consumatori e delle imprese a garanzia della continuità delle forniture di energia elettrica e gas, nonché della sostenibilità economico-finanziaria dei contratti, attraverso ulteriori interventi dell’Arera
  • riconoscere la strategicità degli impianti di riciclo e recupero dei rifiuti e degli scarti, e individuare le necessità infrastrutturali e impiantistiche attraverso l’analisi dei fabbisogni
  • sfruttare il potenziale energetico dei rifiuti per la produzione di elettricità, calore, biogas e biometano, rendendo le norme di settore coerenti con questo obiettivo
  • razionalizzare, ottimizzare e uniformare il sistema dei controlli
  • garantire un coordinamento più efficace tra i diversi enti territoriali che, a vario titolo, intervengono nel ciclo di gestione dei rifiuti
  • unificare e digitalizzare i molteplici modelli di dichiarazione richiesti dalle diverse normative e dalle autorità locali
  • intervenire urgentemente sul fenomeno dei ritardi dei pagamenti da parte delle Pa che pongono a serio rischio soprattutto le imprese che operano nella raccolta dei rifiuti urbani
  • rendere i materiali e i prodotti cosiddetti secondari una risorsa conveniente e accessibile per il mercato e per i settori della trasformazione, attraverso la semplificazione dei percorsi normativi di riconoscimento degli End of Waste e dei sottoprodotti
  • prevedere un più stringente obbligo di applicazione del Ccnl di categoria per evitare fenomeni di dumping concorrenziale
  • intervenire sul carico burocratico-amministrativo che oggi rallenta gli interventi di bonifica dei siti inquinati per aumentare gli interventi di risanamento, riducendo l’uso di aree vergini

Anche dalle micro e piccole imprese, rappresentate da Confartigianato, arrivano indicazioni ai partiti per occuparsi delle necessità di queste realtà produttive, che costituiscono gran parte del tessuto imprenditoriale del nostro Paese.

In particolare, Confartigianato imprese Firenze, indica come temi prioritari i seguenti punti di interesse nazionale.

Energia

Chiediamo ai futuri parlamentari un impegno concreto per aiuti concreti alle imprese che stanno fronteggiando il caro energetico. L’ipotesi di nuovi lockdown, seppure per motivi diversi, non saranno sostenibili dalle imprese che per il terzo anno consecutivo si trovano a vivere una situazione drammatica.

Oltre agli aiuti concreti e immediati, ipotizzabili in un tetto tariffario o in contributi al gap tra il 2021 e il 2022, chiediamo ai parlamentari e alle future forze di governo di elaborare un piano energetico lungimirante e che veda l’Italia protagonista di rapporti multilaterali e al tempo stesso capace di sviluppare in modo autonomo quantità di energia sufficiente a ricoprire il fabbisogno.

Per noi di Confartigianato Firenze il tema del nucleare non è un tabù, anzi.

Super Bonus

Il tema ha assunto un ruolo di secondo piano nel dibattito quotidiano, ma è ancora una priorità per le imprese che operano nel settore della casa. Oltre alla crisi energetica, infatti, una percentuale altissima di imprese si trova a scontare l’indecisione del governo sulla possibilità di acquisto del credito di imposta.

Moltissime aziende si trovano nella condizione di non poter proseguire lavori iniziati o addirittura di dover chiudere per eccesso di credito. Lo Sato non può lanciare proposte e progetti, impegnando migliaia di aziende e poi tirarsi indietro, lasciandole in un difficile guado.

Confartigianato Imprese Firenze chiede la normalizzazione di questo processo fino alla sua naturale scadenza. Il patto Stato-Cittadini-Imprese è il caposaldo su cui si regge la democrazia.

Modifica della legge sull’apprendistato

La competitività non è solo energia e infrastrutture, un territorio si caratterizza e si distingue per la sua capacità di produrre.

Una parte significativa delle produzioni del territorio sono legate ai mestieri della tradizione, quei mestieri che più volte si indicano come a rischio scomparsa. Troppo spesso le difficoltà di crescere un giovane a bottega sono date dall’impasse burocratico e normativo che di fatto equipara il lungo e difficile apprendistato dei mestieri tradizionali a quello di lavori più ordinari.

Chiediamo quindi che per i mestieri riconosciuti come tradizionali venga elaborata una misura di apprendistato diversa rispetto a quella in vigore con contributi economici da parte dello stato e modifiche sulla durata dell’apprendistato. Non possiamo piangere su mestieri che stanno scomparendo quando non facciamo niente per tutelarli.

Formazione

Un Paese cresce grazie alle capacità della sua popolazione, alle sue competenze, alla sua capacità di leggere i contesti. Ciò che chiediamo è lo sviluppo di un vero sistema di alternanza scuola lavoro, dove sia durante le scuole superiori, che nei percorsi universitari, gli studenti siano inseriti in modo serio all’interno di imprese per favorire la conoscenza del mondo del lavoro.

Chiediamo al futuro governo di elaborare una profonda riforma del sistema dell’alternanza scuola lavoro, facendo si che si possa diffondere una concreta cultura del lavoro.

Competitività internazionale

Il territorio fiorentino ospita settori e tipologie di attività apprezzate dai mercati di tutto il mondo. Chiediamo ai futuri parlamentari di battersi affinché nei progetti istituzionali di promozione dell’economia italiana venga dato un importante spazio alle piccole e medie imprese.

È controverso il fatto che nelle grandi missioni dedicate agli scambi internazionali siano presenti solo le grandi industrie che avrebbero strumenti finanziari e promozionali sufficienti per garantirsi un’azione di comunicazione autonoma, mentre sono escluse piccole e microimprese, che senza questo supporto non potranno mai crescere e che rappresentano invece uno degli interessi principali del resto del mondo.

Semplificazione

Ogni governo che si succede promette semplificazione ma poi, inevitabilmente, aumenta il carico burocratico delle imprese. Le piccole aziende non hanno personale da dedicare interamente a adempimenti burocratici e amministrativi spesso inutili.

La competitività con le altre economie la si fa anche attraverso la semplicità. Le nostre imprese sono fortemente penalizzate in questo e chiediamo ai futuri parlamentari di attivarsi per rendere più fluido il rapporto Stato-Impresa, un rapporto che li deve vedere partner e non contrapposti.

Particolare attenzione va posta sulla semplificazione per l’accesso al credito delle imprese con procedure più snelle e rapide per il Fondo Centrale di Garanzia e soprattutto per i nuovi bandi per gli incentivi statali: abolire il criterio del click day che avvantaggia solo chi ha infrastrutture informatiche migliori, premiare i progetti imprenditoriali migliori e rendere più fruibili le piattaforme per l’inserimento delle domande.

Mercato del lavoro

Tutte le piccole e medie imprese esprimono la necessità di una riduzione del cuneo fiscale-contributivo e quindi del suo impatto sul costo del lavoro, sia per i datori di lavoro che per i lavoratori dipendenti.

Necessario anche l’avvio di una nuova stagione di politiche attive del lavoro non in chiave assistenziale, ma di sviluppo reale. Sta alla politica individuare strategie fattive che consentano l’incontro fra domanda e offerta.

Per garantire ricambio e tutele, ai fini dei benefici pensionistici è opportuno estendere la normativa sul lavoro usurante anche ai lavoratori autonomi e introdurre nuove e sostenibili soluzioni per i lavoratori – dipendenti e autonomi – anche per le piccole imprese, la cui attuale normativa non incentiva la previdenza complementare.

Imprenditoria giovanile

Sempre più giovani hanno il desiderio di fare impresa, di cimentarsi nei mercati, di mettersi alla prova e di poter avviare la loro propria attività.

Chiediamo sgravi fiscali per le nuove imprese aperte da giovani. L’Italia deve raccontarsi come un paese che stimola l’economia di mercato, non che ostacola la libera impresa e disincentiva il percorso di realizzazione personale.

Imprenditoria femminile

Solo il 22% delle imprese italiane sono guidate da donne: la strada per colmare il gender gap in Italia è ancora lunga. Promuovere e valorizzare il mondo dell’imprenditoria femminile e attuare interventi fiscali che consentano di migliorare la conciliazione vita-lavoro sono temi non più procrastinabili.

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