Home Agricoltura 4.0 Inquinamento e fattori socioeconomici aumentano la possibilità di ammalarsi di cancro

Inquinamento e fattori socioeconomici aumentano la possibilità di ammalarsi di cancro

pesticidi e tumori
Immagine da Depositphotos

I tumori sono oggi la seconda causa di morte al mondo dopo le malattie cardiovascolari: in Italia, ogni anno, si contano circa 400mila nuovi casi di tumori maligni. Con una media annuale di decessi per tumore (secondo i Registri Oncologici Italiani) di circa tre morti ogni mille persone.

Negli ultimi decenni di ricerca sul cancro, lo stile di vita (in particolare abitudini come obesità, sedentarietà, scorretta alimentazione, alcolismo e fumo) e fattori casuali o genetici sono stati indicate come cause principali nello sviluppo dei tumori.

Aumenta anche la consapevolezza che tra i principali elementi in grado di indurre la proliferazione tumorale ci sia l’inquinamento ambientale. I pesticidi, per esempio, possono contribuire a questa piaga.

Un gruppo di studiosi dell’Università di Bologna, dell’Università di Bari e del Cnr ha analizzato, con innovativi e sofisticati metodi di intelligenza artificiale, i legami tra mortalità per cancro, fattori socioeconomici e fonti di inquinamento ambientale in Italia, a scala regionale e provinciale.

I risultati sono poi stati pubblicati sulla rivista Science of the Total Environment per la parte analitica e su Nature Scientific Data per l’intero report decennale con tassi di mortalità tumorale per tutti i Comuni italiani.

Per lo studio sono state prese in considerazione 35 fonti ambientali d’inquinamento (industrie, inceneritori, traffico automobilistico e appunto pesticidi).

La qualità dell’aria risulta al primo posto per l’associazione con il tasso medio di mortalità del cancro. Seguono poi: siti da bonificare, aree urbane, densità di veicoli a motore e pesticidi.

Inoltre si è riscontrata un’affinità tra fonti ambientali e tumori: la presenza di aree coltivate associate alla mortalità per tumori al tratto gastrointestinale, la vicinanza a strade e acciaierie per il cancro alla vescica, le attività industriali in aree urbane per il tumore alla prostata e i linfomi.

La provincia con tasso di mortalità da tumore più alta nel decennio 2009-2018 è risultata quella di Lodi, seguita da Napoli, Bergamo, Pavia, Sondrio e Cremona.

La prima provincia del Centro Italia è Viterbo (undicesima posizione), seguita da Roma (diciottesima), mentre al sud, oltre alla provincia di Napoli al secondo posto, solo quella di Caserta (ottava) rientra nelle prime 10 per mortalità da tumore.

Secondo lo studio, le regioni italiane con un tasso di mortalità per cancro piuttosto alto sono caratterizzate da un grado di inquinamento relativamente elevato, nonostante registrino una frequenza relativamente bassa di fattori di norma associati al rischio di cancro (sovrappeso e fumo, basso reddito, alto consumo di carne e basso consumo di frutta e verdura).

Su scala provinciale, per i tumori maligni e benigni e per 16 su 23 specifiche tipologie di cancro, sono emerse associazioni spaziali significative con alcune fonti di inquinamento, confermando che, nella maggior parte dei casi, l’esposizione a un ambiente contaminato incide notevolmente sulla mortalità per cancro in Italia.

L’Europa ha deciso di intervenire su una delle possibili cause per i tumori: i pesticidi. Per sostenere la transizione europea a sistemi alimentari sostenibili e la riduzione dell’uso di pesticidi chimici nell’ambito della strategia Dal produttore al consumatore, la Commissione ha adottato nuove norme volte ad aumentare la disponibilità e l’accesso ai prodotti fitosanitari biologici da utilizzare negli Stati membri.

Si faciliteranno l’autorizzazione dei microrganismi da usare come sostanze attive nei prodotti fitosanitari e offriranno agli agricoltori europei ulteriori opzioni per sostituire i prodotti fitosanitari chimici con alternative più sostenibili.

Dall’inizio del mandato della Commissione per la Salute e la sicurezza alimentare sono già state approvate venti alternative a basso rischio.

A questo si aggiunge l’obiettivo di ridurre l’uso dei pesticidi chimici del 50 percento entro il 2030. E in occasione dell’evento Città Libere dai Pesticidi organizzato dall’eurodeputata Eleonora Evi (co-portavoce nazionale di Europa Verde e in collaborazione con la Ong Pan Europe) che si è tenuto nei giorni scorsi al Parlamento europeo in presenza di sindaci, eurodeputati, rappresentanti della Commissione europea e Comitato delle regioni è stata nuovamente richiamata l’attenzione sul tema.

Evi ha in particolare presentato due interrogazioni parlamentari: la prima è in merito alla presenza di pesticidi nei parchi giochi per bambini nell’Alto Adige, la seconda è per comprendere il ritardo dell’Italia nell’applicazione del piano nazionale sui pesticidi, che non viene rivisto dal 2014.

Ha poi ricordato l’iniziativa dei Cittadini europei Save Bees and Farmers di ridurre l’uso delle sostanze chimiche dell’80 percento entro il 2030, per avere un’Europa libera dai pesticidi entro il 2035.

Crediti immagine: Depositphotos

Condividi: