Con o senza le api? La loro indispensabile presenza verrà tenuta sotto controllo grazie ai progetti Api e Orti e Verde Urbano di Conapi e Università di Bologna.
Le api sono fondamentali per garantire la biodiversità. Oltre il 75% delle colture alimentari mondiali è il frutto del loro lavoro. Secondo recenti dati Fao, oltre 70 delle 100 colture più importanti al mondo si riproducono grazie all’impollinazione.
Nelle città che aria respiriamo? La risposta ci può arrivare dalle api, le nostre alleate che sono anche al centro di due progetti Api e Orti e Verde Urbano, che hanno riscontrato un particolare interesse a livello europeo, tanto da venire citati nell’ultima pubblicazione della Commissione europea sull’azione delle imprese per la protezione degli impollinatori selvatici.
Il progetto Api e Orti, del Consorzio nazionale apicoltori (Conapi) che, dal 2017, in collaborazione con l’Università di Bologna, si occupa del bio-monitoraggio ambientale: grazie allo studio delle api, oltre 1milione e degli alveari, valuta la presenza di pesticidi e metalli pesanti nelle aree interessate dalla ricerca scientifica del progetto.
Oltre a Bologna, anche Milano, Torino, Potenza, sostituita poi da Bari e dal 2022 anche Faenza, sono le città monitorate. 1,5 chilometri è il raggio d’azione di riferimento dell’ape, utile per valutare la situazione ambientale, rispetto alla presenza di inquinanti.
Torino e Bari, secondo il progetto di studio, risultano più contaminate rispetto a Milano e Bologna. La mortalità delle api, causata dai pesticidi, si trova sotto la soglia critica a Torino e Bologna, mentre a Bari e soprattutto a Milano è risultata elevata in particolare durante lo scorso periodo estivo, tra i mesi di giugno e luglio.
“Sono stati rinvenuti residui di glifosato ed è peggiorata, dal 2017 al 2022, la presenza di metalli pesanti: cromo, ferro, vanadio, nichel e rame i contaminanti più riscontrati” ci dice Giorgio Baracani, vicepresidente di Conapi durante l’incontro annuale Il Pianeta, gli Insetti e Noi che si è tenuto a Bologna, al Podere San Ludovico.
Il rapporto tra le api e l’ambiente urbano è stato anche al centro del progetto Verde Urbano, avviato nel 2014, in cui l’Università di Bologna e Conapi hanno monitorato l’ambiente attraverso le api, fondamentali bio-indicatori dello stato di salute delle città.
Secondo le loro analisi, la vicinanza tra la campagna e i centri urbani è una minaccia per le api e il loro mondo. Ma dobbiamo fare attenzione, dato che il loro mondo è anche il nostro e se scompaiono loro, delle pericolose ricadute riguarderanno anche noi umani e la nostra salute.
La causa della loro scomparsa, secondo la ricerca del progetto Verde Urbano, risiede sia nei prodotti usati in agricoltura, sia nella gestione degli spazi verdi, pubblici e privati.
Il progetto, cui hanno aderito 100 municipalità, ha rappresentato uno strumento di comunicazione e condivisione con la cittadinanza e di sensibilizzazione verso la necessità di avere sempre maggiori spazi verdi in cui possa regnare la biodiversità.
Le api, non sono un pericolo ma una difesa, per l’alveare e per gli esseri viventi. Bisogna osservarle e poi sfruttare in maniera sostenibile ciò che da loro abbiamo appreso.
Ne è convinto Gianumberto Accinelli, entomologo e scrittore che a margine del convegno spiega che “osservando come si comportano gli animali, l’uomo ha messo a punto innovazioni tecnologiche all’avanguardia per cercare di ricucire quei fili della natura che abbiamo spezzato“.
Le petizioni a favore delle sentinelle ambientali
Le api, si sa, producono miele, pappa reale e propoli ma essenziale è il loro instancabile lavoro di impollinazione: le api hanno un ruolo importante, anche l’Europa lo riconosce.
Sono infatti oltre 1milione le firme dei cittadini europei approvate e raccolte attraverso l’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) Salviamo le api e gli agricoltori.
Tre obiettivi focali:
- eliminazione graduale dell’80% dell’uso di pesticidi sintetici entro il 2030 e del 100% entro il 2035
- ripristino della biodiversità sui terreni agricoli
- sostegno finanziario agli agricoltori per la transizione verso degli interventi agro-ecologici
A Roma, nel frattempo, si tiene il convegno della Coalizione Cambiamo Agricoltura, per una campagna di sensibilizzazione sull’uso dei pesticidi.
Secondo la coalizione, l’Italia è seconda in Europa, per uso di pesticidi; ha rilevato che siamo in ritardo sia nell’attuazione della Direttiva europea pesticidi, la 2009/128/Ec, sia con il Piano di Azione Nazionale (Pan) sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, scaduto da ben tre anni; sia con il Piano Strategico Nazionale della Pac post 2022 che dovrebbe rispettare l’obiettivo derivato dalle politiche europee in campo agricolo, di raggiungere la riduzione del 62% dell’uso dei pesticidi entro il 2030.
È chiaro che servono azioni concrete quindi, per sostenere un nuovo modello di agricoltura sostenibile, che permetta sia agli agricoltori, sia alla biodiversità di camminare gli uni accanto gli altri in maniera intelligente, responsabile e armonica.
Ritrovare un equilibrio tra noi e la natura anche grazie alle api è necessario.