I nuovi Criteri Minimi Ambientali sul verde pubblico, appena entrati in vigore, garantiranno alcuni servizi a tutela del verde pubblico, quali progettazioni di aree verdi e manutenzioni del patrimonio ambientale.
Il verde pubblico è spesso banalizzato a mero arredo urbano con funzioni esclusivamente estetiche. L’offerta professionale di progettazione e gestione del verde si appiattisce su una richiesta pubblica che banalizza e semplifica l’argomento con la logica del maggior ribasso.
Nel frattempo le richieste del terzo settore di riqualificazione in chiave ambientale delle aree verdi urbane spesso non trovano un adeguato spazio di confronto con pubblica amministrazione e soggetti economici del settore.
I partner vogliono introdurre all’interno della progettazione e gestione delle aree verdi degli elementi di qualità che esaltino e rafforzino le funzioni delle aree verdi urbane (biodiversità, connessione, drenaggio, servizi ecosistemici, Natural based solution) e che inducano a una visione strategica e integrata del verde pubblico.
Il 3 agosto 2021 sono entrati in vigore i nuovi Criteri Ambientali Minimi (Cam) sul verde pubblico, approvati con il Decreto ministeriale n.63 del 10 marzo 2020, Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde (pubblicati in Gazzetta Ufficiale n.90 del 4 aprile 2020).
Nello specifico essi riguarderanno i seguenti servizi e forniture:
- servizio di progettazione di nuova area verde o riqualificazione di area già esistente
- servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico
- fornitura di prodotti per la gestione del verde
Non si tratta solo di garantire una applicazione puntuale di quanto espresso nel decreto, ma favorire un approccio strategico di medio-lungo periodo nella progettazione e gestione delle aree verdi urbane quali serbatoi di biodiversità e dispensatori di servizi ecosistemici.
È necessaria un’azione di Capacity Building principalmente promossa e diretta dagli amministratori pubblici locali che radichi il senso dei Cam sul verde nell’attività quotidiana dell’ente e fornisca gli strumenti per volgere l’azione pubblica alla gestione delle aree verdi come parte integrante del tessuto urbano.
La progettazione e la gestione delle aree verdi urbane garantisce quindi una occasione di incontro tra ente pubblico, operatori economici e terzo settore ambientalista:
- per l’ente pubblico, per il suo ruolo di gestione del patrimonio verde urbano
- per gli operatori economici, per la risposta professionale che possono dare alle esigenze espresse con bandi e servizi affidati
- per il terzo settore ambientalista, per la spinta propositiva alla cura del verde e alla sua considerazione non solo in funzione paesistica
Con questo obiettivo l’associazione Ambiente e Lavoro e Agenzia Innova21 hanno presentato un progetto, finanziato dalla Fondazione Cariplo, per l’introduzione all’interno della progettazione e gestione delle aree verdi degli elementi di qualità che esaltino e rafforzino le funzioni delle aree verdi urbane (biodiversità, connessione, drenaggio, servizi ecosistemici, Nnb) e che inducano a una visione strategica e integrata del verde pubblico.
In particolare, in questo periodo di crisi climatica e di emergenza idrica, il verde urbano può dare un contributo alla soluzione dei problemi, attraverso una progettazione e programmazione territoriale efficace.
È importante e necessario che una rete verde diffusa diventi un serbatoio di biodiversità nelle aree cittadine e contribuisca a rendere più resiliente e vivibile l’ambiente urbano, anche attraverso l’opera di contrasto alle isole di calore e alla facilitazione del drenaggio del terreno, contribuendo, anche così, a contrastare la crisi climatica in atto.
Abbiamo individuato nella Provincia di Monza e della Brianza un ottimo laboratorio territoriale di sperimentazione dei Cam e di coprogettazione innovativa di aree verdi tra ente pubblico e terzo settore per la grande variabilità di impianto urbanistico tra la Brianza Ovest ed Est.
Se la Brianza Ovest è caratterizzata, infatti, da una elevatissima antropizzazione e impermeabilizzazione del territorio che rende prioritaria l’azione di salvaguardia e valorizzazione del verde urbano, nella Brianza Est si assiste ancora alla convivenza di spazi agricoli, residenziali e produttivi che necessita di regolare il verde urbano anche in funzione delle differenti destinazioni d’uso.
A discapito del deciso impianto urbanistico del territorio della Provincia, sono molti i progetti di connessione ecologica che nel corso degli ultimi anni sono stati progettati e realizzati per garantire il mantenimento di una rete ecologica in un territorio così antropizzato: Nexus, Fiumi e Parchi in rete, Filare, Aprire, Corridoi ecologici per la costruzione del Parco Agricolo Nord Est, Saltafrog.
Tali progetti hanno evidenziato l’importanza della Provincia nella più ampia connessione territoriale con il sistema dei parchi regionali e dei Plis limitrofi, ma il successivo necessario passo nella gestione locale del verde urbano è il radicarsi e la messa a sistema delle differenti esperienze.
Le proposte emerse nel corso del progetto verranno presentate a Ecomondo, la fiera per la transizione ecologica e si svolgerà a Rimini l’8 novembre ore 14-18 presso la saletta Acero.
A questa iniziativa parteciperanno Simone Paleari, direttore Agenzia Innova21, Nicolò Mapelli, agronomo, Cornelia Di Finizio, ufficio Progettazione Innovativa Brianza Acque, Giovanni Corbetta, responsabile ufficio tecnico Lentate Sul Seveso (Mb) e responsabile Transizione Climatica del progetto AgriCiclo2030.
È evidente la necessità di introdurre il tema della biodiversità urbana non solo nei progetti di area vasta, ma, senza perdere la dimensione sovracomunale, anche e soprattutto nella gestione quotidiana delle aree verdi locali in capo all’ente pubblico e nel dialogo di queste aree con gli spazi verdi privati.
testo a cura di Wolfango Pirelli, segretario Associazione Ambiente e Lavoro