I veicoli sono in grado di inquinare in diversi modi, a partire dalle emissioni di anidride carbonica su strada fino ad arrivare ai singoli materiali di cui è composto il mezzo. La lotta contro l’inquinamento passa dunque dalla riduzione di tali emissioni e dal processo di decarbonizzazione degli altri elementi.
Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo la scorsa settimana per garantire che tutte le autovetture e i furgoni nuovi immatricolati in Europa siano a emissioni zero entro il 2035.
Nel dettaglio, le nuove norme in materia di CO2 richiederanno anche una riduzione media delle emissioni del 55 percento entro il 2030 per le nuove autovetture e del 50 percento entro il 2030 per i nuovi furgoni.
L’accordo segna la prima tappa verso l’adozione delle proposte legislative Pronti per il 55%, presentate dalla Commissione nel luglio 2021.
Il plauso per il via libera definitivo allo stop di produzione di auto a benzina e diesel dal 2035 in Europa è soprattutto di Mouts-E, associazione che raccoglie gli stakeholder della mobilità elettrica.
L’ente si è dichiarato pronto a supportare l’Italia e il Governo in questa trasformazione, chiedendo sia un segnale sul piano degli incentivi nel triennio 2023-2025 a favore della mobilità elettrica per privati e aziende, sia di varare un piano di rafforzamento dei fondi a favore del settore per la formazione di nuove competenze di lavoratori e imprese durante il periodo di transizione.
Riduzione delle emissioni del settore automotive: è necessario
Una necessità, quella della riduzione di emissioni e del processo di decarbonizzazione, non solo sostenuta da queste realtà, ma anche dalle statistiche.
Nell’ultimo report del Capgemini Research Institute – Sustainability in Automotive: From Ambition to Action – si evidenzia una crescita solo marginale delle iniziative di sostenibilità messe in pratica, mentre in alcune aree sono addirittura diminuite rispetto al 2019.
Il report rileva che solo un piccolo gruppo di organizzazioni (meno del 10 percento) si sta impegnando per rendere il settore automobilistico davvero sostenibile, affermando di voler ridurre le emissioni di gas serra del 35 percento entro il 2030 (rispetto a una riduzione media prevista del 19 percento per l’intero settore).
Al contempo, si stima che la loro efficienza operativa migliorerà del 22 percento entro il 2026 come conseguenza diretta delle iniziative di sostenibilità, che aumentano la trasparenza lungo tutta la catena del valore (rispetto al 16 percento per il resto delle organizzazioni nello stesso periodo).
Inoltre, grazie alle recenti iniziative di sostenibilità, queste aziende risultano più interessanti per i nuovi talenti (18 percento rispetto al 10 percento).
Le organizzazioni del settore automotive si focalizzano sulla riduzione delle emissioni e danno priorità alle iniziative sulle quali hanno un controllo e un’influenza diretti.
Il report rileva che l’implementazione di iniziative sostenibili nella catena di fornitura è salita al 57 percento nel 2022 rispetto al 42 percento del 2019 e l’approvvigionamento di metalli in modo responsabile è passato dal 33 percento al 44 percento nello stesso periodo.
Risulta però un calo nell’implementazione di iniziative di economia circolare. Sebbene il 73 percento delle organizzazioni sia concorde nel ritenere che il contributo all’economia circolare rappresenti un imperativo per raggiungere i propri obiettivi finanziari e di competitività a lungo periodo, solo il 53 percento dispone di una strategia in questo senso e attualmente meno della metà (45 percento) ne rispetta i principi lungo tutta la catena del valore.
Il report rileva che, in ogni caso, la responsabilità all’interno dell’organizzazione è fondamentale per definire gli obiettivi e condividere i progressi delle iniziative di sostenibilità.
Dal momento che gli stakeholder puntano i riflettori sulla conformità ai temi Esg, è necessario raccogliere i dati dell’intera catena di fornitura per offrire trasparenza e stabilire una base di partenza per la definizione dei Kpi dell’azienda.
Innovazione degli pneumatici, contributo alla decarbonizzazione dell’automotive
Continental è una di quelle società che invece persegue l’approccio di sostenibilità per l’approvvigionamento della gomma naturale. A partire dal 2030 punta infatti al cento percento di gomma naturale proveniente da fonti responsabili.
Per raggiungere questo obiettivo, il Gruppo si sta impegnando ad aumentare la trasparenza dell’intera filiera. Tecnologie innovative, digitalizzazione, percorsi di formazione e mappatura sistematica dei rischi sono i principali strumenti che Continental mette in campo per rendere le catene di fornitura più sostenibili.
Per poter valutare la sostenibilità dei suoi partner, dal 2017 Continental collabora con EcoVadis, il principale fornitore al mondo di valutazioni di sostenibilità delle aziende e della supply chain globale.
Chiarire responsabilità e obblighi nella selezione dei fornitori, aiuta a minimizzare l’impatto ambientale e a garantire diritti umani e sociali.
Continental sta inoltre elaborando, in collaborazione con Michelin e lo sviluppatore di software Smag, una soluzione tecnologica per la mappatura delle pratiche di sostenibilità nella catena di approvvigionamento della gomma naturale.
I due produttori di pneumatici e Smag hanno creato la joint venture Rubberway che punta a identificare tempestivamente i potenziali rischi nella catena di fornitura.
Un’applicazione raccoglie i dati e valuta i potenziali rischi riguardanti l’ambiente e i diritti sociali e umani così da ridurre al minimo l’impatto sociale, umano, ambientale ed economico dell’intera filiera.
Grazie al digitale e alla gestione completa dei dati, Continental esamina i vari punti della catena di approvvigionamento della gomma naturale per aumentarne la trasparenza.
Insieme a Security Matters, azienda specializzata nella digitalizzazione di oggetti fisici nella blockchain, Continental ha sviluppato una procedura che consente di categorizzare la gomma naturale con dati e informazioni che possono essere visionati utilizzando speciali lettori e un software appositamente sviluppato.
La piattaforma offre anche la possibilità di incorporare i risultati dalle analisi di Rubberway. Inoltre, in un altro progetto sono stati completati con successo i test di laboratorio per la tecnologia dei marcatori.
Europa, Italia e investimenti in zero emissioni e decarbonizzazione delle automobili. Interventi che su larga scala sapranno incidere notevolmente sul Pianeta, nel giro di soli dieci anni.
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