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La Tassa verde imposta dal Governo sui mezzi di distribuzione inquinanti è un freno alla competitività?

e-commerce
Immagine da Depositphotos

Prologo: il Governo, all’interno della Legge di Bilancio, propone di istituire una tassa verde sulle aziende di distribuzione che utilizzano mezzi inquinanti. Considerazione: perché nel 2022 e con la crisi climatica in atto si avanzano ancora temi di competitività in rapporto all’inquinamento?

Il Governo Meloni, all’interno della nuova legge di Bilancio, potrebbe inserire una norma che istituisce una “tassa verde” a carico delle società di distribuzione che usano mezzi inquinanti per consegnare i prodotti acquistati.

La comodità e la convenienza dell’ecommerce, complice anche il periodo di difficoltà dovuto al Covid, è diventata palese anche a coloro che erano meno avvezzi alla tecnologia e all’utilizzo dei sistemi elettronici per i loro acquisti.

I numeri dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, infatti, mostrano come la crescita dell’e-commerce di prodotto continui a crescere (+8%) rispetto al 2021 raggiungendo i 33,2 miliardi di euro.

Negli ultimi anni l’online ha svolto un ruolo trainante per la crescita e l’innovazione del Retail, anche fisico. Nel 2022 invece anche l’e-commerce, soprattutto di prodotto, sta attraversando un momento di incertezza a livello internazionale, dovuto in primis alle conseguenze economiche delle tensioni socio-politiche.

L’aumento dei costi (delle materie prime, dell’energia, del trasporto) sta condizionando l’andamento del commercio, sia online sia offline: da un lato i consumi risentono della riduzione del potere di acquisto per via dell’inflazione, dall’altro lato i merchant lavorano assiduamente all’ottimizzazione dei processi per garantire sostenibilità economica in uno scenario instabile e complesso” spiega Alessandro Perego, responsabile scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

L’e-commerce, inoltre, è uno straordinario motore per l’economia italiana e per l’export delle Pmi.

La tassa verde sui mezzi inquinanti frena la competitività?

Come si può, quindi, di fronte a una possibile tassa sui mezzi inquinanti che distribuiscono le merci nell’ultimo miglio, si può ancora, nel 2022 e di fronte all’evidenza della crisi climatica in atto, contrapporre competitività a inquinamento e ambiente?

Ce lo chiediamo, visto che numerosi studi e ricerche mostrano come una maggiore attenzione alla sostenibilità delle aziende migliora anche il loro business. Visto che, inoltre, gli acquirenti stessi prediligono tra le aziende quelle che rispettano l’ambiente e riducono il loro impatto

Ecco, allora, che l’uscita di Roberto Liscia, presidente di Netcomm, ci lascia alquanto esterrefatti… riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta che lasciamo a voi lettori commentare.

Nuova legge di Bilancio: la tassa verde sulla rete distributiva proposta dal nuovo Governo è un freno alla competitività del sistema Paese

Roberto Liscia - presidente Netcomm
Roberto Liscia

La presunta tassa verde sulla rete distributiva dell’e-commerce proposta dal Governo all’interno della nuova legge di Bilancio non tiene conto del reale impatto economico e ambientale di questo settore sull’intera economia del nostro Paese.

Porre un freno a un settore strategico come quello del digitale, che già sta subendo un rallentamento a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi tecnologici e di gestione dell’intera rete, significherebbe minare la competitività dell’Italia sul piano internazionale.

E a farne le spese sono in primis le piccole e medie imprese, che hanno trovato nel digitale, in questi ultimi anni, una risorsa strategica per lo sviluppo del loro export, raggiungendo consumatori in tutto il mondo grazie all’e-commerce.

Occorre inoltre considerare, secondo Netcomm, che recenti studi della società di consulenza Oliver Wyman e Lae, dimostrano come l’e-commerce abbia un impatto ridotto sull’ambiente rispetto a quello generato dal retail fisico non alimentare.

L’e-commerce consente di ridurre da quattro a nove volte il traffico generato dallo shopping nei negozi e le consegne ai clienti rappresentano lo 0,5% del traffico totale nelle aree urbane.

Inoltre, secondo il rapporto di Oliver Wyman risulta che l’eCommerce genera da 1,5 a 2,9 volte in meno di emissioni di gas serra. Stiamo parlando di una rete che, solo nel 2019, contava 678mila imprese e oltre 290mila lavoratori.

Oltretutto, in un mondo sempre più multicanale, i negozi tradizionali stessi si avvalgono di servizi di consegna a domicilio e gli effetti di un’ulteriore tassazione avrebbero conseguenze negative anche sui costi della loro attività, oltre che sui prezzi destinati ai consumatori stessi.

Crediti immagine: Depositphotos

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