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Fotovoltaico ed energia solare: la crescita in Italia spinge i nuovi green jobs

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installazione fotovoltaico
Immagine da Depositphotos

Corre veloce la crescita del fotovoltaico in Italia, con pannelli solari che aumentano a dismisura sopra i tetti delle case. A luglio sono stati toccati i 1.012 megawatt, superando i 936 di tutto il 2021.

Maggiore efficienza energetica e sensibilità all’ambiente hanno spinto i consumatori domestici verso la rivoluzione solare, incentivati anche dall’Ecobonus.

L’alta concentrazione di richieste, tuttavia, ha creato una lista d’attesa legata non solo alla mancanza di pannelli, ma anche alla carenza di personale in grado di eseguire le installazioni.

Un fattore che sta riscontrando anche Otovo, startup norvegese in Italia dall’aprile 2021 e marketplace europeo dedicato alla vendita di pannelli fotovoltaici in ambito residenziale, che si avvale di una rete di installatori locali distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Per essere un installatore autorizzato è necessario avere più di 18 anni, padroneggiare le conoscenze teoriche e pratiche del mondo dell’elettricità e superare l’esame di certificazione.

Oggi sono molte le aziende che offrono corsi per coloro che sono interessati a certificarsi come installatori, percorso che risulta più semplice per un elettricista o per chi possiede già competenze tecniche, poiché la legge prevede che un elettricista sia già abilitato per allacciare l’impianto fotovoltaico alla rete.

Nel corso di formazione, l’installatore affronterà varie tematiche: il concetto di tecnologia fotovoltaica, come produrre e utilizzare l’energia solare, i metodi di installazione di un impianto, la normativa vigente in materia, come effettuare i preventivi e il sopralluogo presso il cliente (quando necessario), la progettazione e il processo di montaggio dell’impianto, oltre ai concetti base e alla spiegazione dei singoli elementi che costituiscono un impianto fotovoltaico.

Al termine del corso, per poter esercitare la professione, sarà necessario sostenere un esame di abilitazione. La startup si appoggia a una rete di installatori ai quali sono affidati progetti in base alla posizione geografica.

La parte di vendita e di gestione pratica resta invece in capo all’azienda, in modo che il professionista possa concentrarsi sull’approvvigionamento del materiale e sull’installazione stessa.

Gli operatori del network sono tutti certificati, dotati dei patentini necessari per svolgere la professione e degli attestati dei corsi sulla sicurezza richiesti.

Quello di Otovo – che partecipa alla fiera Key Energy in corso a Rimini – appare un modello vincente secondo un sondaggio condotto su oltre cento aziende: il 70 percento dei nuovi partner preferisce questo genere di progetto rispetto a un approccio tradizionale, mentre il 77 percento vorrebbe aumentare il numero di installazioni con la startup.

Il 72 percento considera tra i maggiori vantaggi il fatto che la fase di vendita sia gestita direttamente dall’azienda, metre per il 57 percento è fondamentale il supporto all’approvvigionamento dei materiali e alla raccolta documentale sui progetti dei clienti, oltre che alla gestione dello sconto in fattura (50 percento).

Figure fondamentali, quelle di questo settore, anche per il via libera definitivo al Senato: il Dl Energia è diventato legge e dunque si sono moltiplicate le misure a favore di sviluppo di impianti alimentati da fonti rinnovabili.

In particolare, il fotovoltaico installato sugli edifici, insieme alle opere funzionali alla connessione alla rete elettrica, non è soggetto a permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso.

La scelta del legislatore, però, non ha ancora permesso uno snellimento che si sia tradotto in realtà operativa per molte delle aziende operanti nel settore degli impianti utility scale.

I profili più richiesti sono intanto i seguenti:

  • business developer (definizione e gestione di aspetti tecnico-progettuali degli impianti, retribuzione lorda annua tra 40 e 50mila euro)
  • technical operation energy (gestione impianti e fonti rinnovabili con focus su aspetti tecnico-amministrativi, retribuzione annua lorda tra 30 e 40mila euro)
  • asset manager (implementa il piano degli investimenti definiti in tempi e costi e fornisce supporto nei vari passaggi, retribuzione annua lorda tra 45 e 55mila euro)

Si tratta, in buona sostanza, dei lavori del futuro per ciò che riguarda l’energia rinnovabile e il fotovoltaico.

Crediti immagine: Depositphotos

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