Siamo tutti Terzo Mondo di fronte alla crisi climatica. Mettiamocelo in testa e adottiamo al più presto quelle tecnologie che potrebbero risolvere i problemi.
La crisi climatica incombe sul Pianeta e dovremmo forse iniziare a sentirci tutti in pericolo. Per fortuna se da un lato i problemi ci sono (e sono tanti se parliamo di ambiente), dall’altra non mancano le soluzioni (leggi tecnologie!).
Cambiare rotta si può: non è la prima volta che mi trovo a fare questa affermazione, solo che oggi in piena Cop27 dobbiamo aggiungere un dettaglio molto chiaro: le soluzioni ci sono, ma manca la volontà di mettere a posto le cose.
Quello che fa più paura ai Governi (soprattutto a quelli che hanno sulla coscienza il maggior impatto ambientale) è arrivare a definire uno strumento finanziario per le perdite e i danni, di cui i Paesi in via di sviluppo hanno urgente bisogno.
Secondo GreenPeace, presente alla Cop27, le lobby di Paesi come Stati Uniti, Nuova Zelanda, Norvegia e Australia (quest’ultima punta tra l’altro a ospitare la Cop31), sono le più agguerrite.
La data fatidica è quella del 2024: c’è chi lavora perché non si arrivi, entro due anni, alla creazione di un fondo o di uno strumento dedicato alle perdite e ai danni nell’ambito dell’Unfccc, con nuove e ulteriori fonti di denaro.
Perché la sola logica dell’adattamento ai cambiamenti climatici – è ben chiaro – non è più sufficiente. È chiaramente una questione di crisi sociale e non è più solo ambientale.
Sônia Guajajara, deputata eletta in Brasile per il mandato 2023-2026 e leader indigena, ha dichiarato: “È facile avere discussioni infinite sulla mitigazione e l’adattamento quando non si è minacciati, non si sta perdendo la propria terra e la propria casa. Non possiamo avere giustizia climatica senza giustizia sociale“.
In realtà, la casa – lo dimostrano le alluvioni che imperversano con costanza nel nostro Paese – la stiamo perdendo anche noi italiani: ed è ben chiaro che le assicurazioni non stanno più pagando i danni catastrofali.
Ormai, tutti gli Stati europei non sono più sicuri. Siamo tutti Terzo Mondo di fronte alla crisi climatica. Mettiamocelo in testa e adottiamo al più presto quelle tecnologie che potrebbero risolvere i problemi.
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