Brutte notizie sul fronte qualità dell’aria in Lombardia: le politiche messe in campo per il contrasto all’inquinamento atmosferico – stando ai dati rilevati da Arpa ed elaborati da Legambiente – non hanno portato ad alcun miglioramento negli ultimi 5 anni.
L’aria che respiriamo in Lombardia è di pessima qualità e, da quanto denuncia Legambiente, “le politiche per la qualità dell’aria sono a un punto morto: non c’è stato nessun miglioramento negli ultimi 5 anni“.
Secondo i dati rilevati dall’Arpa, la città di Milano – soprattutto a causa dei trasporti – e Cremona – in questo caso per le emissioni zootecniche – si contendono il primato negativo per cattiva aria sul fronte polveri sottili.
Seguono per aria malsana respirata dai loro cittadini: Mantova, Brescia, Lodi, Monza, Pavia e Como. Sono queste in sintesi le città lombarde che hanno infranto il tetto massimo concesso dalla normativa europea per quanto riguarda le giornate di smog elevato, con polveri oltre i 50 microgrammi/mc: 35 giorni all’anno secondo le vigenti norme europee.
Bergamo, ferma a 34 giorni, potrebbe farcela a restare al di sotto del limite europeo, se le condizioni meteo degli ultimi giorni dell’anno favorissero un ricambio d’aria; mentre Lecco, Sondrio e Varese, con un numero di infrazioni compreso tra 14 e 20, sono in zona salvezza.
E pensare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilisce che devono essere meno di 4 all’anno le giornate di smog estremo.
Mentre si rilevano questi dati, la normativa europea sulla qualità dell’aria procede verso una revisione dei limiti che potrebbero diventare ancor più stringenti.
Se così fosse, nessuna città lombarda potrebbe dichiararsi libera dallo smog, chiosa Legambiente Lombardia che suggerisce agli elettori dell’imminente consiglio regionale: “Se vogliamo ambire a una dignitosa qualità dell’aria, occorre che venga avviata una nuova stagione di politiche ambientali, che portino da un lato a una riduzione sostanziale del trasporto su gomma e dall’altro a una trasformazione strutturale dell’agricoltura lombarda, che deve diversificare le proprie produzioni per ridurre l’eccessivo carico zootecnico“.
Secondo la presidente Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto, attenzione massima deve essere fatta in questo periodo anche all’inquinamento prodotto dalla legna da ardere utilizzata per i caminetti che “viene erroneamente considerato un metodo di riscaldamento alternativo al gas, anche se di fatto la resa energetica non è efficiente e il potere calorifico è limitato nel tempo, oltre a non rappresentare un reale risparmio economico, nè nel breve nè nel lungo periodo, a discapito dell’ambiente“.