Home Eco Lifestyle Pulizia digitale: quando l’inquinamento deriva dal materiale “non fisico”

Pulizia digitale: quando l’inquinamento deriva dal materiale “non fisico”

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Immagine da Depositphotos

Il digitale è fisico e come tale inquina: l’errore più grande che si commette è proprio ritenere immateriale il digitale e non preoccuparsi della sua impronta ambientale… che è molto pesante. Ecco l’esperienza si Elisabetta e Giampaolo, “pulitori” digitali…

Chi di voi avesse letto il libro Ecologia digitale, edito da Altraeconomia, sa già quanto lontana sia l’idea che il digitale non è fisico; il digitale è fisico e, come tale, impatta su clima, ambiente, lavoratori e società.

In modo anche più pesante delle attività tradizionali che ha sostituito, perché lo fa con numeri estremaneti più grandi… questo non significa che si debba tornare all’epoca del calamaio e del foglio di carta. Ma ci pone importanti domande a cui dovremmo trovare una risposta…

Scrive Gerry McGovern, tra i cinque visionari con un impatto fondamentale nello sviluppo del web, nella prefazione del libro: “pensavo che il digitale fosse sempre la scelta migliore per l’ambiente. Ero convinto fosse decisamente meglio mandare un email che una lettera. Una lettera di carta emette circa 29 grammi di CO2.

Un email ne produce circa 4 di grammi. Avendone la possibilità, dovremmo quindi inviare email. Ma ogni giorno mandiamo circa 400 miliardi di email di cui la grande maggioranza è spam. E questo è il problema che sta al cuore del digitale: si tratta del più grande motore di consumo estremo e di sovra-produzione mai inventato“.

Allora, è necessario che ci capiamo quale sia l’utilità dei dati digitali che si creano ogni giorno e inoltre, ogni tanto, prima di creare nuovi dati dovremmo considerare di fare una bella pulizia.

AcquaRandagia, pulizia digitale

Come hanno deciso di fare Elisabetta e Gianpaolo di AcquaRandagia, che dal loro canale Instagram parlano di iniziative di sensibilizzazione su temi ambientali particolari: come, appunto, la pulizia digitale.

Da qui la loro iniziativa che ha coinvolto più di 200 persone e ha permesso di eliminare più di 700 Gb, riducendo gli impatti di emissione di CO2 dei materiali non più utilizzati ma sempre presenti (trovate questo link il resoconto completo dell’iniziativa).

Abbiamo rivolto loro alcune domande…

Come nasce questa vostra iniziativa e qual è il vostro background di studi?

Questa iniziativa è nata a novembre del 2020, durante la settimana europea dedicata alla riduzione dei rifiuti, eravamo in periodo covid e per evitare assembramenti, anziché promuovere una giornata di pulizia spiagge (cosa che portiamo avanti da quasi dieci anni), abbiamo rilanciato a livello nazionale l’idea della Commisione ambiente dell’Università di Camerino con cui eravamo entrati in contatto proprio durante alcune giornate di pulizia intensiva di alcuni posti particolarmente inquinati da immondizia di ogni genere.

Elisabetta è la co-fondatrice di @Ilgolosomangiarsano che all’epoca poteva gia contare su oltre 150mila follower e attraverso il suo canale ci siamo messi in contatto con altri creator come Annachiara (@naki.earth) e Caterina (@categreenlife) per diffondere il messaggio il più possibile.

È stato un bellissimo weekend poiché in gran parte dell’Italia pioveva e ci sono arrivati tantissimi messaggi di persone che ci ringraziavano per aver dato loro la scusa di fare finalmente un po’ di pulizia nei tanti dispositivi che troppo spesso abbiamo.

A livello di studi veniamo da mondi distanti: Elisabetta lavora da più di 10 anni nel campo dell’alimentazione con il suo canale Ilgolosomangiarsano; Gianpaolo ha sempre lavorato in ambito giuridico, anche se portavamo avanti questa passione delle pulizie delle spiagge ormai da diverso tempo.

Qual è il vostro obiettivo finale?

L’obiettivo finale è quello di far prendere coscienza all’utente che le nostre foto, le nostre mai e tutto ciò che riguarda la nostra vita digitale continua a esistere e produrre CO2 anche quando noi non ci pensiamo più, o mettiamo nel dimenticatoio quelle foto o quelle mail.

Attenzione, non stiamo demonizzando Internet senza il quale per alcuni servizi (come per esempio le stesse mail o anche le riunioni in videochiamata) l’emissione di CO2 sarebbe anche maggiore.

Vogliamo solo far prendere atto del fatto che possiamo ridurre la nostra impronta digitale cancellando quello che non usiamo più, guadagnandone anche in salute poiché ogni volta che ci serve qualcosa siamo costretti a “sfogliare digitalmente” tra centinaia di file che non ci servono più.

Ci piacerebbe che, diffondendo il piu possibile questo messaggio come noi abbiamo fatto due anni fa, si faccia entrare questo comportamento nella routine, esattamente come oggi facciamo la raccolta differenziata.

E il progetto AcquaRandagia?

Il progetto di AcquaRandagia vuole invece raccontare la nostra vita in camper, non inteso come viaggio in sé per sé ma come una normale vita in cui appunto mostriamo noi stessi, parlando di quello che ci sta più a cuore.

Abbiamo due cani, Billy di 8 anni ed Ettore (un pointer inglese di 16 anni che abbiamo adottato due anni fa) e mostriamo il nostro modo di vivere semplice avendo l’obiettivo nei nostri video informativi di non estremizzare mai nessun concetto ma cercando semplicemente di informare.

Crediti immagine: Depositphotos

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