Home Eventi Iniziative solidali e buone abitudini: ecco come combattere gli sprechi alimentari

Iniziative solidali e buone abitudini: ecco come combattere gli sprechi alimentari

spreco alimentare
Immagine da Depositphotos

Un italiano butta via in media 674,2 grammi di cibo nell’umido ogni settimana tra scarti, alimenti scaduti o anche solo non graditi durante pranzi e cene.

Si tratta di veri e propri sprechi alimentari, che in un anno portano a una media personale di 67 chili gettati via, che costano agli italiani 9,2 miliardi di euro.

A questa cifra stratosferica si aggiungono 6,4 miliardi per gli sprechi d’energia per la produzione di cibo, acqua e altre risorse. Per un totale di 15,6 miliardi che, in tempi di crisi, diventano un problema da risolvere.

I dati li ha estrapolati lo scorso agosto l’Osservatorio internazionale di Waste Watcher/Spreco Zero. La Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare si svolge il 5 febbraio e dall’analisi si evince una cosa sola: bisogna partire dalle basi per cambiare rotta, cioè dai comportamenti dei singoli.

I dati sugli sprechi alimentari

A dirlo è anche Too Good to Go, app nata nel 2015 in Danimarca con l’obiettivo di combattere lo spreco alimentare. Dal 2019 prosegue la sua lotta anche in Italia, con campagne di sensibilizzazione e raccolte di statistiche in grado di dare una scossa alle pessime abitudini.

Tra gli ultimi dati, quattro meritano i riflettori: lo spreco alimentare rappresenta il 10 percento delle emissioni di CO2 ed è in aumento nel mondo (il 40 percento del cibo prodotto viene buttato, con circa 12 miliari di animali macellati senza essere consumati).

E ancora: l’Europa getta più cibo di quanto ne importi, cioè 153,5 milioni di tonnellate buttate contro le 38 importate, mentre il 53 percento dello spreco alimentare europeo è imputabile al singolo consumatore.

Ed ecco di nuovo il cuore del problema: la possibilità che ogni singola persona ha di cambiare le cose, invertendo le leggi di un mercato che tende sempre più a produrre senza per forza consumare.

I consigli per risolvere il problema

Too Good To Go ha composto un elenco di cinque consigli, utili e semplici, per poter gettare le basi di una rivoluzione comportamentale contro lo spreco di cibo.

Prima di tutto: imparare a leggere le etichette. Conoscere la differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione può evitare che il cibo venga buttato.

Poi si può pianificare la spesa in anticipo e senza eccedere negli acquisti, così da non avere roba scaduta prima del tempo.

Si possono anche conservare nel modo giusto gli alimenti, come la dispensa o frigoriferi e freezer. Inoltre è possibile utilizzare e riciclare gli avanzi in cucina, divertendosi anche con qualche ricetta alternativa per non buttare via nulla.

Infine, utilizzare la tecnologia per svolgere le attività appena citate e trovare notizie su cosa comprare, come, quanto e così via.

Le iniziative contro il cibo buttato

Non solo comportamenti, ma anche iniziative da mettere in campo sono utili per contrastare gli sprechi alimentari.

Planeat.eco, per esempio, è una società benefit che punta dal 2020 a rivoluzionare la spesa. In occasione della decima Giornata nazionale contro lo spreco alimentare presenterà Pasto Sospeso, un progetto di sostenibilità partecipata lanciato durante le feste di Natale e che ha permesso di raccogliere e donare oltre duemila porzioni di lasagne a senzatetto delle stazioni di Milano e Pavia.

Anche Carel, azienda di Brugine (nel Padovano) attenta al benessere di persone e comunità in cui opera, ha aperto la propria mensa per un’attività fuori dall’ordinario.

Lo scorso 28 gennaio, 42 dipendenti hanno servito il pranzo ai collaboratori (e loro familiari) di Riesco, cooperativa sociale che dà lavoro a 50 ragazzi affetti da disabilità.

Inoltre, con l’anno nuovo Carel ha avviato un sistema antispreco che consente di prenotare i pasti avanzati e portarli a casa. Usando inoltre l’app Too Good to Go, i dipendenti possono acquistare con un contributo simbolico il cibo preparato e non servito durante la giornata.

Queste iniziative possono servire a dare una sveglia, ma soprattutto sono un buon marketing per offrire un punto di vista alternativo alle cattive abitudini degli italiani.

Correggerle per contrastare gli sprechi alimentari significa prendere a cuore l’ambiente in cui viviamo e, dunque, volersi bene.

Crediti immagine: Depositphotos

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