Nel settore edile arriva l’annunciata rivoluzione delle Case green, necessaria per l’efficientamento del parco immobiliare europeo: approvata dalla Commissione europea la normativa che cambierà il volto delle nostre case.
Obiettivo efficienza energetica: tutti i nuovi edifici europei dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028 – prima per quelli di proprietà pubblica che dovranno anticipare al 2026 la misura.
Inoltre, tutti i nuovi edifici per cui sarà tecnicamente ed economicamente possibile dovranno dotarsi di tecnologie di produzione energetica solare entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è il 2032.
La rivoluzione energetica del settore immobiliare è arrivata – e ce n’era bisogno, visto che il contributo alle emissioni inquinanti degli edifici, secondo la Commissione europea, è del 36% mentre il consumo energetico degli edifici è del 40%.
Nel nostro Paese la situazione dei nuovi immobili non è così male: secondo il Focus sull’efficienza energetica, realizzato da Enea con Fiaip e I-Com all’interno dell’Osservatorio Immobiliare Nazionale, oggi il 70% degli immobili nuovi sono nelle prime due classi energetiche (A e B).
Inoltre, rispetto al 2021 è cresciuto del 10% il numero degli immobili ristrutturati che sono stati portati nelle migliori classi energetiche.
Anche l’attenzione degli acquirenti verso l’efficienza energetica della casa è cresciuta: dal focus emerge infatti che il 56% dei circa 600 agenti immobiliari intervistati ritiene che nell’acquisto di un immobile ci sia la giusta consapevolezza dell’importanza dell’efficienza energetica, mentre il 58% ritiene che l’Attestato di prestazione energetica aiuti a orientare le scelte degli utenti verso immobili di migliore qualità energetica.
In questo scenario si innesta positivamente l’approvazione – 343 voti favorevoli, 216 contrari e 78 astensioni – del nuovo mandato negoziale sulla proposta di legge che mira ad aumentare il tasso di ristrutturazioni e a ridurre di conseguenza il consumo energetico e le emissioni nel settore edilizio.
Facilitare la ristrutturazione di un più ampio numero di edifici inefficienti sotto il profilo energetico e migliorare la condivisione delle informazioni sul rendimento energetico, altri obiettivi della proposta, permetteranno di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo energetico del settore entro il 2030, per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050.
Gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033. Per gli edifici non residenziali e quelli pubblici il raggiungimento delle stesse classi dovrà avvenire rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D).
La nuova normativa non si applica ai monumenti e i Paesi Ue avranno la facoltà di escludere anche edifici protetti in virtù del loro particolare valore architettonico o storico, edifici tecnici, quelli utilizzati temporaneamente, chiese e luoghi di culto.
Gli Stati membri potranno inoltre estendere le esenzioni anche a edifici dell’edilizia sociale pubblica in cui le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti non compensati da maggiori risparmi sulle bollette energetiche.
Agli Stati membri sarà consentito, per una percentuale limitata di edifici, di adeguare i nuovi obiettivi in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera qualificata.
Un’ottima mossa per la decarbonizzazione del settore edilizio italiano perché, ci spiega Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento di Efficienza energetica Enea “la centralità del settore civile nei consumi energetici finali del nostro Paese impone un’azione capillare e decisa di efficientamento energetico dello stock immobiliare italiano“.
Dello stesso avviso il vicepresidente di I-Com Franco D’Amore per il quale “realizzare la giusta transizione energetica nei tempi previsti dalle politiche energetico-climatiche europee e nazionali impone un radicale e rapido cambio di passo nel modo in cui costruiamo, ristrutturiamo e viviamo il nostro spazio abitato“.
Ora, i deputati avvieranno i negoziati con i singoli governi dell’Ue per concordare la forma definitiva della normativa e si prevede che il recepimento non arrivi prima del 2025.