Il 26 marzo ci sarà una grande festa alla montagnetta di Milano. Una festa di Primavera aperta a tutti che coincide anche con la chiusura della seconda tranche del progetto di rigenerazione di questa collina creata a Milano subito dopo la Guerra con i detriti dei bombardamenti.
Una bella storia che ha sempre richiesto manutenzione, ovviamente, tant’è che ha preso il via nel 2019 un nuovo progetto per manutenere al meglio alcuni punti per usi e intemperie.
Così ecco una bella cordata del terzo settore: Aps AmbienteAcqua, Agriporto, Aipin Sezione Lombardia, Cai Milano, Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano, Gallab, Non Riservato hanno deciso di unirsi all’iniziativa con l’obiettivo di tutelare questo importante patrimonio naturalistico della città.
Con un’azione condivisa con Municipio 8 e Comune di Milano, hanno scritto un progetto di approfondimento sul valore dell’area. Questo progetto è stato presentato a Fondazione di Comunità che in due tranche successive li ha sostenuti.
Oltre ad azioni di analisi e di manutenzione del verde, il progetto ha compreso anche importantissimi momenti di coinvolgimento della cittadinanza, nella convinzione che la fruizione e la conoscenza dei parchi della propria città sia un elemento necessario per la loro stessa tutela.
Ogni partner del progetto ha caratterizzato questi momenti a proprio modo, andando a comporre un caleidoscopio di attività che ha ampliato il raggio di soggetti coinvolti. La speranza è che questo lungo percorso possa rappresentare un modello virtuoso per altre esperienze di tutela condivisa del verde urbano.
Nella prima fase, il lavoro si è concentrato sulla verifica sul territorio: sono state censite le situazioni dei dissesti e le criticità presenti sulla mobilità interna.
Su queste osservazioni sono state prodotte delle indicazioni su come si possano risolvere le criticità, in particolare attraverso le tecniche afferenti all’ingegneria naturalistica che impiega le piante come materiale da costruzione. Queste osservazioni e indicazioni sono contenute in un manuale redatto dai tecnici di Aipin.
È stato realizzato inoltre un censimento botanico delle specie presenti, con alcune sorprese: sono state trovate una ventina di piante molto particolari e interessanti ed è stata inoltre individuata una specie botanica mai censita prima in Lombardia.
I naturalisti della Sezione milanese della Lipu hanno redatto l’indagine sulle presenze faunistiche, in particolare ornitologiche. Per gli aspetti botanici e naturalistici, trattandosi di parco pubblico, i partner hanno avuto il supporto e la supervisione degli specialisti del Museo di Storia Naturale di Milano, con cui è stato effettuato un censimento entomologico i cui risultati completano il quadro conoscitivo sull’area.
Con il tempo, è stata poi identificata un’area che si è naturalizzata spontaneamente e che ora è una vera e propria oasi urbana, che richiederà cura e attenzione perché non venga percepita come un’area dismessa, ma come un prezioso presidio di natura selvatica in città.
È stato realizzato, con il sostegno di Mm, uno studio di fattibilità per creare un’area di compostaggio dove verranno smaltiti tutti gli scarti verdi derivanti della manutenzione del parco.
Per valutare l’utilità di buone pratiche di gestione e l’importanza degli effetti positivi del grande polmone verde, agronomi e naturalisti hanno redatto un importante approfondimento sui servizi ecosistemici che vengono offerti dal parco e che sono stati oggetto di un incontro pubblico tenutosi a febbraio presso la Centrale dell’Acqua di Milano.
Lo studio ha evidenziato il valore economico che un parco può svolgere nei confronti della comunità sia nel benessere dei cittadini sia per l’ambiente in generale.
Inoltre, si è portato a conoscenza dei tecnici come un impianto di compostaggio può determinare minori costi ambientali legati allo smaltimento dei residui verdi e alla generazione di una risorsa ricca di sostanza organica ottimale per il miglioramento della qualità del suolo.
Questo studio ha messo in risalto anche la possibilità di una diversa gestione del verde: non solo per rendere il parco fruibile ed esteticamente accettabile per gli esseri umani, ma anche per renderlo vivo, sano e accogliente anche per altre specie viventi.
Sono state eseguite manutenzioni per evitare il dilavamento della sommità e in particolare è stata eseguita un’operazione di invarianza idraulica, ovvero un sistema di grate e tubi sotterranei che permette di gestire in modo intelligente e funzionale le acque meteoriche: anziché smaltirle nel sistema fognario, andranno a inumidire il sottosuolo, dando maggior benessere alle piante.
Cai Milano ha contribuito in particolare in merito all’accessibilità del parco. Una accessibilità più consapevole e in coerenza con i temi ambientali, storici e naturalistici.
È stato definito un sentiero urbano, uno dei primi in un grosso centro urbano in Europa e in Italia, che parte da Piazza Duomo e arriva dopo 9,5 km sulla sommità del Monte Stella, unendo due simboli emblematici di Milano.
Cai Milano ha organizzato inoltre diversi trekking urbani. Un altro obbiettivo su cui si è impegnato il Cai è quello di progettare e di verificare la possibile concreta realizzazione di un percorso attorno al Monte stella per una sua frequentazione in autonomia per persone con disabilità motoria e sensoriale.
Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano ha contribuito organizzando due itinerari guidati, a partire dal Monte Stella. Entrambe le visite, pensate per un pubblico di cittadini e curiosi ma anche occasione di aggiornamento professionale per gli architetti iscritti all’albo, sono state organizzate per raccontare e far conoscere il Parco, il suo quartiere e il suo legame con il resto della città.
La Fondazione si è impegnata poi a curare la pubblicazione finale, che è stata presentata in un momento pubblico presso la sua sede.
Nei cortili delle case popolari del quartiere, la popolazione residente è stata coinvolta in un’attività che ha entusiasmato e avvicinato gli inquilini alla gestione condivisa del verde pubblico.
Gli incontri, guidati da un’esperta di orticoltura di AmbienteAcqua, sono serviti a creare due gruppi affiatati che, in via Cesare Pascarella 29 e in via Fratelli Rizzardi 22, hanno partecipato alla progettazione e realizzazione, grazie alla collaborazione con l’associazione Gallab, di due piantonai che poi, grazie alla presenza dell’esperta, hanno imparato a gestire in modo da far sviluppare piante forestali locali.
Le piantine, una volta cresciute, saranno messe a dimora nel Parco Monte Stella, a sostituire le specie aliene invasive che il progetto ha contribuito a eradicare.
Un collegamento, questo, che parte dal Monte Stella e lì ritorna, come naturale destinazione di un percorso di crescita che coinvolge l’intero territorio e la popolazione locale, con una sinergia tra pubblico, privato e no profit di grande respiro e capacità.
Per tutta la durata del progetto, sono state inoltre coinvolte una ventina di classi tra elementari e medie, oltre a un gruppo di studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore G. Cardano.
Gli studenti hanno partecipato attivamente a tutte le fasi, dal censimento fino all’eradicazione dell’ailanto (una specie asiatica pericolosa per l’habitat europeo), su cui è stata altresì prodotta una scheda tecnica, consegnata alla municipalità di zona che ha potuto così diffonderla tra gli abitanti della zona. In particolare, con gli studenti del Cardano, è stata realizzata una mappa digitale di tutto il parco.