L’Internet of Things sta esplodendo anche in Italia, con una proliferazione elevata di dispositivi che necessitano di sistemi di alimentazione di nuova generazione, a basso impatto ambientale. Una soluzione bio-based appare molto interessante…
È facile immaginare come nei prossimi anni la tecnologia sarà sempre più presente nelle nostre case e nelle aziende: i dispositivi IoT ormai sono diventati quasi una commodity e si trovano agevolmente anche nei supermercati dell’elettronica di consumo.
Lo studio The Internet of Things: Catching up to an accelerating opportunity, redatto da McKinsey, conferma questa previsione di grande crescita: a livello mondiale l’IoT potrebbe generare tra i 5.500 e i 12.600 miliardi di dollari entro il 2030.
Inoltre, anche se per McKinsey il settore si svilupperà più sui dispositivi casalinghi, negli uffici e in ambito sanitario e meno verso le fabbriche intelligenti, le smart city e i veicoli a guida autonoma, nei prossimi anni l’Internet of Things sarà sempre più pervasivo.
Nel nostro Paese – secondo i dati di Osservatori.net riferiti al 2021, ultimo anno di rilevazione – il mercato IoT corre veloce e ha raggiunto i 7,3 miliardi di euro (+22% rispetto al 2020), per un totale di oltre 110 milioni di connessioni IoT attive (poco più di 1,8 per abitante).
Secondo Peter Ringstad, Ceo di Ligna Energy – azienda svedese nata nel 2017 che si occupa di innovazione e sviluppo di soluzioni per l’accumulo di energia con materiali naturali e biologici – “nel 2025 saranno oltre 150.000 i dispositivi IoT connessi in rete ogni minuto. Questi dispositivi dovranno essere alimentati in qualche modo e in molti casi si ricorrerà alle batterie. Si stima che, nello stesso anno, verranno gettate giornalmente circa 75 milioni di batterie esauste dedicate all’alimentazione dei dispositivi IoT“.
A fronte di questi numeri è necessaria una progettazione sostenibile di soluzioni che alimentino i milioni di nuovi dispositivi che saranno necessari per rendere smart le nostre case, gli uffici e le fabbriche.
Da qui nasce l’accordo tra Gpbm Industry, Sparq technology ed Exo Industry – aziende del Gruppo Cebon – e Ligna Energy per lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili in ambito Internet of Things.
In particolare sfruttando il super condensatore di Ligna, realizzato con materiali bio-based, che offre, oltre a dimensioni contenute, un impatto ambientale estremamente contenuto e un basso consumo energetico.
Il progetto di realizzazione e di messa sul mercato di questo nuovo super condensatore ha ottenuto una sovvenzione Eurostars di 1,4 milioni di euro.