Etichettatura ambientale: ecco cosa prevede la norma in Italia e come le aziende devono adeguarsi per informare correttamente i consumatori.
Il D.lgs 116/2020 ha previsto per tutti gli imballaggi immessi al consumo in Italia l’obbligo di una etichettatura ambientale.
Tale obbligo è in vigore dal gennaio 2023, ma i prodotti privi dei requisiti prescritti e già immessi in commercio o etichettati a questa data, possono essere commercializzati fino a esaurimento delle scorte.
Da tempo la Comunità europea spinge gli Stati membri a perseguire obiettivi di recupero per gli imballaggi, così con il D.lgs. 116/2020 – che ha portato modifiche sostanziali al D.lgs. 152/06 c.d. Codice Ambientale in particolare per la gestione dei rifiuti – è diventato obbligatorio per il produttore di imballaggi destinati al consumatore finale fornire le indicazioni per consentire di effettuare correttamente raccolta, riutilizzo, recupero e riciclaggio e per informare i consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi.
Il Dm 360/2022 integra la normativa con le linee guida necessarie per aiutare le imprese nei nuovi adempimenti.
Al termine del loro utilizzo gli imballaggi dei prodotti sia alimentari che non (primari, secondari e terziari) devono essere correttamente gestiti e per tale motivo sull’etichetta devono essere riportate le indicazioni necessarie per la corretta gestione del rifiuto stesso.
Per poter identificare e classificare l’imballaggio i produttori devono riportare la natura dei materiali di imballaggio e alcune informazioni minime con codici predefiniti quali:
- tipologia di imballaggio (per esempio, bottiglia, vaschetta, flacone, etichetta, involucro…)
- identificazione del materiale
- famiglia del materiale – acciaio, alluminio, plastica, carta, legno plastica, vetro…
- indicazioni per la raccolta (differenziata o indifferenziata), insieme a “verifica le disposizioni del tuo Comune”
Oltre a queste informazioni minime è possibile inserire altre informazioni ambientali, come un simbolo grafico per la raccolta differenziata di qualità, riciclabilità, marchi ambientali, compostabilità, seguendo le indicazioni stabilite da apposite norme tecniche elaborate dagli Enti di Normazione internazionali (Iso), europei (Cen) o nazionali (Uni per l’Italia, Din per la Germania, Afnor per la Francia e così via).
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