All’Università di Parma nuova ricerca sulla malattia di Parkinson: nell’odore particolare dei pazienti in cui è stata diagnosticata – identificato dai cani – e nei disturbi del sonno i primi indizi.
L’Università di Parma apre la strada a un’innovativa ricerca sulla diagnosi precoce della malattia di Parkinson: nei disturbi del sonno e nell’odore particolare emanato e riconosciuto dal fiuto dei cani i primi indizi. Lo studio intende focalizzare l’attenzione su un nuovo metodo non invasivo per la diagnosi precoce.
Nato un anno fa e coordinato da Anna Negrotti, responsabile dell’ambulatorio Parkinson e malattie extrapiramidali dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, il progetto coinvolge diversi campi, attingendo dalla medicina alla neurologia, dalla biologia all’etologia.
Collaborano alla realizzazione del progetto l’Unità Operativa Ricerca Clinica ed Epidemiologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, il Centro di Medicina del Sonno e il Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità dell’Università di Parma.
“L’idea – ci racconta Anna Negrotti – è nata dalla scoperta pubblicata nel 2016 su una rivista scientifica prestigiosa che la cute degli individui affetti da malattia di Parkinson (Mp) emana un odore particolare definito muschiato e dall’implicazione che il sebo possa essere utile per la diagnosi della malattia.
Un’infermiera scozzese, Joy Milne – dotata di un olfatto molto sviluppato paragonabile a quello dei cani – si accorge che il marito affetto da Mp emana un odore caratteristico, che lei riesce a percepire molti anni prima della diagnosi del marito e con il suo fiuto riuscirà a riconoscere lo stesso odore anche in altre persone affette dalla stessa malattia.
L’identificazione e la quantificazione di composti presenti nel sebo, che risultano associati all’odore caratteristico dei pazienti con Mp, potrebbe consentire di individuare un pannello di biomarker innovativi, basati sull’impiego di un liquido biologico non invasivo come il sebo“.
Grazie al loro olfatto sviluppato, i cani – da sempre impiegati come rilevatori di campioni per differenti scopi – sono in grado, spiega la dottoressa, di individuare specifiche sostanze odorose anche in concentrazioni molto basse, come lo sono appunto i composti organici volatili (Voc).
In altri termini, continua Negri, “i Voc, molecole presenti nei liquidi biologici in misura molto ridotta, riflettono lo stato metabolico di un organismo e sono malattia-specifici, possono essere rilevati dal sistema olfattivo canino ed essere impiegati come biomarcatori innovativi“.
Già da altri studi è emersa la capacità, da cani adeguatamente addestrati, di percepire Voc correlati al tumore dei polmoni, delle ovaie e della prostata e di riconoscere pazienti positivi ad altre malattie come la malaria.
Tuttavia, l’applicazione del rilevamento olfattivo canino per la diagnosi di malattie neurodegenerative è un terreno di indagine ancora inesplorato.
L’effettiva rilevazione, da parte di cani accuratamente addestrati, di biomarker volatili in campioni di sebo di pazienti affetti da Mp, in differenti stadi di malattia, tra cui anche quello premotorio, potrebbe rappresentare un grande passo in avanti.
Questa fase, infatti, definita prodromica o premotoria, chiarisce la dottoressa, “fornisce una potenziale finestra temporale, nel corso della quale potrebbero essere somministrate, qualora diventassero disponibili, terapie cosiddette disease-modifying, capaci cioè di prevenire o ritardare lo sviluppo e la progressione della malattia“.
Dal momento che attualmente non esiste nessun test in grado di identificare la malattia di Parkinson prima che si manifestino i segni motori tipici, l’olfatto canino potrebbe rivelarsi un potenziale metodo di screening diagnostico della Mp, rapido e non invasivo.
Il progetto è stato presentato presso l’Università di Parma durante un appuntamento inserito nell’ambito della Settimana del Cervello, anche al fine di arruolare volontari sani che possano contribuire ai risultati della ricerca.
Per ulteriori informazioni sul progetto e su come poter aderire è possibile contattare l’indirizzo email parkinsondetectiondogs@gmail.com oppure il seguente recapito telefonico: 0521/704123.
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