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La sfida delle emissioni – scope 1, 2 e 3 – per ridurre l’impronta di carbonio

riduzione emissioni co2
Immagine da Depositphotos

Negli ultimi mesi l’attenzione verso le emissioni di tipo Scope 1, 2 e 3 è cresciuta in modo sensibile, grazie all’impegno profuso dal legislatore e agli enti regolatori nel disciplinare con maggior severità le attività (e la relativa rendicontazione) che generano esternalità negative sull’ambiente.

Se, da una parte, le emissioni Scope 1 e 2, relative alle risorse direttamente possedute controllate dall’azienda e alle emissioni indirette derivanti dalla produzione di energia, sono in generale le più importanti, la vera sfida oggi riguarda la definizione di una strategia per gestire le emissioni Scope 3, generate lungo la catena del valore nel suo complesso.

In questo contesto, lo studio di McKinsey, dal titolo The Scope 3 challenge: Solutions across the materials value chain, approfondisce le opportunità che la decarbonizzazione può offrire alle aziende nel processo di creazione di valore, per esempio facilitando la nascita di modelli di business green nel momento in cui si affronta lo Scope 3 nel suo complesso.

La stessa iniziativa Science Based Targets (Sbti) fornisce dei criteri di riferimento alle aziende che cercano una convalida per i propri obiettivi in materia di emissioni Scope 3.

Fattori chiave per la riduzione delle emissioni Scope 3

Le caratteristiche peculiari del settore di appartenenza possono influire sul posizionamento, all’interno della catena del valore, della maggior parte delle emissioni; tuttavia, ripensare i processi produttivi, l’utilizzo delle tecnologie e il coinvolgimento di clienti e fornitori all’interno della strategia di riduzione delle emissioni può portare risultati interessanti.

Secondo lo studio, una strategia vincente nella riduzione delle emissioni Scope 3 considera sei fattori chiave.

Selezione di clienti e fornitori

Per affrontare le emissioni nella selezione e nel coinvolgimento dei fornitori è necessario ridurre le emissioni in ingresso o assicurarsi una fornitura a basse emissioni di carbonio.

L’approvvigionamento a doppia missione, ovvero l’acquisto di un prodotto che riduca al minimo sia i costi che l’impronta di carbonio, sta emergendo infatti come nuovo standard di riferimento nelle modalità operative applicate dai team di approvvigionamento.

Inoltre, le organizzazioni possono cercare di collaborare con i clienti per incoraggiare la riduzione delle emissioni durante la lavorazione e l’utilizzo dei prodotti.

Definizione delle specifiche di prodotto e delle soluzioni

La riduzione delle emissioni richiede di lavorare sulla definizione delle specifiche di prodotto, arrivando addirittura a modificarle per diminuire le emissioni in ingresso.

Alcune aziende stanno riducendo la domanda di risorse vergini, altre stanno spostando la produzione per consentire l’uso di input a base biologica. Gli approcci a valle comprendono invece lo sviluppo o l’adattamento di prodotti che consentono di ridurre le emissioni quando i clienti li utilizzano.

Possibilità di attivare partnership

L’idea di fondo riguarda la creazione di partnership lungo tutta la catena del valore per sviluppare linee di prodotti e servizi a basse emissioni di carbonio, per esempio mirando ad azioni di decarbonizzazione e investendo in R&S e in tecnologia.

Soluzioni per la fine del ciclo vita

Considerare il riciclo per poter offrire soluzioni circolari, di fine vita e materie prime potenzialmente sicure, riciclate o a basse emissioni di carbonio.

Strategie di portafoglio green

Spostarsi in nuovi segmenti di business ecologici, arrivando addirittura a crearli, utilizzando al tempo stesso le capacità esistenti per ridurre l’impronta e l’esposizione complessiva del portafoglio.

Integrazione nella catena del valore

Integrare a monte o a valle nella catena del valore per aumentare il controllo delle emissioni presenti nella catena stessa.

Ovviamente, non esiste un modello valido per tutte le aziende. Le caratteristiche peculiari del settore forniscono un’indicazione del posizionamento delle emissioni all’interno della catena del valore e nel modello di business scelto.

Nel settore chimico, per esempio, la possibilità di ridurre le emissioni nei processi upstream risiedono nella capacità di utilizzare materie prime a bassa emissione di carbonio o addirittura di riciclo o bio-based, adattando i processi operativi di conseguenza; nella fase downstream, invece, l’attenzione deve essere posta nel portafoglio di prodotti e nella gestione del fine vita di prodotto, per facilitarne il riutilizzo.

Nel settore della produzione di materiali per le costruzioni, invece, la selezione di fornitori e lo sviluppo di partnership con produttori di materiali risultano critiche dal momento che una parte importante delle emissioni deriva dall’uso di materie prime come alluminio, cemento, acciaio; lavorare congiuntamente ai fornitori e ai clienti nel processo di decarbonizzazione della produzione sarà un elemento fondamentale da considerare per sviluppare una strategia di successo.

Oggi molte aziende fanno fatica a definire e a sviluppare strategie di riduzione delle emissioni se si fermano a ragionare unicamente sulle proprie capacità e come entità stand alone.

Lo sviluppo di piani dettagliati richiede la presenza di capacità organizzative specifiche, di approcci sistematici per misurare e tracciare l’avanzamento nei confronti degli obiettivi e di investimenti per lo sviluppo di beni e servizi.

Il percorso per affrontare con successo le emissioni Scope 3 considera alcune fasi:

  • per prima cosa, definire il punto di partenza e fissare un punto di riferimento (come un’azienda definisce il proprio obiettivo e i propri prodotti, e lavora per raggiungere i target)
  • successivamente, pianificare per sviluppare iniziative mirate, per raggiungere il punto di riferimento posto e, in terzo luogo, identificare i fattori chiave per avere successo
  • in ultima fase, tracciare la riduzione delle emissioni di carbonio e i miglioramenti, certificare i prodotti ecologici e scalare le proprie capacità

Riduzione delle emissioni di Scope 1 e 2: l’esempio di Abb

Un esempio virtuoso del lavoro di riduzione delle emissioni inquinanti arriva dal polo produttivo di Abb Electrification Smart Power a Frosinone che mostra come, integrando la sostenibilità nell’intera catena del valore, si riesca a ottenere sia la riduzione delle emissioni Scope 1 e 2 sia dei costi energetici.

Il polo produttivo di Abb, basandosi sui dati forniti da Ability Energy Manager – la tecnologia di Abb che legge le informazioni provenienti dagli interruttori intelligenti e dai dispositivi digitali installati, ha ridotto il consumo energetico per ogni interruttore prodotto del 25% e le emissioni medie di CO2 Scope 1 e 2 per prodotto del 33% rispetto ai valori del 2019.

Crediti immagine: Depositphotos

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Chiara Guizzetti Chiara Guizzetti: laureata in economia, lavora in Adfor come referente per l'area Internal Audit e Compliance (consulenza, formazione aziendale e universitaria). Crede nel valore dell'etica, della sostenibilità e del network tra persone e imprese. Appassionata di pilates e corsa | Linkedin
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