Dissesto idrogeologico e ìrischi collegati ai cambiamenti climatici: la tecnologia può aiutare… per esempio con un drone che decolla automaticamente in occasione di emergenze, come alluvioni, terremoti ed eruzioni vulcaniche.
Dji Dock, è stato sviluppato dalla cinese Dji ed è un sistema base e drone che decolla automaticamente in caso di emergenze come alluvioni, terremoti, incendi o eruzioni vulcaniche, per offrire una risposta tempestiva in qualsiasi condizione.
“Il Dji Dock è una base station per droni Matrice 30, che permette di programmare e svolgere in maniera automatica diversi profili di missione per ispezioni, controlli e soccorsi anche in luoghi remoti o pericolosi” spiega Valentino Bertolini, direttore marketing di Nital, l’azienda italiana che cura la distribuzione esclusiva in Italia dei prodotti Dji Enterprise.
“È una soluzione di tipo professionale, che può fornire soluzioni efficaci per la sicurezza nel settore industriale civile, ma anche in ambito istituzionale e militare” continua Bertolini.
Il sistema Dji Dock è articolato in due elementi principali: una piattaforma robotica automatizzata di dimensioni molto ridotte, che occupa una superficie inferiore a 1 mq, pesa circa 100 kg e può operare di giorno e di notte, in condizioni meteorologiche complesse e con temperature da -35 a +50°C.
La piattaforma ospita al suo interno un quadricottero della serie Dji Matrice 30, le cui batterie possono essere ricaricate in 30 minuti grazie al sistema di raffreddamento Tec; questa base è dotata di una fotocamera grandangolare di sicurezza e all’occorrenza di una camera termica, ha una stazione meteo integrata, un vano per una scheda di connessione Lte 10, un’antenna interna omnidirezionale, un modulo Rtk per il geoposizionamento e un vano di espansione Edge Computing che consente la pre-elaborazione di file multimediali.
Il secondo elemento è il drone Dji Matrice 30 (nelle versioni M30 o M30T), che ha un’autonomia di volo di 40 minuti e un range massimo di 7 km ed è dotato di sofisticate telecamere nel visibile e nell’infrarosso con ottiche grandangolari, zoom e telemetro laser.
Le missioni del drone possono essere programmate da remoto grazie a un software proprietario o a software terzi.
La tecnologia al servizio della prevenzione e del controllo ambientale
L’importanza di strumenti tanto sofisticati diventa evidente in situazioni di emergenza, come abbiamo visto in questo recente periodo con le alluvioni in Emilia-Romagna e ne abbiamo parlato con Alessandro Rabbia, senior engineer Dji Enterprise – Nital per comprendere meglio il funzionamento di questo sistema sia per gli interventi in autonomia, sia come prevenzione.
Dji Dock è un drone che decolla automaticamente in occasione di grandi emergenze, cosa significa? Rileva automaticamente determinate condizioni e di conseguenza va a verificare secondo un percorso prestabilito?
Dji Dock è un sistema composto da: drone Dji Matrice 30, base di ricarica Dji Dock, software di gestione Dji Flighthub 2. Una volta configurati tutti gli elementi, è possibile gestire da remoto una o più Dji Dock installate sul territorio.
Il software Flighthub permette di controllare/pilotare il Matrice 30 in tempo reale, oppure pianificare un percorso, che il drone potrà seguire automaticamente.
In caso di evento straordinario, come un illecito, oppure un focolare boschivo, l’operatore può, in pochissimo tempo, predisporre una missione automatica direttamente sul punto di interesse e ricevere le immagini in tempo reale dal drone, senza doversi preoccupare del suo controllo.
Una volta installata la base in una zona critica, in alta montagna o in altre zone difficilmente raggiungibili, che autonomia garantisce?
Il Dji Matrice 30 può volare fino a 40 minuti continuativamente. Prossimo all’esaurimento, torna automaticamente alla dock per ricaricarsi e in pochi minuti (circa 30) è pronto per ripartire.
Collegando la Dji Dock a Power Station dedicate (come inverter o accumulatori) è possibile garantirne l’operatività anche per diversi giorni, senza aver bisogno di una rete elettrica disponibile.
In che modo il sistema potrebbe essere impiegato nella prevenzione e nella gestione di emergenze ambientali, dalle alluvioni, alle eruzioni vulcaniche e gli incendi boschivi, giusto per citare alcuni esempi di particolare attualità?
Il drone è uno strumento fondamentale nella gestione delle emergenze. Potendo coprire velocemente diversi chilometri quadrati, può fornire informazioni cruciali per il successo delle operazioni di soccorso.
Posizionare più dock nell’area di intervento, permette di avere informazioni dall’alto senza interruzione; un notevole vantaggio che consente di impiegare più costosi elicotteri solo per l’effettivo intervento di soccorso, portando al minimo anche il rischio per gli operatori impegnati.
Quindi, meno risorse nella gestione dei droni, operando automaticamente, gestiti da una sala controllo centralizzata.
Il sistema Dji Dock, l’ambiente marino e i soccorsi in mare, quali sono le caratteristiche lo rendono particolarmente interessante per questi impieghi?
Sicuramente l’estrema resistenza alle condizioni meteo avverse (per vento, polveri e soprattutto pioggia) fa del Dji Matrice 30 e della Dji Dock un sistema ottimale per impieghi in ambiente costiero.
La gestione remota delle operazioni permette di coprire vaste aree, anche remote o difficilmente accessibili, come scogliere, cale, riserve naturali.
Quanto costa il sistema e dove è già stato o sarà installato in Italia?
I prezzi ufficiali, insieme alle diverse configurazioni, saranno disponibili dal prossimo mese. Dji Dock è un sistema composto da base/drone/software, Dji sta prendendo del tempo per fornire con chiarezza tutti i dettagli commerciali per avere un sistema completo e pronto all’uso.
Attualmente la dock è stata utilizzata intensivamente dal Nucleo Sapr dei Vigili del Fuoco per testarne le capacità.