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Livelli di biossido di azoto in città, Milano sopra tutti i limiti: come agire per non ammalarsi?

mappa no2 milano
Immagine Cittadini per l'Aria

Pubblicata dall’Associazione Cittadini per l’Aria la mappa dei risultati della campagna di rilevazione partecipata “NO2, No Grazie!” 2023. Un’aria insalubre, frutto di un’inerzia decisionale e di abitudini non sostenibili. Ma come reagiscono i cittadini?

I cittadini di Milano e Roma non possono più fare finta di niente: dopo gli allarmanti i dati della campagna di monitoraggio 2023 di Cittadini per l’Aria – nella quale è emerso che Milano e Roma sono soffocate da alti livelli di concentrazione di biossido di azoto (NO2), inquinante dannoso e derivante principalmente dalle emissioni del traffico – devono darsi da fare perché il rischio per la propria vita è alto.

Eppure, in quanti di noi scendono in piazza per invocare il diritto a respirare aria buona? Abbiamo chiesto ad Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria, nonché avvocato, che spiegazione si dà a questo “voltarsi dall’altra parte” e continuare a vivere in città inquinate senza protestare.

Ascolta il podcast: Livelli di biossido di azoto in città, Milano sopra tutti i limiti: come agire per non ammalarsi?

I nuovi dati sull’inquinamento dell’aria emergono da una mappatura condotta dai cittadini volontari che hanno hanno misurato il biossido di azoto con un piccolo campionatore passivo esposto in punti precisi scelti da loro stessi (la stessa redazione di GreenPlanner ha posizionato il campionatore in GreenParlor).

La base scientifica dello studio è assicurata dal Dipartimenti di Scienze Cliniche e di Comunità e di Chimica dell’Università degli Studi di Milano.

La situazione NO2 a Milano

Per quanto riguarda i valori annuali stimati, i ricercatori dell’Università Statale di Milano indicano che con buona probabilità il 20% dei campionatori supera il valore limite normativo Ue (40 μg/m3), mentre il 100% supera il limite che le linee guida dell’Oms indicano come valore medio annuo da rispettarsi a tutela della salute (10 μg/m3).

Nella mappa predominano livelli fuori norma: la media mensile (febbraio/marzo) dei campionatori a Milano è di 47 μg/m³, nell’area metropolitana 41 μg/m³.

Il 75% dei campionatori ha superato i 40 μg/m³, più del 20% ha passato i 50 μg/m³, il 13% ha segnato oltre 60 μg/m³ e il 3% supera addirittura i 70 μg/m³.

Il dato statistico delle rilevazioni

in Lombardia la media mensile è pari a 44,8 μg/m3, un valore maggiore dei 40 μg/m3 che rappresenta il limite medio su base annua, attualmente in via di revisione da parte dell’Unione europea.

Se confrontato con gli standard indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, questo valore risulta 4 volte superiore al limite di 10 μg/m³.

Tra i campionatori analizzati, il 74% superava il valore limite Ue pari a 40 μg/m3 (media su base annua), il 100% risultava superare il valore suggerito dall’Oms pari a 10 μg/m3 (media su base annua).

Approfondendo i dati puntuali della città di Milano, la cui media mensile è addirittura di 47 μg/m3, destano particolare preoccupazione i livelli di inquinante misurati intorno alle scuole.

Il primato in negativo è dell’Ic Ciresola, i cui campionatori, posizionati in viale Brianza, hanno misurato valori medi fino a 68,8 μg/m³.

Anche nelle vie dello shopping le persone passeggiano esposte ai fumi del traffico. Concentrazioni di NO2 preoccupanti sono state rilevate in Corso Buenos Aires e Corso XXII marzo, a pari demerito con 61,3 μg/m3 (+53% rispetto al limite annuale Ue di 40 μg/m3).

Anche se la media delle concentrazioni nella città metropolitana risulta pari a 41 μg/m3 e dunque inferiore a Milano città, la situazione in alcune zone non è molto migliore: per esempio, Monza – in via Manzoni – registra una media mensile di 59,1 μg/m3.

Questo inquinante – derivante principalmente dalle emissioni del traffico – oltre a essere di per sé responsabile di decine di migliaia di morti premature in Europa, contribuisce alla formazione di altri inquinanti pericolosi per l’uomo: il particolato fine (PM2,5) e, soprattutto nelle stagioni calde, l’Ozono.

È infine risaputo che a elevate concentrazioni di NO2 si accompagnano altri agenti tossici per la salute, come il black carbon e idrocarburi policiclici aromatici (Ipa).

La campagna di rilevazione

Dal 4 febbraio al 4 marzo 2023 quasi 1.500 cittadini delle due maggiori aree metropolitane – Roma e Milano – hanno misurato il biossido di azoto con un piccolo campionatore passivo che ha raccolto l’inquinante gassoso per assorbimento.

I punti di monitoraggio sono stati scelti dalle persone – vicino a casa, a scuola, al lavoro – e sono stati integrati con quelli delle centraline Arpa.

L’elaborazione in laboratorio ha poi fornito il dato della concentrazione mensile rilevata da ciascuno e di stimare le concentrazioni medie annue e permetterà di studiare più nel dettaglio come si disperde il biossido d’azoto.

Infine, i dati rilevati e validati sono stati collocati nelle mappe (consultabili sul sito di Cittadini per l’aria) a fotografare i livelli di concentrazione nell’area urbana.

I risultati, ottenuti grazie al supporto dei ricercatori dei Dipartimenti di Scienze Cliniche e di Comunità e di Chimica dell’Università degli Studi di Milano, mostrano come in Lombardia, rispetto alle passate edizioni, la qualità dell’aria sia sostanzialmente stabile, ferma su livelli non accettabili.

L’impegno dei cittadini riconsegna a ricercatori e amministratori nuovi e utili dati per approfondimenti e valutazioni circa trend e criticità delle città partecipanti.

Le cause e le possibili soluzioni

I dati rilevati nell’area lombarda, che presentano ovunque livelli rilevanti, evidenziano l’insufficienza delle misure adottate. in Europa, è proprio il Nord Italia l’area nella quale si misura il più elevato contributo del traffico agli inquinanti dell’aria.

La soluzione è legata alla riduzione dei flussi di traffico in circolazione in città, consentendo a chi vi arriva di farlo con i mezzi pubblici, bici, sharing e, a chi vive e lavora a Milano, di spostarsi senza usare l’auto privata e utilizzando mezzi di trasporto commerciali green (cargo bike, furgoni elettrici).

Come osservato dal confronto tra area metropolitana e area cittadina, Area B non sembra ancora esercitare un’azione efficace sulla qualità dell’aria, lo stesso si può dire anche per Area C.

Infatti, nel complesso i campionatori posizionati all’interno dell’area a traffico limitato hanno misurato un valore medio mensile pari a 46,1 μg/m3, dato di poco inferiore a quello misurato all’esterno (47,2 μg/m3).

Ciò indica la necessità di stringere i criteri di ingresso, riducendo le deroghe e le categorie ammesse.

Le misure da attuare

Il miglioramento dell’aria cittadina passa dalla riduzione del traffico veicolare, liberando spazio per le persone e il verde. Creare percorsi continui sicuri per la mobilità attiva e sostenibile e comunicare, per aumentare la consapevolezza collettiva in merito agli effetti dell’inquinamento dell’aria sulla salute dei cittadini, coinvolgendoli nello sforzo per il bene comune.

Infine, potenziare ed efficientare il trasporto pubblico. Fondamentale risulterà aumentare e preservare il verde: i dati confermano che, oltre al ruolo fondamentale di contrasto delle isole di calore e di promozione della salute dei cittadini, le aree verdi risultano un’infrastruttura fondamentale nel mitigare l’inquinamento urbano.

Progetti di scienza partecipata come sono preziosi anzitutto perché permettono di raccogliere vaste informazioni sul territorio che si integrano ai dati delle rilevazioni centrali, ma anche perché attivano positivamente i cittadini aumentandone la consapevolezza sull’inquinamento dell’aria nelle nostre città.

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