Home Eco Lifestyle Plastica e inquinamento: alcuni laghi soffrono più degli oceani

Plastica e inquinamento: alcuni laghi soffrono più degli oceani

Laghi
Immagine da Pixabay

L’inquinamento riesce a colpire anche i laghi e i bacini idrici artificiali su scala globale, persino in luoghi remoti.

Da frammenti di rifiuti di plastica a fibre derivanti dal lavaggio degli indumenti, fino ai residui di imballaggi. Sono i maggiori elementi inquinanti che finiscono nei laghi e nei bacini idrici artificiali.

Anche laddove l’impatto dell’uomo è minimo la percentuale non accenna ad abbassarsi o a scomparire.

Si è così dimostrato, tramite ricerche, che in alcuni casi le concentrazioni di plastica negli ambienti d’acqua dolce sono più elevate di quelle rinvenute nelle cosiddette Garbage patches, le isole di plastica oceaniche.

Oltre a impattare negativamente sull’uso potabile delle acque, l’inquinamento da plastica ha effetti dannosi sugli organismi acquatici e sul funzionamento dell’ecosistema.

Una presa di coscienza collettiva può spingere a maturare interesse nella tutela dei laghi. Anche grazie al lavoro di ricercatori, studiosi e associazioni che monitorano costantemente lo stato dei bacini d’acqua dolce.

La ricerca sui laghi della Bicocca

A far luce su alcuni aspetti è Veronica Nava, giovane ricercatrice assegnista del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università di Milano-Bicocca, sotto la supervisione della docente Barbara Leoni (coordinatrice del gruppo di ricerca di Ecologia e gestione delle acque interne che si occupa anche di laghi e fiumi nello stesso dipartimento).

Con una ricerca pubblicata sulla rivista Nature, dal titolo Plastic debris in lakes and reservoirs, è stato possibile dimostrare l’inquinamento da plastica nei laghi.

Il progetto ha coinvolto 79 ricercatori del Global lake ecological observatory network e usato dei retini da plancton in 38 laghi divisi in 23 nazioni sparse nei sei continenti per prelevare campioni di acqua superficiale.

I campioni sono stati analizzati all’ateneo Milano-Bicocca anche grazie alla micro-spettroscopia Raman, in grado di confermare la composizione polimerica delle microplastiche evidenziando presenza di poliestere, polipropilene e polietilene.

L’attività di Legambiente

Legambiente ha invece eseguito dei campionamenti con tecnici e volontari sulla sponda lecchese del Lario nell’ambito della campagna estiva Goletta dei laghi 2023, da 18 anni in difesa delle acque lacustri italiane.

Lo studio ha dimostrato che sei punti su sette sono risultati entro i limiti di legge. Uno solo si conferma un punto critico e fortemente inquinato: la foce del torrente Meria.

La foce del torrente Fossone, la foce del torrente Valle dei Mulini e il lago presso la foce del torrente Esino hanno registrato miglioramenti rispetto all’anno precedente.

Anche la nuova entrata della foce del rio Varrone, il lago di fronte alla foce del torrente Gallavesa e la foce del torrente Caldone sono all’interno dei limiti stabiliti.

L’associazione si è mossa prendendo come base i parametri microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli), considerando come inquinati i campioni in cui almeno uno supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia.

Sono indicati invece come fortemente inquinati quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.

Grazie al costante lavoro di associazioni e team di ricercatori siamo sempre in tempo per intervenire a difesa dei laghi italiani e dei bacini idrici artificiali. La tutela dell’ambiente passa anche dalle acque dolci.

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