La startup veneto-friulana Circular Fiber ha deciso di ispirarsi al grande scienziato francese Antoine-Laurent de Lavoisier e alla sua legge sulla conservazione della materia per creare il suo motto: “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, in prodotti di valore”.
Un vero e proprio manifesto di economia circolare per questa realtà imprenditoriale che vuole combattere lo spreco alimentare attraverso la trasformazione in una farina funzionale di alta qualità, partendo dagli scarti di produzione di un ortaggio: il carciofo.
Nata due anni fa dalla sinergia tra Nicola Ancillotto e Luca Cotecchia, con esperienze consolidate nel settore delle biotecnologie e dello sviluppo aziendale, Circular Fiber è una startup innovativa che ha inventato Karshof: la prima farina vegetale a base di scarti di carciofo, con un basso impatto ambientale.
L’Italia ha una grande biodiversità con oltre centinaia di ecotipi e ben quattro carciofi Igp (Indicazione Geografica Protetta), ma nell’industria del carciofo produce il 60% degli scarti europei e, in particolare, lo scarto arriva anche al 75% nel caso della produzione dei fondi di questo ortaggio, che non utilizza quindi un terzo delle sue proprietà nutritive uniche.
Karshof, ecco l’idea di Circular Fiber
La particolarità di Karshof sta sia nel processo virtuoso con cui viene creata, sia nelle grandi proprietà che possiede.
Visto che su un 1kg di carciofi ben 750 grammi sono di scarto, Circular Fiber ha deciso di creare una circolarizzazione della filiera partendo dalla supply chain, per avere un approvvigionamento diretto a km zero della materia prima.
Per fare questo ha stretto una partnership con un importante produttore di scarti di carciofo che è entrato in società: in questo modo gli scarti sono lavorati entro le 24 ore dalla produzione, si abbattono i costi di trasporto sia a livello economico che in termini di emissioni di CO2.
Infatti, questa filiera virtuosa ha per scelta una Carbon Footprint negativa. A oggi, Circular Fiber è in grado di processare fino a 3.000 kg di scarti freschi di carciofo.
Karshof è una farina funzionale (con domanda di brevetto depositata) che contiene il 60% di fibra e viene quindi usata non pura, ma al massimo al 10-12%, incorporata nei prodotti per la panificazione come pane, pasta di grano duro, grissini, pizze.
È priva di glutine, estremamente digeribile, a basso contenuto di zuccheri, con molte proteine (13%), contiene cinarina in modo variabile e il 6% di inulina, un polimero glucidico che contribuisce alla protezione del fegato.
Con queste caratteristiche Karshof rappresenta una buona alternativa alle farine raffinate perchè è adatta anche ai celiaci, vegetariani e vegani e anche ai diabetici; la sua shelf-life, ovvero la durata di vita sugli scaffali, è di tre anni.
Circular Fiber sta dando il via a un impianto in provincia di Venezia per realizzare la produzione della farina che sarà in commercio entro fine anno. L’obiettivo è di diffondersi su scala industriale, stringendo nuove partnership con aziende Btb che possano e vogliano realizzare un prodotto in co-branding.
Circular Fiber è inserita nell’acceleratore di startup Terra Next, di Cariplo Factory, che opera nell’ambito della bioeconomia e dell’agricoltura rigenerativa, pronta a sviluppare nuovi prodotti partendo da scarti agroalimentari in futuro.
Perché la farina Karshof potrebbe essere utilizzata per creare snack salutari come cracker, chip o barrette proteiche, capitalizzando sulla sua natura sostenibile e salutare.
Ma le possibilità di sviluppi futuri sono molteplici, ecco cosa ha dichiarato uno dei suoi fondatori, Nicola Ancilotto: “Gli scarti di carciofo potranno prestarsi in futuro anche ad altri impieghi; ora parliamo di farina, ma la nostra ricerca guarda anche alla creazione di fibre tessili, mattoni eco sostenibili e bioplastiche“.