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Auto elettrica: in Europa superano le diesel, ma stentano ancora in Italia

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Immagine da Depositphotos

Norvegia, Svizzera e Germania: è questo il podio europeo dei Paesi più pronti per un mercato di massa dell’auto elettrica, grazie a un’infrastruttura di ricarica matura e a un forte interesse dei consumatori. L’Italia, invece, stenta a far decollare il mercato elettrico a causa di un limitato sviluppo delle infrastrutture di ricarica. Lo racconta lo studio eReadiness di PwC Strategy&

C’è un forte interesse generale in tutto il mondo verso la mobilità elettrica: lo rileva lo studio eReadiness di PwC Strategy& che evidenzia come in Europa, lo scorso luglio, le vendite di auto elettriche abbiano superato quelle diesel.

Il 62% degli intervistati a livello mondiale ha dichiarato l’intenzione di acquistare un veicolo elettrico nei prossimi 5 anni e anche nel nostro Paese l’intenzione all’acquisto di veicoli elettrici è tra le più alte in Europa, con il 30% dei clienti intervistati che dichiara l’intenzione di acquistare entro 2 anni e il 69% entro un orizzonte di 5 anni.

L’intenzione all’acquisto di veicoli elettrici (Bev e Phev) espressa dai consumatori italiani è in crescita rispetto allo scorso anno e superiore a quella di altri Paesi europei in cui il mercato dell’e-mobility è decisamente più maturo, come aper esempio in Regno Unito, Francia e Germania.

Le ragioni che scoraggiano i consumatori italiani ad acquistare una vettura Bev o Phev sono, oltre il costo più elevato rispetto alle vetture tradizionali, l’eccessivo tempo di ricarica e l’autonomia limitata della batteria” spiega Francesco Papi, partner di Strategy& e automotive leader di PwC Italia.

L’eReadiness index è un indicatore di sintesi che misura il livello di maturità rispetto al percorso di transizione verso la mobilità elettrica di massa. Le 4 dimensioni prese in considerazione sono: il supporto degli incentivi governativi; l’infrastruttura di ricarica; l’offerta di modelli elettrici; la domanda da parte dei consumatori.

Il mercato elettrico in Europa

Crescono immatricolazioni e intenzioni di acquisto delle auto elettriche in Europa. Nel mese di luglio 2023, il numero di vetture elettriche (Bev) ha superato quello delle vetture diesel, raggiungendo una quota del 14,2% (+1,5% rispetto alle vetture diesel).

A trainare la crescita dell’elettrico sono i Paesi dell’Europa settentrionale e Centrale, come Norvegia, Germania e Francia. L’Italia è ancora fanalino di coda in Europa, con una quota di immatricolazioni Bev pari al 3,8% a fine luglio 2023 (nel luglio 2022 era del 3,6%).

Interessante lo sviluppo del mercato dell’usato elettrico in Italia: circa il 15% dei proprietari di vetture elettriche hanno comprato una vettura di seconda mano, in aumento rispetto al 10% dello scorso anno.

Tra i fattori trainanti per l’usato elettrico spicca l’immediata disponibilità della vettura, in aggiunta alle motivazioni più tradizionali relative ai minori costi di acquisto e di utilizzo.

Crescita sì, ma poca soddisfazione

Nel complesso, i proprietari di vetture elettriche sono soddisfatti dell’esperienza prodotto in fase di utilizzo. Tuttavia, si evidenzia che il 26% degli intervistati in Italia tornerebbe a una motorizzazione tradizionale, principalmente a causa dell’elevato tempo di ricarica e delle performance della batteria a basse temperature ambientali.

Tra le principali ragioni di insoddisfazione spicca la gestione del processo di installazione delle infrastrutture di ricarica privata, specialmente nel caso in cui questo non sia gestito da case costruttrici, dal concessionario o dalle utility.

Circa un acquirente di elettrico su tre compra, infatti, infrastrutture e soluzioni di ricarica contestualmente all’acquisto della vettura. Inoltre, più del 20% dei consumatori acquista ulteriori servizi e prodotti legati al mondo energetico, come per esempio contratti di fornitura di energia rinnovabile, pannelli fotovoltaici e sistemi di accumulo da integrare presso la propria abitazione.

In Italia, circa il 72% dei proprietari ricarica le vetture presso la propria abitazione o a lavoro, mentre il rimanente 28% dei clienti si affida alla ricarica pubblica come principale soluzione, dato in aumento rispetto a quanto rilevato nel 2022 (25%).

Questo fenomeno deriva dalla progressiva apertura del mercato a fasce di popolazione relativamente meno abbienti e con minore disponibilità di parcheggi privati, per i quali lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica pubblica rappresenta quindi un fattore determinante.

Rispetto ai risultati della precedente edizione, in Italia si evidenzia un leggero incremento nella penetrazione dell’infrastruttura di ricarica pubblica che raggiunge 0,9 punti di ricarica per migliaia di auto circolanti (+0,2 rispetto al 2022), pur rimanendo significativamente indietro rispetto a Paesi come Norvegia (7,6), Svizzera (2,4), Francia (2,4) e Germania (1,7).

Anche la diffusione dell’infrastruttura di ricarica di ricarica veloce (oltre i 150kW) evidenzia un gap rispetto agli altri Paesi inclusi nello studio di PwC Strategy&, con circa 0,1 punti per km di autostrada rispetto a Norvegia (10,2) e Regno Unito (1,8) o Svizzera, Francia e Germania (1,0).

Il rapporto completo è disponibile sul sito di PwC Strategy&.

Crediti immagine: Depositphotos

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