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Crescono i marchi di tutela registrati, con particolare attenzione a Sostenibilità e Green

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Un rapporto europeo mostra come siano aumentati i marchi depositati contenenti una denominazione green – riscaldamento solare, energia eolica, riciclaggio, raccolta differenziata – e quanto sia alta, anche in questi ambiti, l’attenzione delle imprese verso sostenibilità, biodiversità e cambiamenti climatici.

La registrazione di un marchio rappresenta un vero e proprio investimento, in grado di migliorare la reputazione dell’imprenditore e dell’azienda.

Bisogna però prestare attenzione: l’economia contemporanea è caratterizzata da un ambiente altamente competitivo e in continuo mutamento, è quindi fondamentale proteggere il proprio know-how, le proprie idee, le innovazioni, le conoscenze e i processi.

I dati di uno studio pubblicato dall’Euipo – l’ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale – mostrano che “i marchi green valgono il 14% del Pil europeo e garantiscono oltre il 9% dei posti di lavoro” spiega il rappresentante europeo Nathan Wajsman intervenuto durante il convegno La tutela di marchi e disegni green.

L’incontro era organizzato all’interno dell’iniziativa Italian Day: Marchi e disegni green, parte del progetto Marchi e Disegni Comunitari, organizzato da Euipo e Uibm – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero delle imprese e del Made in Italy – in collaborazione con Innexta e la Camera di Commercio di Bolzano.

Importante anche il ruolo della sostenibilità: un asset intangibile che si affianca alla proprietà intellettuale e che, anche se percepita come un bene a sé stante, mostra il proprio carattere trasversale, a tutti i risultati delle attività di ricerca e sviluppo e all’innovazione che da queste ne deriva, come la biodiversità, i cambiamenti climatici, il trasferimento di tecnologie eco-compatibili, l’agro-biotecnologia e la sicurezza alimentare.

Il rapporto di Euipo mostra anche come siano aumentati i marchi depositati contenenti una denominazione green (riscaldamento solare, energia eolica, riciclaggio, raccolta differenziata).

La scelta di un marchio

I cittadini europei esprimono una sempre maggiore preferenza per i prodotti che assicurassero delle scelte più ecologiche. Anche magari pagandoli di più.

Questa preferenza e attenzione verso tutto quello che rappresenta la tutela dell’ambiente e la sostenibilità, dall’utilizzo di materiali più ecologici a un ciclo produttivo meno inquinante, ha inciso anche sulle aziende.

Ne consegue un grande lavoro sui marchi associati ai prodotti. Ogni imprenditore, nel processo di apertura della propria attività, è chiamato a compiere innumerevoli scelte.

Una delle tante decisioni che sarà chiamato a prendere è quella di determinare il segno, la parola o il nome che contraddistinguerà i propri prodotti o servizi. Il marchio è uno strumento comunicativo molto rilevante, in grado di distinguere prodotti e servizi e di esprimere i valori che contraddistinguono un brand.

Nello scegliere il proprio marchio è importante che l’imprenditore sappia che cos’è e che caratteristiche deve avere per poter essere registrato come tale.

Il marchio, come definito all’interno dell’art.7 del Codice della Proprietà Industriale (Cpi) deve essere distintivo e nuovo. Il marchio infatti è indubbiamente un indicatore di provenienza in grado di distinguere i prodotti e i servizi di un imprenditore da quelli di un altro.

E quindi deve avere la funzione di garanzia di qualità e pubblicità, in grado di trasmettere un messaggio. Comprendere cosa può essere utilizzato come marchio lo abbiamo ascoltato durante il convegno.

È possibile registrare come marchi tutti i segni distintivi che possono essere rappresentati in modo tale da consentire di determinare con chiarezza e precisione l’oggetto della protezione, quindi: parole, compresi i nomi di persone, i disegni, le lettere, le cifre, i suoni, la forma del prodotto o della confezione di questo, le combinazioni o le tonalità cromatiche.

Possono essere oggetto di registrazione alche altri segni distintivi, come quelli olfattivi e sonori, a condizione che possano essere rappresentati nei registri in modo tale che sia ben chiaro quale sia l’oggetto di tutela. Pertanto, per esempio, sono registrabili anche segni distintivi olfattivi e sonori.

I vantaggi della registrazione di un marchio per l’online

Le maggiori piattaforme dell’e-commerce e i più importanti social network, mettono a disposizione ai titolari di marchi registrati, strumenti gratuiti e facilmente attivabili per segnalare le inserzioni di prodotti che violano i diritti di proprietà intellettuale del titolare del marchio.

Infatti, molte piattaforme online, prevedono degli strumenti di tutela stragiudiziale in caso in cui si verifichi un uso illecito di un marchio registrato presso la loro piattaforma.

Il titolare del marchio, tramite la compilazione di agevoli moduli online, può segnalare le violazioni e richiedere la cancellazione del materiale o degli stessi profili che hanno violato i suoi diritti.

Un marchio italiano è valido per l’Europa?

È utile anche sapere cosa succede nel resto dell’Europa. Anche se l’Italia fa parte dell’Unione europea i marchi e i brevetti continuano a essere vincolati alla territorialità, per cui il marchio italiano, al pari di qualunque altro marchio nazionale, esercita la sua funzione per i prodotti e i servizi all’interno dello Stato in cui viene registrato.

Pertanto, se si registra un marchio in Italia nulla toglie che altri possano registrare lo stesso marchio in uno Stato estero, ma è possibile solo esportare i prodotti nel nostro territorio contrassegnandoli con quel marchio.

Se invece si vuole ottenere una protezione estesa a tutta l’Europa occorre procedere con il deposito di un marchio comunitario, tramite un’apposita procedura.

La caratteristica principale di questo marchio è quella, di essere unitario e indivisibile: considera l’Unione europea come un unico territorio.

Crediti immagine: Depositphotos

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