18 milioni di oggetti usati scambiati nel 2016 in tutta Italia su una sola piattaforma: Subito.it.
Viene così naturale pensare che a tutti gli effetti Subito.it sia diventato un social network della sharing economy dove la gente posta e tenta di vendere ciò che ritiene superfluo per sé, ma con un valore per gli altri.
Cui si aggiunge il fatto che, chi opera in questo senso, fa anche bene all’ambiente. In due modi: non butta in discarica e non ha bisogno di chiedere al mercato di produrre ex novo.
Anche i trasporti della merce – e quindi la mobilità sostenibile – ne traggono vantaggi. Da calcoli rilasciati da Subito.it, infatti, le transazioni avvengono, per lo più, nel raggio di circa 40 km.
Insomma, la second hand economy piace agli italiani. Che generano entrate e uscite per 19 miliardi di euro (+1 miliardo rispetto al 2015) pari all’1,1% del Pil del Paese (fonte dati online: media Audiweb Total Digital Audience 2016).
Online l’economia del riuso vale 7,1 miliardi di euro (+300 milioni rispetto al 2015), per lo più pesa la categoria Motori (5 miliardi di euro), seguita da prodotti Casalinghi e Personali (984 milioni). Ma anche Elettronica (647 milioni) e Sport & Hobby (465 milioni) valgono molto per chi tende a non buttare e rimetterli in circolo guadagnando così pro capite (o famiglia) una media 900 euro all’anno.
Ma dove si fa più circolare questa economia del riuso?
Delle 20 regioni italiane, la più virtuosa sta rivelando essere la Lombardia. Virtuosa due volte perché attraverso la vendita dell’usato, Subito.it calcola che si può evitare anche di inquinare (si parla di un risparmio di CO2 pari a 6,1 milioni di tonnellate in Italia; 16,3 milioni di tonnellate nei Paesi europei dove è presente la piattaforma di scambi come Subito.it che appartiene a Schibsted Media Group).
E la Lombardia, in questo senso, contribuisce a evitare il 16% del totale di CO2 risparmiata in tutta Italia.
Anche la Campania si è posizionata ai vertici della classifica nazionale, un secondo posto raggiunto con un minimo scarto (15,1%) in particolare, grazie alla compravendita di veicoli.
Segue il Lazio, più distante al terzo posto (10,3%), mentre a chiudere la top 5 della classifica nazionale troviamo il Veneto e il Piemonte, due regioni che hanno risparmiato rispettivamente il 9,2% e il 7,5% di anidride carbonica.
Insieme le prime cinque regioni hanno permesso un risparmio del 58,2% (41,5% solo le prime tre) dei 6,1 milioni di tonnellate di anidride carbonica.