Si chiamava Eicc e ora invece Responsible business alliance: aderiscono le aziende del mondo dell’elettronica sottoposte a una due diligence attenta. Unico neo: i costi non proprio adatti a un’eventuale partecipazione delle Pmi italiane
Costituita nel 2004 da un gruppo di aziende leader nell’elettronica, Responsible business alliance (Rba), precedentemente conosciuta come Electronic industry citizenship coalition (Eicc), è un’organizzazione no profit che include aziende appartenenti al mondo dell’elettronica: produttori di elettronica di consumo o di componenti, distributori, aziende appartenenti al settore automotive ma anche produttori di giocattoli.
L’impegno richiesto in termini di responsabilità sociale riguarda soprattutto i diritti e il benessere dei lavoratori e delle comunità in tutto il mondo, interessati dalla catena di fornitura globale.
La coalizione conta oggi più di 150 membri ed è in continua crescita: all’elenco si è appena aggiunta Epson, che ha ottenuto la certificazione Rba con lo status platinum per il suo impianto produttivo localizzato in Indonesia.
I principi che ispirano Rba sono definiti in modo dettagliato nel codice di condotta, aggiornato periodicamente per essere sempre coerente con l’evoluzione del contesto e delle prassi di business:
- lavoro: rispetto dei diritti umani di ogni tipologia di lavoratore. I punti di attenzione riguardano la libertà di scelta (no al lavoro forzato), il lavoro minorile, gli orari di lavoro, le modalità di definizione della retribuzione, le condizioni di trattamento all’interno del luogo di lavoro, la discriminazione e le molestie, la libertà far parte di associazioni senza paura di incorrere in azioni di intimidazione o repressione
- salute e sicurezza: l’obiettivo primario è la minimizzazione degli incidenti negli ambienti di lavoro, con un occhio di riguardo nei confronti di sistemi gestionali quali Iso 45001 o altri analoghi. Grande importanza viene data alle attività di prevenzione, attraverso l’identificazione, la valutazione e la mitigazione delle minacce potenziali, la preparazione e l’aggiornamento di piani di gestione delle emergenze, la comunicazione e la formazione del personale
- ambiente: i partecipanti alla coalizione devono identificare gli impatti ambientali generati dalle loro attività produttive sulla comunità, l’ambiente, le risorse naturali e mettere in piedi azioni di mitigazione appropriate. Le tematiche interessate sono l’inquinamento, l’utilizzo efficiente di risorse naturali, l’identificazione e la gestione consapevole di sostanze chimiche e potenzialmente dannose, la gestione dei rifiuti, l’emissione di sostanze dannose in atmosfera e il trattamento dell’acqua
- principi etici: ogni forma di corruzione, sia verso i privati che verso i pubblici ufficiali, estorsione e appropriazione indebita è proibita. Sono invece promossi comportamenti rispettosi dei sani principi di competizione, oltre al rispetto nei confronti della proprietà intellettuale e alla tutela delle informazioni come asset aziendale
- sistemi di gestione: le organizzazioni aderenti devono disegnare e costruire un sistema di gestione basato sull’identificazione e la valutazione dei rischi oggetto della coalizione, che definisca in maniera chiara i ruoli e le responsabilità, l’impegno dell’azienda nel rispetto dei principi espressi dal Codice di Condotta e tutte le azioni necessarie per essere conformi a essi
Per facilitare il processo di compliance nei confronti degli obiettivi e dei principi della coalizione, Rba propone strumenti di autovalutazione, da utilizzare soprattutto per effettuare l’attività di due diligence iniziale, con l’idea di coinvolgere non solo i poli produttivi ma anche i fornitori appartenenti alla catena distributiva, in una logica integrata di catena del valore.
Grazie a questa attività di assessment iniziale, le organizzazioni possono capire quali sono i rischi rilevanti per la propria realtà e i propri processi operativi e definire così un percorso di miglioramento che sia ritagliato sulle proprie specificità operative.
Rba ha anche realizzato una piattaforma, la Risk assessment platform, con tanto di sistema di indicatori e di elementi di rappresentazione grafica, per facilitare la fase di identificazione dei rischi potenziali relativi ai siti produttivi, rendendo così più semplice la raccolta di informazioni nel processo di due diligence.
Per poter dare una prova tangibile della compliance nei confronti degli standard espressi da Rba le aziende devono sottoporsi a un processo di certificazione, denominato Validated assessment program.
Come ogni programma di certificazione che si rispetti, sono previste verifiche indipendenti da parte di terze parti, ovvero aziende autorizzate a condurre audit ai fini del rispetto degli standard espressi da Rba. Tre sono i livelli di riconoscimento previsti dalla certificazione:
- platino: per le aziende con un punteggio minimo pari a 200 e che hanno chiuso tutte le osservazioni, siano esse prioritarie, major eminor
- oro: per le aziende che hanno raggiunto un punteggio minimo di 180 e che hanno chiuso tutte le osservazioni indicate come prioritarie e quelle indicate come major
- argento: per le aziende che hanno ottenuto un punteggio minimo di 160 e che hanno chiuso tutte le osservazioni indicate come prioritarie
In linea con i principi ispiratori tipici degli standard Iso, anche per Rba è importante definire un percorso di miglioramento continuo, in cui l’obiettivo principale, una volta trovata la criticità, è andare a comprendere a fondo quali sono le origini e le cause per poter essere più incisivi della risoluzione della problematica riscontrata.
Per chi vuole intraprendere questo percorso, Rba mette a disposizione molte risorse sul suo sito, tra cui il manuale operativo, le guide interpretative del Codice di Condotta e le modalità di gestione del piano di azione e di mitigazione delle criticità.
Unico piccolo neo: i costi. L’affiliazione annuale costa tra i 35.000 e i 40.000 dollari, in funzione del fatturato generato; i nuovi associati pagano inoltre 5.000 dollari per la prima applicazione. Di certo, non è per tutte le Pmi.