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Fusione nucleare, confermata la validità dell’esperimento

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fusione nucleare
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Gli Stati Uniti hanno confermato la validità dell’esperimento realizzato dagli scienziati del Federal Lawrence Livermore National Laboratory in California, che per la prima volta, ha prodotto più energia di quanta ne sia stata utilizzata nell’innesco.

Il 5 dicembre 2022 un team del Lawrence Livermore National Laboratory è entrato nella storia ottenendo l’accensione della fusione. Questa svolta cambierà per sempre il futuro dell’energia pulita e della difesa nazionale americana” ha riportato in un tweet il Dipartimento dell’Energia americano.

Secondo i dati, confermati ufficialmente ieri, la fusione nucleare realizzata grazie al laser più grande al mondo ha prodotto intorno ai 2,5 megajoule di energia contro i 2,1 megajoule di energia utilizzati per l’innesco.

La struttura – riporta Nature in questo articolo – ha utilizzato una serie di 192 laser per erogare 2,05 megajoule di energia su un cilindro d’oro delle dimensioni di un pisello contenente una pallina congelata di isotopi di idrogeno, deuterio e trizio.

L’impulso di energia ha fatto collassare la capsula, creando temperature che si vedono solo nelle stelle e nelle armi termonucleari e gli isotopi dell’idrogeno si sono fusi in elio, liberando ulteriore energia e creando una cascata di reazioni di fusione.

L’analisi del laboratorio suggerisce che la reazione ha rilasciato circa 3,15 megajoule di energia – circa il 54% in più dell’energia che è entrata nella reazione e più del doppio del precedente record di 1,3 megajoule.

Mentre le reazioni di fusione possono aver prodotto più di 3 megajoule di energia – più di quanto sia stato consegnato al bersaglio – i 192 laser del Nif hanno consumato 322 megajoule di energia nel processo.

Tuttavia, l’esperimento si qualifica come accensione, una misura di riferimento per le reazioni di fusione che si concentra su quanta energia è arrivata al bersaglio rispetto a quanta ne è stata fornita al bersaglio.

Il Fatto Quotidiano (in questo articolo) ha chiesto un’opinone a Stefano Atzeni, dell’Università La Sapienza di Roma, secondo il quale, a proposito dello sviluppo pratico di questo esperimento e dei tempi necessari a implementare la produzione energtica attraverso la fusione nucleare, “fare previsioni è davvero difficile, perché siamo appena alla soglia della dimostrazione che fisicamente lo schema inerziale funziona, mentre per quello magnetico la prova l’avremo da Iter fra una quindicina di anni.

I tempi saranno sicuramente molto lunghi, almeno una trentina di anni per entrambe le vie, perché restano ancora diverse sfide da superare“.

Ma certamente ora la strada verso un’energia pulita e illimitata è tracciata.

Crediti immagine: Depositphotos

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