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Fertilizzanti: Compag vuole vederci chiaro

fertilizzanti naturali

Economia circolare, recupero dei rifiuti, innovazione dei processi produttivi agricoli e produzione di fertilizzanti che abbiano un minor impatto sull’ambiente: un convegno rivolto agli operatori del settore.

Il Regolamento Ue 1009/2019, relativo all’immissione sul mercato e all’utilizzo dei fertilizzanti, doveva diventare operativo dal 16 luglio 2022, ma ancora oggi il Ministero italiano non ha adottato i provvedimenti necessari e rimane pertanto inapplicato.

Questo regolamento si propone di armonizzare l’impiego dei fertilizzanti in agricoltura tra gli Stati membri, portando a un’innovazione dell’intero sistema attraverso un processo di certificazione e di tracciatura dei diversi prodotti, dalla produzione fino all’utilizzatore finale.

Un provvedimento trasversale – il vecchio regolamento viene abrogato – che abbraccia l’intero mondo dei fertilizzanti, non solo quelli di sintesi chimica e innesca un’apertura verso l’economia circolare con il recupero di rifiuti di diversa natura per la produzione di fertilizzanti di origine organica.

Per approfondire il tema, Compag – la Federazione Nazionale delle Rivendite Agrarie – ha organizzato ad Alba (Cn) per il 28 febbraio un convegno per sviscerare le esigenze e le conseguenti richieste del pubblico per il rispetto dell’ambiente, discutere della rivoluzione delle norme e delle tecniche di produzione del settore agroalimentare, rivolto agli operatori del settore della Regione Piemonte.

Ai ritardi della macchina pubblica italiana si sommano le difficoltà nell’adeguare l’intero sistema produttivo ai nuovi processi. Si prevede pertanto che l’applicabilità della normativa Ue 1009/2019 richieda ancora un certo tempo, utile a trovare un equilibrio tra gli obiettivi e le tecnologie necessarie per poterli raggiungere, considerato che le tecnologie che non sono necessariamente già mature, ma che richiedono esse stesse tempo per la messa a punto.

È in questo contrasto, ovvero tra le intenzioni e ciò che è tecnicamente possibile fare, che si è anche sviluppato il dibattito sui prodotti per la difesa delle colture in ambito hobbistico, cioè per l’impiego negli orti e nei frutteti familiari.

Questo è il secondo argomento che si affronterà durante il convegno di Alba, sviscerando la situazione in tema di revisione dei prodotti per la difesa a uso non professionale secondo un decreto legislativo del novembre 2021.

L’attuazione di detto decreto è avvenuta nel corso del 2022 attraverso la revisione delle autorizzazioni esistenti e ha ridotto in maniera notevole il numero di prodotti disponibili per gli hobbisti.

La conseguenza è stata che, secondo fonti ministeriali, le domande di autorizzazione sono state inferiori del 30% rispetto alle attese, a testimonianza che misure più rigide riducono le possibilità di immettere i prodotti sul mercato qualora la tecnologia non abbia già messo a punto le alternative necessarie.

Se questo fa gioire i sostenitori del biologico a tutti i costi, probabilmente indurrà molti ortolani ad acquistare le verdure al supermercato piuttosto che coltivarle nel terreno dietro casa.

Dello stesso tenore il confronto che il convegno di Alba intende promuovere sul terzo tema: Farm To Fork (dall’azienda agricola alla tavola), il manifesto verde della Commissione europea nell’ambito del settore agroalimentare.

Abbattere del 50% l’impiego dei prodotti fitosanitari chimici entro il 2030 e dei fertilizzanti del 25%, può essere molto pericoloso in mancanza di una valutazione di impatto che la Commissione non si è prodigata a effettuare.

Per assurdo, il Parlamento europeo si è ora pronunciato in maniera chiara in merito alla necessità di analizzare le conseguenze prima di procedere nel perseguimento di obiettivi stabiliti a priori, senza considerare la disponibilità di reali alternative e i tempi necessari alla ricerca per testarle e finalizzarle.

Anche alla luce degli studi realizzati dall’Università di Kiel, dall’Università di Wageningen, dall’Istituto di ricerca Jrc e dal Dipartimento dell’Agricoltura Americano Usda che hanno evidenziato il rischio di aumentare la dipendenza dell’Europa dalle importazioni da Paesi esteri e lo spostamento dell’inquinamento verso i paesi fornitori dell’Unione, il Governo italiano si è pronunciato in favore della valutazione di impatto preliminare.

Una scelta legata anche al fatto che la proposta di regolamento europeo penalizza fortemente quelle produzioni agricole di grande tipicità locale di cui sono ricchi i nostri territori.

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