La bioedilizia non è più soltanto una moda passeggera che fa tendenza, grazie ai materiali utilizzati e alle tecniche adottate è diventata conveniente per l’uomo e l’ambiente, non solo sulla base di sensazioni ma grazie al supporto dei numeri.
Si scopre così, sulla base di un bilancio ambientale calcolato da Equilibrium, realtà lombarda impegnata nella realizzazione di edifici ad alta efficienza energetica, che nel 2012, le abitazioni costruite o ristrutturate con i materiali naturali in canapa e calce hanno sequestrato ben 43,2 tonnellate di anidride carbonica nel loro involucro.
L’azienda ha infatti utilizzato oltre 1.000 metri cubi di canapa, pari a 150.000 metri quadri coltivati, per la costruzione e la ristrutturazione di abitazioni. Il calcolo è presto fatto se si considera che la pianta cresce fino a 6 metri in soli 4 mesi, che un metro cubo di Biomattone sequestra 18 kg di CO2 e che un metro cubo di Natural Beton ne imprigiona oltre 60.
“Utilizziamo il termine sequestrare per dare un’idea concreta di quanto la Natura ci fornisca tutti gli strumenti per rigenerarla” spiega Paolo Ronchetti, general manager di Equilibrium “Costruire case in cemento e materiali sintetici significa emettere CO2 lungo l’intera filiera produttiva, mentre costruirle con canapa e calce permette di realizzare edifici utilizzando materiali naturali, evitandone l’emissione. Una delle più interessanti caratteristiche della canapa è quella di avere un ciclo vitale così prolifico da essere la pianta che produce più biomassa al mondo; utilizzarla come materiale da costruzione, quindi, significa che la tanta anidride carbonica assorbita durante la sua vita non venga più dispersa nell’ambiente”.
“Quindi sequestrata nei muri, nei tetti e nei sottofondi. Se a questo aggiungiamo che gli edifici costruiti in Biomattone e Natural Beton permettono di ridurre i consumi, quindi le emissioni e che il processo di produzione è esclusivamente meccanico, quindi a zero impatto ambientale, possiamo affermare che se tutte le abitazioni fossero costruite in questo modo non dovremmo preoccuparci del problema della CO2 nel settore edile, che oggi incide per il 30% delle emissioni”.