Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e presidente della Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha deciso di sottoscrivere la petizione per inserire l’arte della pizza napoletana nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
La firma è stata raccolta a Pollenzo a margine della lezione Realtà e prospettive dell’agricoltura multifunzionale tenuta agli studenti dell’università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Slow food da Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e docente di turismo all’università degli studi di Milano Bicocca.
La petizione Proteggiamo il made in Italy: la pizza come patrimonio Unesco lanciata su Change.org da Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, da Coldiretti e Rossopomodoro ha raggiunto 220.000 sostenitori.
Un traguardo annunciato durante l’ultimo incontro di raccolta firme La pizza è un’arte e noi ci mettiamo la firma che si è tenuto lo scorso 18 febbraio a Torino alla pizzeria Lentini’s.
“L’arte della pizza – commenta Alfonso Pecoraro Scanio – rispetta i principi Slow food perché è un’antica tradizione che si tramanda di padre in figlio. Si tratta di un patrimonio culinario made in Italy che va tutelato per la sua valenza storica, culturale e sociale. È una sapienza gastronomica che contraddistingue la nostra identità italiana e per questo va protetta. Ce lo chiedono 220.000 italiani“.
Slow food ha creato la rete solidale Pizzerie dell’Alleanza dove i pizzaioli italiani incontrano e stringono un patto con i produttori dei Presìdi.
Si tratta di pizzerie che rispettano alcuni criteri nella produzione delle pizza come la scelta della farina, i tempi di lievitazione e l’uso di ingredienti italiani provenienti da agricoltura biologica.