Un’idea tanto semplice quanto geniale: a chi gli firma un contratto di acquisto di software e servizi Francesco Mondora, dell’omonima azienda di Ict – ora al 51% entrata nella sfera di TeamSystems – chiede anche un impegno sociale, di interdipendenza.
Ovvero, chiede e mette nero su bianco ai propri clienti di riservare qualche ora del proprio tempo uomo per dare un aiuto alla comunità locale. E la cosa sembra funzionare.
Così abbiamo chiesto di spiegarci la clausola di interdipendenza, per renderla replicabile per tutti noi.
Francesco Mondora ha traghettato la sua azienda non solo in un’orizzonte ampio e internazionale, ma anche nel perimetro delle B Corporation.
Dove è chiaro che ognuno, con il proprio lavoro, ha un impatto sociale oltre che economico/finanziario.
Ed è qui che si inserisce la clausola di interdipendenza. Mondora lo spiega anche attraverso la teoria dei sei gradi di separazione – che forse oggi in epoca social deve rivedere le percentuali.
“In Mondora – ci spiega Francesco – stiamo dimostrando che l’idea del collegare tutto il mondo attraverso i sei gradi di separazione, quindi di riuscire a essere amici di amici, può essere applicato anche in termini di filantropia“.
In pratica se tutti i contratti di business riportassero la clausola di interdipendenza ideata da Mondora, le ricadute sarebbero fantastiche. Con un impatto molto probabilmente mondiale. #BtheChange!