Home Agricoltura 4.0 Perché conviene conoscere e adottare le Natural Based Solution. Ovunque

Perché conviene conoscere e adottare le Natural Based Solution. Ovunque

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convegno myplant

Ricerca e progettazione di soluzioni nuove, efficaci e talvolta anche semplici per contrastare la crisi ambientale in atto. Le risposte si trovano nella natura, basta osservarla, conoscerla e lasciarsi ispirare. Se ne è parlato al convegno Oltre l’Urban Jungle, organizzato da Edizioni Green Planner a Myplant&Garden, manifestazione che quest’anno è tornata in presenza

Contro crisi climatica e inquinamento le soluzioni più naturali ed efficaci che esistano sono le Natural based solution (Nbs) e al convegno organizzato dalla redazione di GreenPlanner in apertura della manifestazione Myplant&Garden, esperti e ricercatori hanno fatto il punto di fronte una platea interessata anche a valutare questo settore come volano professionale.

Non abbiamo più dubbi: di fronte alla possibile sesta estinzione di massa – commenta M.Cristina Ceresa, direttore di GreenPlanner – gli unici esseri viventi che si salveranno saranno le piante. E Chernobil ne è l’esempio. Siccome questo è un dato di fatto l’uomo le piante se le sta portando appresso anche sugli altri pianeti. E la spedizione su Marte lo dimostra“.

Nel nostro Paese le Natural based solution sono oggetto di studio e progetti. Interessanti e replicabili. Come quelli presentati da Alex Pra di Etifor.

Per fare l’acqua ci vuole l’albero

Questo spin-off dell’Università di Padova è specializzato in ricerca e formazione in ambito ambientale, riguardo la gestione di boschi e foreste.

Siamo di fronte a una grave crisi climatica che comporta perdita di biodiversità, di habitat, inquinamento – ha spiegato il ricercatore – La vita sul Pianeta è a rischio e gli eventi climatici estremi sono il campanello d’allarme sotto gli occhi di tutti.

L’Europa ha progetti ambiziosi per contrastare questo problema e ha progettato strategie precise come l’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Le Natural based solution rientrano in queste strategie e offrono soluzioni naturali come la riforestazione, lo stop alla deforestazione, una gestione forestale razionale e un orientamento verso l’agricoltura sostenibile.

Il nostro obiettivo è quelli di mettere la natura in grado di fornirci servizi. Etifor sviluppa due obiettivi principali: la possibilità di misurare i benefici con strumenti di certificazione dei servizi eco-sistemici per verificare l’impatto positivo della gestione delle foreste“.

Nel 2018 è partito un progetto nel nord Italia per creare un dialogo fra chi fornisce i sistemi e chi ne beneficia, ovvero i cittadini. La necessità è stata quella di creare un soggetto facilitatore.

È nata la piattaforma Wownature a sostegno di progetti di riforestazione e in tre anni sono stati sviluppati oltre 35 progetti in diversi paesi. A Padova, Etifor ha realizzato il Bosco Limite, un’area forestale in provincia di Padova che non produce legno ma acqua attraverso un sistema di canalette che raccolgono l’acqua piovana.

A Milano invece, al Parco Nord, è stata creata la Food Forest dove si coltivano specie edibili per l’uomo, edibili previa trasformazione, edibili per la fauna e adatte alla produzione del miele.

Questo progetto coinvolge i cittadini attraverso percorsi educativi. Questi esempi indicano una nuova concezione dell’utilizzo del verde rispetto al passato in cui spesso si è intervenuto con soluzioni costosissime ma di basso impatto. È il momento di lavorare su grande scala.

Orti botanici aperti alla città

Renato Bruni, docente dell’Università di Parma conosce a menadito le opportunità di un orto botanico (lui è il responsabile dell’orto botanico della città) in termini di conoscenza e soluzioni per avvicinarsi alla natura.

Bisogna creare sinergie fra ricerca, impresa, mercato, cittadini per trovare soluzioni ispirate alla natura e nuove strategie di sopravvivenza.

È molto importante – ha spiegato Bruniaprire gli orti botanici alla città e farne luoghi fruibili che possano rispondere alle esigenze della comunità. Abbandonare una concezione antica che vede gli orti come luoghi chiusi (hortus conclusus) e renderli invece luoghi aperti alla ricerca, alla collaborazione con università e imprese e al dialogo con la città.

Educare alla botanica considerando anche gli aspetti estetici, gli stili di giardinaggio, per trovare quelli più funzionali. L’orto botanico di Chicago è un punto di riferimento per tutti per la sua attività aperta alla città dove, per esempio sono stati mappati tutti gli alberi e le specie vegetali presenti“.

Praterie sottomarine

Il verde è una potenza di ossigeno anche quando si trova sui fondali marini. Per questo vale la pena rinfoltire le praterie sotto il mare.

Riforestare la posidonia oceanica, pianta endemica del mediterraneo, è molto importante – ha spiegato Francesca Santoro di Unesco – in quanto questa pianta è capace di produrre ossigeno e di assorbire biossido di carbonio.

È una preziosa alleata contro il cambiamento climatico e oltre a contribuire alla riduzione dell’erosione delle coste e dell’innalzamento del mare, fa da nursery a moltissime specie animali contribuendo alla tutela della biodiversità.

Inoltre dalla posidonia spiaggiata, ovvero le foglie che la pianta perde e finiscono sulla battigia, si ricava una bio-plastica“.

Il progetto Save the Wave di Unesco in partnership con E.On, uno dei principali operatori energetici presenti sul mercato italiano, prevede la messa a dimora e il ripristino della posidonia oceanica nel Mar Mediterraneo minacciata da inquinamento e attività.

Save the Wave – spiega Marcello Donini, corporate responsibility manager di E.On Italia – si inserisce nel più ampio progetto Energy4Blue in cui l’azienda da anni si impegna nella salvaguardia del mare e nella tutela delle specie marine protette“.

Nbs per gestire l’acqua piovana

Che rapporto c’è fra le piante e la gestione dell’acqua, soprattutto quando scende copiosa? Dario Kian, ricercatore di Ersaf Lombardia, l’ente regionale lombardo per i servizi all’agricoltura e alle foreste porta l’esempio di Milano, città fortemente urbanizzata e cementificata, dove sono stati da molto tempo alterati i naturali cicli dell’acqua.

L’Ispra in un recente studio ha rilevato che consumiamo 2 metri quadri di suolo al secondo. Solo l’anno scorso in Lombardia ne è stato consumato il 12%.

Questa attività antropica incide anche sull’acqua: quando piove su un terreno vegetato l’acqua segue il suo corso naturale ma se si interrompe il ciclo naturale dell’acqua bisogna raccogliere l’acqua piovana che viene convogliata nei sistemi di fognatura e quindi si sporca e poi deve essere depurata con conseguenti costi.

Insomma, sporchiamo l’acqua pulita della pioggia per poi depurarla e filtrarla. Le piante hanno un ruolo molto importante per restituire il ciclo naturale all’acqua.

Giardini della pioggia che prevedono la presenza di vasche per la raccolta dell’acqua piovana, aiuole con sistemi di filtrazione, giardini di quartiere, tetti verdi, pavimentazioni drenanti, fossati inondabili sono le soluzioni creative che un bando proprio lanciato da Ersaf ha stimolato.

Verde in fabbrica

Marco Zambolin è un imprenditore illuminato che ha fondato Sintra, azienda che sviluppa soluzioni innovative di ventilazione nei grandi fabbricati.

Esperto e amante del verde, ha realizzato un centro di ricerca vicino a Novara che assomiglia a una serra. Il suo ragionamento è partito dal miglioramento dell’ambiente di lavoro e ha portato il verde in fabbrica.

Le piante, oltre a fornire ossigeno, devono vivere in un ambiente salubre, un clima temperato, non troppo secco, luminoso, confortevole che incide positivamente anche sul benessere delle persone.

In questi ambienti, assicura l’imprenditore, aumenta anche la produttività. L’edificio ha anche ridotto i consumi energetici, si recupera l’acqua piovana che viene utilizzata per irrigare le piante, alimentare un laghetto all’esterno, viene utilizzata per il sistema anti-incendio e depurata è utilizzata come acqua potabile per i dipendenti.

Il verde va in scena

Arte, teatro e Natural based solution trovano casa al teatro Arcimboldi di Milano. Ed è Davide Tezza dello Studio di Architettura Francesco Rota di Milano a raccontare il progetto che prevede la realizzazione di aree verdi nella piazza antistante il teatro con l’installazione di una fontana circolare.

In un continuo gioco di rimando fra indoor e outdoor si articola anche la progettazione della terrazza, destinata a spazio relax per gli artisti che prevede una bordura in bambù alta 5 metri che si inserisce armonicamente nei volumi dell’edificio e un giardino aperto ai cittadini di circa 1.500 metri quadrati che prevede installazioni verdi di facile manutenzione con una scelta accurata delle piante, la rivisitazione della casa dell’acqua e delle vedovelle, un padiglione smontabile e strumenti musicali a disposizione del pubblico.

Questo progetto è un esempio di soluzioni naturali applicate a un edificio destinato al pubblico che oltre a essere un luogo di cultura può diventare anche un luogo di aggregazione, per il tempo libero e avvicinare le persone alla natura anche in un quartiere come quello della Bicocca di Milano in cui di verde ce n’è poco.

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