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Il settore vitivinicolo è sempre più attento al percorso di sostenibilità

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bilancio di sostenibilità
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Il settore vitivinicolo italiano, grazie anche ad alcune iniziative promosse a livello comunitario, negli ultimi anni ha iniziato un percorso di sensibilizzazione nei confronti della Sostenibilità. E a ragione, considerando il dimensionamento del mercato.

Nel 2021 le imprese del settore (310.400 aziende agricole vitivinicole, a cui si aggiungono 45.600 aziende vinificatrici) hanno realizzato 7,1 miliardi di euro in esportazioni, pari a 22, 2 milioni di ettolitri di vino, dando così all’Italia un ruolo di primo piano, a livello mondiale, per quanto riguarda la produzione e la vendita di vino.

Le pratiche in campagna e in cantina, purtroppo, incidono in modo significativo sull’ambiente e sul cambiamento climatico, arrivando anche a compromettere le rese e la biodiversità.

All’utilizzo di fertilizzanti e di prodotti fitosanitari in vigna si aggiunge il consumo di acqua, carburante ed energia all’interno del processo produttivo. L’utilizzo delle risorse idriche risulta particolarmente critico: si stima infatti che siano necessari oltre 600 litri di acqua per produrre un litro di vino.

Ma quali sono le iniziative in ambito Esg? Come vengono comunicate? Quali sono i punti di forza e di debolezza che caratterizzano la sostenibilità nel settore vitivinicolo italiano?

A queste domande cerca di rispondere la nuova indagine condotta da Altis, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica, e Opera, l’Osservatorio Europeo per l’agricoltura sostenibile, su un campione di 70 aziende allo scopo di fornire una panoramica sulle prassi attuali e sul livello di integrazione dei principi relativi alla Sostenibilità all’interno del settore vitivinicolo.

Il campione definito da Altis rappresenta un fatturato complessivo di 5,8 miliardi di euro, pari circa alla metà del fatturato dell’intero settore, e include anche realtà imprenditoriali che hanno ottenuto una certificazione di Sostenibilità (Viva o Equalitas).

Le informazioni utilizzate per condurre l’analisi (qui trovate il link per consultarla) sono di pubblico dominio e sono principalmente reperibili sui siti web o all’interno dei report di Sostenibilità pubblicati dalle aziende stesse.

Oltre agli aspetti di comunicazione delle iniziative e dei progetti portati avanti dalle imprese vitivinicole, la ricerca ha considerato la presenza di un approccio strutturato alla Sostenibilità attraverso l’analisi di alcuni parametri specifici, tra cui la presenza, sul sito web, di informazioni dedicate alla Sostenibilità, l’utilizzo di standard di rendicontazione quali il Gri, il riferimento esplicito ai 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, la presenza di piani strategici di Sostenibilità, le modalità con cui è stata condotta l’analisi di materialità, la presenza di certificazioni di qualità, di sicurezza alimentare (Brc, Ifs, Sqnpi), di sostenibilità ambientale e sociale (Iso 14001, Iso 50001, Bio, Viva, Equalitas, Iso 45001).

Questi elementi sono stati integrati da considerazioni sull’adozione di best practice; le iniziative nell’ambito dell’economia circolare, del packaging sostenibile e della sensibilizzazione dei consumatori nel confronti del consumo responsabile di alcool sono state valutate positivamente.

In questo modo è stato possibile costruire un modello evolutivo articolato in cinque step, ognuno dei quali rappresenta una modalità di approccio alla Sostenibilità:

  1. Informale: le aziende adottano iniziative informali e spesso non pienamente consapevoli. All’interno di questo stadio evolutivo non mancano buone prassi legate alla presenza di un codice etico o di certificazioni
  2. Corrente: a questo livello appartengono aziende che concentrano gli sforzi in materia di Sostenibilità su tematiche ben specifiche, senza adottare un approccio ricorrente o strutturato. Questo stato viene visto come un momento di passaggio verso modalità di approccio più critiche e sistematiche
  3. Sistematico: le aziende che rientrano in questa categoria mettono in atto (e comunicano) numerose iniziative di Sostenibilità; il vertice aziendale è consapevole dell’importanza del coinvolgimento degli stakeholder per la creazione di un vantaggio competitivo che duri nel tempo
  4. Innovativo: all’interno di questo stadio evolutivo le aziende sono dotate di strategie con obiettivi chiari, sfidanti e raggiungibili; la rendicontazione è inoltre ampia e puntuale e le pratiche di Sostenibilità sono disegnate per creare valore condiviso con gli stakeholder
  5. Dominante: la Sostenibilità assume un ruolo centrale nella cultura dell’impresa; in questo livello l’impegno socio-ambientale è tale da far sì che l’azienda diventi un punto di riferimento e un modello da emulare

Dall’analisi svolta emerge che il 67% del campione è favorevole ad adottare modalità operative orientate a una Sostenibilità di sostanza, dando così vita a molte iniziative e progetti virtuosi che però risultano essere poco strutturati e valorizzati a livello di comunicazione.

Tutte le aziende appartenenti al campione hanno un sito web ma, per il 12% di esse, non è stato raccogliere informazioni in merito a iniziative e progetti.

Solo l’8% delle imprese, infine, adotta un approccio d’avanguardia (ovvero innovativo o dominante), dove la Sostenibilità assume un ruolo di guida strategica e l’impegno sociale e ambientale è parte integrante della cultura aziendale ma anche degli obiettivi aziendali.

Dal punto di vista della comunicazione sui siti web aziendali, la maggior parte delle aziende (il 43%) racconta in modo completo ed esaustivo il proprio impegno sui temi della Sostenibilità, seguita dal 37% che non comunica nulla e dal 20% che fornisce informazioni limitate, legate prevalentemente alle certificazioni possedute.

Da ultimo, sono stati analizzati, ove presenti (18 aziende su 70), i report di Sostenibilità; solo in 8 casi è stata condotta un’analisi di materialità finalizzata a identificare i temi di Esg più rilevanti sia per l’azienda che per gli stakeholder e solo in 7 casi è stato utilizzato il Gri (Global Reporting Initiative) come standard di riferimento per la rendicontazione, a conferma della mancanza di un legame tra la Sostenibilità e gli obiettivi di pianificazione strategica.

Crediti immagine: Depositphotos

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Chiara Guizzetti Chiara Guizzetti: laureata in economia, lavora in Adfor come referente per l'area Internal Audit e Compliance (consulenza, formazione aziendale e universitaria). Crede nel valore dell'etica, della sostenibilità e del network tra persone e imprese. Appassionata di pilates e corsa | Linkedin
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