Secondo il WWF le proposte relative ai cambiamenti climatici presentate dalla Commissione Europea, che coprono il 60% delle emissioni, non riflettono adeguatamente l’impegno internazionale assunto dall’Europa a Parigi di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, e di continuare gli sforzi per limitare l’aumento di 1,5°C.
Al contrario, le proposte introducono misure di flessibilità che possono consentire agli Stati Membri di evitare di intraprendere le azioni necessarie per ridurre le emissioni.
Per esempio, gli Stati Membri possono trasferire crediti di carbonio dall’Emission Trading System e usare l’assorbimento di carbonio dalle foreste per avvicinarsi al loro obbiettivo di riduzione delle emissioni. Le proposte UE riguardano l’Effort-Sharing Decision (ESD), ovvero la suddivisione degli obiettivi di riduzione delle emissioni per tutti i settori non compresi nello schema di scambio delle emissioni (ETS).
Per il WWF, la Commissione è sorprendentemente non allineata con gli impegni climatici internazionali e ha incluso nella sua proposta anche delle scappatoie che permetteranno ai Paesi di barare sulle azioni reali per contrastare i cambiamenti climatici. Questo nonostante il Commissario Europeo al Clima, Arais Can᷈ete, fosse stato tra coloro che a Parigi avevano pubblicamente indicato quello di 1,5°C come limite del riscaldamento globale cui mirare.
Il WWF ritiene che sia preciso dovere dei loro rappresentati politici, dei parlamentari europei e degli Stati Membri rimettere vero impegno nella decisione di suddividere gli impegni: vanno chiuse le scappatoie e va introdotta una revisione quinquennale degli obiettivi, in modo da aumentare l’ambizione complessiva, in linea con l’accordo di Parigi.
Nell’ottobre 2014, i capi di stato dell’UE hanno deciso di ridurre le emissioni almeno del 40% entro il 2030 così da raggiungere una riduzione del 90-95% entro il 2050. Il WWF aveva criticato questi obbiettivi in quanto troppo deboli e insufficienti per vincere la battaglia contro i cambiamenti climatici.