La voce ambiente e salvaguardia del clima spicca nel bilancio del Parlamento Europeo, pubblicato in questi giorni a Strasburgo. Per cui dovremmo attenderci un 2019 un po’ più green del solito. La ricerca in particolare può contare su un aumento di circa l’11% in più rispetto al 2018.
Il testo firmato dal Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, è stato presentato anche quest’anno da tre negoziatori: il francese Jean Arthuis del Gruppo Alde; l’austriaco Paul Rübig del Partito Popolare e l’italiano Daniele Viotti, per i Socialisti Democratici, nonché rappresentate del Pd al Parlamento Europeo.
Viotti lo incontriamo a Strasburgo in una giornata dove i cuori sono zavorrati dall’attacco terroristico. L’europarlamentare conosceva bene il collega Antonio Megalizzi, il giornalista ucciso barbaramente.
“Ci ho parlato neanche due ore prima dell’attentato” racconta mentre la voce trema per la commozione. Megalizzi era un giovane della generazione Erasmus, una voce che lo stesso bilancio 2019 premia con 240 milioni di euro aggiuntivi.
“Nel campo della ricerca” spiega Viotti “abbiamo ottenuto un sensibile aumento rispetto alla proposta della Commissione Europea, quantificabile in 150 milioni aggiuntivi destinati al programma Horizon 2020“. Di questi, 8 milioni sono dedicati a Horizon 2020 per la salvaguardia del clima e la lotta ai cambiamenti climatici.
I problemi legati alla salvaguardia del clima non sono sottovalutati dal Parlamento Europeo: “proprio qui” commenta ancora Viotti “abbiamo ottenuto aumenti totali per 126,5 milioni, distribuiti tra progetti Life, i già citati Horizon 2020 oltre a 12,5 milioni di euro dedicati alla linea dello Strumento di cooperazione allo sviluppo che contribuisce alla lotta al cambiamento climatico“.
Infine, 102 milioni rispondono alla linea della PAC, perché anch’essa contribuisce alla lotta al cambiamento climatico.
Gli stanziamenti di impegno per il 2019 ammontano a 165,8 miliardi di euro e quelli di pagamento a 148,2 miliardi di euro. La distinzione è doverosa: alcune azioni devono essere gestite nell’arco di diversi anni (per esempio il finanziamento di un progetto di ricerca della durata di 2-3 anni).
Il bilancio dell’UE distingue quindi tra stanziamenti di impegno (il costo di tutti gli obblighi giuridici contratti durante l’esercizio in corso, che potrebbero comportare costi negli anni successivi) e stanziamenti di pagamento (fondi effettivamente versati durante l’esercizio in corso, eventualmente per attuare anche gli impegni assunti negli anni precedenti).
“Con il nuovo bilancio, saremo in grado di proteggere meglio l’ambiente” conclude Viotti che poi è il relatore principale della sezione che ha a che fare con i fondi stanziati dal Parlamento Europeo “ma anche combattere il cambiamento climatico e affrontare la migrazione“.
Unico suo rammarico: “non avere ancora incontrato nessun esponente dell’attuale governo italiano“. Il perché Viotti non se lo spiega ancora.